Decreto Ucraina, dall’Italia aiuti a Kiev con armi e accoglienza ai profughi. Le ipotesi sul razionamento del gas
Il governo ha approvato all’unanimità un nuovo decreto legge che introduce «ulteriori misure urgenti in relazione agli sviluppi della crisi in Ucraina», per garantire sostegno e assistenza al Paese e alle autorità governative di Kiev «attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari», con la Nato che dovrà occuparsi unicamente della consegna logistica. Le nuove misure vanno a integrare quelle già approvate nel provvedimento per il rafforzamento dell’impegno militare dell’Italia in Ucraina, approvato dal Cdm lo scorso 25 febbraio. Nel nuovo decreto l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha anche approvato un piano per l’energia e per l’accoglienza dei profughi.
Nuove armi per l’Ucraina
Il provvedimento redatto dal ministero della Difesa prevede «un intervento per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina. È prevista peraltro una deroga specifica ad alcune disposizioni vigenti». Concretamente, l’Italia fornirà all’Ucraina diverse tipologie di armi, tra cui missili (dagli antiaerei agli Spike controcarro), di mitragliatrici (Browning e Mg), e munizioni e missili anti-aerei e anti-carro. La misura trova fondamento negli articoli 3 e 4 del Trattato Nord Atlantico che permette agli Stati «di resistere a un attacco armato» in modo unito e compatto «ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata».
Misure per l’accoglienza dei rifugiati ucraini
Novità anche sulle politiche per l’accoglienza dei profughi ucraini. Il Cdm, oltre al rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri, ha previsto che i rifugiati dall’Ucraina vengano ospitati nei centri del sistema Cas (Centri assistenza straordinari, ndr), anche senza aver presentato richiesta di protezione internazionale. Nello specifico, è previsto un incremento di 13.000 posti nei Cas, che potranno essere attivati dai prefetti, e verranno creati ulteriori 3.000 posti del sistema di accoglienza e integrazione (Sai). In tal senso sono stati stanziati 10 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali ed è stato disposto lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022.
Accoglienza studenti, ricercatori e docenti ucraini
Il governo ha inoltre creato un apposito fondo da 500 mila euro per finanziare le misure a sostegno di studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano concludere o continuare la propria formazione e il proprio lavoro nelle scuole, nelle università e negli istituti di ricerca italiani. Il governo specifica che «sono previsti tutti i mezzi per garantire loro il diritto allo studio, partendo dalle borse di studio».
Via libera al razionamento del gas in caso di emergenza
E in risposta alla crisi energetica aggravatasi dal peggioramento del quadro geopolitico, una parte del nuovo provvedimento del governo, «anche a scopo preventivo», prevede la possibilità di introdurre misure in via emergenziale «per aumentare l’offerta e/o eventualmente ridurre la domanda di gas». In caso di necessità, dunque, la norma rende immediatamente attuabile il razionamento del gas, quindi «di ridurre i consumi di gas delle centrali elettriche, mediante la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo delle energie rinnovabili». La bozza del decreto prevede per le altre fonti anche lo sfruttamento di energia da carbone e olio combustibile: «per il periodo stimato di durata dell’emergenza». La gestione operativa della rete di sostegno nazionale è stata affidata all’azienda a partecipazione pubblica Terna S.p.A. Sarà il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ad adottare con «provvedimenti e atti di indirizzo» i provvedimenti «finalizzati all’aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei consumi di gas previste dal Piano di emergenza», «a prescindere dalla dichiarazione del livello di emergenza».
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