No! Questo video non mostra un padre che saluta la figlia per restare a combattere contro l’invasione russa in Ucraina
Circola da qualche giorno il video che riprenderebbe un padre mentre saluta le figlie prima di andare in guerra contro l’invasore russo per difendere l’Ucraina. Tra le pagine che l’hanno condiviso troviamo anche la pagina Facebook del programma Rai di Fabio Fazio, Che tempo che fa, in un post del 25 febbraio 2022 con la seguente descrizione: «Un padre, che resta a combattere contro l’invasione russa, saluta tra le lacrime sua figlia, in partenza per la “safe zone”».
Per chi ha fretta
- Il video risale a ben prima dell’invasione russa.
- Il video è stato registrato a Gorlovka (Donetsk) nei giorni in cui venivano evacuate donne e bambini per andare in Russia.
Analisi
Ecco il post Facebook pubblicato dalla pagina del programma Rai.
Video precedente all’invasione russa
Il video, in realtà, è stato condiviso via Twitter il 21 febbraio 2022, giorni prima dell’invasione russa in Ucraina, dall’account @AleksKarpushev con la seguente descrizione: «Evacuazione di Gorlovka. Scena straziante…».
Górlovka è una delle aree dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, il video riguarderebbe proprio l’evacuazione delle donne e dei bambini iniziata intorno al 18 febbraio 2022 con destinazione la Russia.
Le scritte e il comune di Górlovka
Nel video completo sono visibili due elementi: le scritte Premium Taxi e il numero 331. Accanto ci sono alcune parole in russo che ci permettono, tutte insieme, di giungere a un banner pubblicitario di una pagina Facebook “Donbassok” che non risulta più attiva.
Risulta attiva, invece, una pagina VK che ci rimanda proprio all’area di Górlovka:
La narrativa opposta
Andando oltre, il video è stato condiviso il 21 febbraio dal canale Telegram di Ivan Sergeevich Prikhodko, quello che dovrebbe essere il sindaco di Gorlovka, dove afferma che «sono in fuga dall’aggressione ucraina».
Conclusione
Il video viene diffuso con una narrativa di base, ossia quella di un padre che saluta sua figlia rimanendo a casa ad «affrontare un’aggressione», ma chi aveva condiviso per primo il video attribuiva l’attacco a opera dell’Ucraina, non della Russia.
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