«Nascondere la guerra costa vite»: l’accusa dell’ex capo delle news del motore di ricerca russo Yandex
L’ex capo delle news di Yandex, il secondo motore di ricerca russo che fa capo alla più grande società tecnologica della Russia, prende posizione e accusa i suoi ex colleghi di collaborare alla censura di Mosca a favore della guerra. Lev Gerschenzon ha scritto un post su Facebook in cui chiede alle persone con cui lavorava un tempo di smarcarsi dalla strategia del Cremlino di tenere all’oscuro i cittadini su quel che sta succedendo nel conflitto in corso in Ucraina. Gerschenzon pone l’accento su quanto grave sia nascondere informazioni sulla guerra alla popolazione russa, ignara di quello che sta accadendo veramente, e su quanto questo modo di agire di Mosca conferisca ulteriore forza all’intera offensiva russa. Per l’ex responsabile delle news di Yandex, nascondere ogni giorno queste notizie equivale a un costo in vite umane. «E anche voi, miei ex colleghi, siete responsabili di questo» sono le parole scelte da Gerschenzon per colpire le persone con cui un tempo lavorava. E infine l’appello: «Non è troppo tardi per smettere di essere complici di un crimine orribile. Se non potete fare niente, lasciate il lavoro».
Il post su Facebook di Lev Gerschenzon
«Oggi è il sesto giorno della guerra tra Russia e Ucraina, un giorno in cui i quartieri residenziali di Charkov, dormitori, case maternità sono stati bombardati dai raid aerei. 11 morti e decine di feriti. Oggi è il sesto giorno in cui almeno 30 milioni di utenti russi vedono sulla home page di Yandex che non c’è nessuna guerra, che non ci sono migliaia di soldati russi morti, che non ci sono decine di civili uccisi sotto i bombardamenti russi, che non ci sono decine di prigionieri, che non c’è enorme distruzione in diverse città ucraine.
Il fatto che una parte significativa della popolazione russa possa credere che non ci sia la guerra è la base e la forza trainante di questa guerra. Yandex oggi è un elemento chiave per nascondere informazioni sulla guerra. Ogni giorno e ogni ora questo tipo di “notizie” costa vite umane. E anche voi, miei ex colleghi, siete responsabili di questo.
Non esistono leggi russe che non vietino di scegliere il materiale della New Gazeta come titolo di una storia. Non c’è alcuna responsabilità penale se i titoli dei media in lingua russa che non hanno una licenza compariranno su Yandex. Non c’è alcuna responsabilità penale per il servizio “rotto” o “hackerato”. Ogni possibile ripercussione è nulla in confronto ai danni che il servizio ha causato ogni giorno dall’inizio della guerra.
Non è troppo tardi per smettere di essere complici di un crimine orribile. Se non potete fare niente – mollate. Ricordate, non state rispondendo solo a migliaia di vostri colleghi, ma anche a decine di milioni di utenti. E anche di fronte a milioni di ucraini».
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