Scontro Mosca-Facebook, il social non ferma il fact-checking (come chiede il Cremlino): «Continueremo a far sentire le voci dei russi»
«Ieri le autorità russe ci hanno ordinato di fermare il fact-cheking indipendente sul contenuto postato su Facebook di quattro organizzazioni media controllate dallo Stato. Abbiamo rifiutato. E, come risultato, hanno annunciato restrizioni nell’utilizzo del servizio». A raccontare quanto sta accadendo nell’universo Facebook mentre l’offensiva russa contro l’Ucraina va avanti per il secondo giorno è Nick Clegg, il presidente per i global affairs di Meta, la società a cui fa capo Facebook. I cittadini russi – ha continuato a spiegare Clegg – usano le app di Meta «per esprimersi e organizzarsi per l’azione. Vogliamo che continuino a far sentire la loro voce, condividere ciò che sta accadendo e organizzarsi tramite Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger». Nel pomeriggio è arrivata però la contromossa di Mosca al rifiuto di Facebook di sospendere il fact checking indipendente sui contenuti relativi al conflitto in Ucraina. L’ente statale russo per il controllo sui media (Roskomnadzor) ha annunciato l’imposizione di una parziale restrizione dell’accesso a Facebook (Meta Platforms, Inc.), come comunicato dallo stesso ente.
February 25, 2022
A scatenare l’ira di Mosca è stato in particolare il fatto che Facebook abbia imposto pesanti limitazioni ai contenuti condivisi dagli account dei media di Stato russi, operando un controllo indipendente su quei post che evidentemente considerava non aderenti al vero. Stando a quanto si apprende, questo modo di agire sarebbe contrario alla legge russa. «In conformità con la decisione della Procura generale in merito al social network Facebook – si legge nel messaggio dell’ente statale per il controllo sui media – a partire dal 25 febbraio 2022, Roskomnadzor, in conformità con la legge, adotta misure per limitare parzialmente l’accesso».
Tra i media di Stato, i cui contenuti avrebbero subito delle limitazioni perché per Facebook sarebbero difformi dal vero, viene menzionata l’agenzia di stampa RIA Novosti, il canale televisivo Zvezda, i siti di informazione Lenta.ru e Gazeta.ru. La società Meta ha ignorato le richieste dell’ente statale di controllo di ammettere i contenuti di queste testate sulle proprie piattaforme. Di qui la decisione della Procura generale russa, presa di concerto con il ministero degli Esteri, che ha etichettato il social network di Mark Zuckerberg come uno strumento impiegato nella «violazione dei diritti e delle libertà fondamentali delle singole persone e dei cittadini russi».
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