Pistoia, gli studenti occupano il liceo per protesta contro gli insulti razzisti e omofobi di un prof
Gli studenti hanno occupato il liceo artistico Petrocchi di Pistoia per protestare nei confronti di un professore. Accusato di frasi razziste e omofobe nei confronti di un alunno che oggi assume psicofarmaci. Ma ce l’hanno anche con la preside, che non avrebbe fatto nulla quando le sono arrivate le segnalazioni. La protesta è cominciata lunedì. Mentre gli episodi risalgono a più di un anno fa. Il primo riguarda uno studente del quarto anno. Repubblica Firenze racconta che all’uscita di classe, davanti a tutti, il prof gli avrebbe detto: «Quando faremo un party con donne e alcol lui non lo portiamo, perché si mangia tutte le salsicce». La dirigente scolastica del Petrocchi Elisabetta Pastacaldi però smentisce: «Certo che è stato sanzionato. Gli ho chiesto spiegazioni e un richiamo verbale, l’ho obbligato a chiedere scusa alla classe. La questione risale allo scorso anno, era già stata affrontata e sembrava risolta». La preside spiega: «I provvedimenti disciplinari sono graduali: non avrei potuto far altro basandomi su un’unica segnalazione orale». E conclude così: «Ieri finalmente lo studente mi ha inviato una relazione scritta dell’episodio, che ho trasmesso subito all’ufficio del provveditorato e alla questura. Saranno loro a valutare quali azioni intraprendere».
Il secondo episodio invece è questo: parlando di arte del Ventennio il docente avrebbe intonato “Faccetta nera”, in un’altra avrebbe fatto una battuta su Mussolini. «Era già stato richiamato anche per quegli episodi», precisa la preside, che invece smentisce allusioni a sfondo razzista. «Non è mia intenzione difendere nessuno – avverte la dirigente – chi sbaglia deve rispondere delle proprie azioni. Sto dalla parte degli studenti: la loro protesta è condivisibile sotto molti punti di vista, a partire dalla richiesta più che legittima di studiare in un istituto in condizioni decorose. Ho fatto ciò che era in mio potere sulla base dei riscontri che avevo. Lo stesso ragazzo a cui sono state rivolte quelle parole mi ha assicurato che fatti del genere non si sono più ripetuti».
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