Il grande bluff di Putin sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia
C’è chi si chiede se per caso Vladimir Putin abbia perso il senno, rivelandosi disposto al fallout nucleare pur di vincere la guerra in Ucraina. Dopo le prime ansie suscitate dall’occupazione di Chernobyl – che rievoca in noi i ricordi dell’incidente nucleare avvenuto in epoca Sovietica -, è stata la volta del bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’incendio divampato subito dopo non ha fatto altro che incrementare il panico tra gli osservatori internazionali. «La Russia vuole il terrore atomico», ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky, il quale ha tutto l’interesse di cogliere l’onda emotiva di una situazione del genere. Forse però tutto questo fa parte di una strategia volta a fare terrorismo psicologico, una strategia a tutto vantaggio del Cremlino. Il fisico Enrico D’Urso spiega a Open il probabile bluff attuato da Mosca per disseminare il panico sull’occupazione delle centrali nucleari ucraine.
La reale entità dei danni
Come è avvenuto esattamente il bombardamento? «C’è stato un bombardamento – continua D’Urso -, che ha provocato un incendio dentro il perimetro dell’impianto, ma ha riguardato unicamente un edificio secondario che è per l’addestramento del personale, non gli edifici principali dell’impianto. In generale gli edifici che contengono il reattore sono spessi un paio di metri di cemento armato nel proprio cuore, dopo hanno un metro e mezzo per ogni scudo perimetrale: il primo è quello biologico, che serve a proteggere tutti gli operatori dalle radiazioni; poi c’è lo scudo esterno, che in caso di incidente permette di contenere tutte le radiazioni, deve resistere ad alte pressioni interne e quindi dev’essere piuttosto spesso».
Sembra proprio che Putin ce l’abbia con le centrali ucraine. Non poco tempo prima aveva suscitato ansia l’ingresso dei russi a Chernobyl. «Però se guardiamo la mappa è a 50 Km da Kiev. Quindi è una direttrice favorita per l’invasione. È una zona dove uno pensa che non ci vada mai nessuno – spiega il Fisico -, con scarse difese attive e vigilanza: quindi cosa c’è di meglio che entrare di fianco alla Capitale attraverso una zona rimasta scoperta? Parliamo di un fronte prettamente strategico ed ideale per una direttrice d’attacco».
Terrorismo psicologico
L’ipotesi alternativa che si sta affacciando è quella di un bluff. Insomma, a Putin fare rumore attorno alla minaccia dell’incidente nucleare può risultare strategico. «In tutti i giornali abbiamo letto che “i russi hanno conquistato Chernobyl” – conferma D’Urso -, scatenando il terrorismo psicologico. Solo per il fatto che sai della presenza dei russi laggiù, questo ti frena, e pensi “oddio cosa possono fare”».
«Quindi si può legittimamente ipotizzare – visto che a Zaporizhzhia hanno lanciato solo un attacco secondario su un edificio secondario -, che anche in questo caso si volesse scatenare un effetto psicologico. Questo potrebbe essere il motivo per cui i russi lo hanno fatto. Infatti, nei media riferendo questo hanno fatto il paragone tra la tecnologia di Zaporizhzhia e Chernobyl [ne abbiamo trattato qui, Ndr]. Comprendo che il Governo ucraino alzi il polverone, perché deve spronare gli alleati a supportarlo; dai nostri commentatori invece no».
Il paragone improprio con Chernobyl
Effettivamente, stando alle fonti di Kiev, il Servizio di emergenza dello Stato ucraino avrebbe già domato l’incendio. «La centrale sta invece andando offline. Perché con la guerra la domanda di elettricità è scesa tantissimo. Nelle città i russi stanno man mano distruggendo le centraline di smistamento, per cercare di stroncare una Resistenza protrattasi più del previsto. Nei primi giorni infatti, non avevano distrutto niente. Anche la Tv di Stato è stata distrutta più tardi. Un paio di reattori li avevano già spenti qualche giorno fa. Tra poco i reattori saranno in “cold shutdown” (fermata a freddo), che non richiede più un ricircolo dell’acqua attivo, e quindi i danni derivanti da qualsiasi danneggiamento dei sistemi secondari caleranno drasticamente».
Abbiamo premesso che non si può paragonare Zaporizhzhia con Chernobyl. Che differenze ci sono dal punto di vista della sicurezza? «La centrale di Zaporizhzhia non è come quella di Chernobyl, perché si tratta di un VVER (Vodo-Vodjanoj Ėnergetičeskij Reaktor; Reattore Energetico Acqua-Acqua), ovvero, è composta da reattori ad acqua pressurizzata. È tutta un’altra tecnologia. Esteriormente è uguale ad un PWR (Pressurized Water Reactor), ma ha tante di quelle modifiche in ogni parte che non le puoi confondere in nessun caso».
«Dentro non c’è grafite, come a Chernobyl, che può provocare incendi e sparpagliare in maniera incontrollata tutta la radioattività. Quando l’acqua se ne va non può continuare la reazione di fissione. Inoltre è in fase di shutdown, quindi la radioattività interna sta già calando, inoltre il combustibile si sta raffreddando. Ogni ora che passa è sempre più difficile che si abbia un qualsiasi tipo di perdita. Questo genere di centrali rispetto a Chernobyl, ch’era una RBMK, ha delle misure di sicurezza più pesanti, con una sicurezza infinitamente migliore».
Perché ai russi non conviene distruggere le centrali nucleari
Cosa dovrebbe fare Putin se volesse realmente scatenare un incidente nucleare? Gli converrebbe? «Putin dovrebbe usare armamento specifico, in suo possesso, in grado di sfondare bunker corazzati, ma non gli conviene affatto scatenare un disastro nucleare. Non tanto per le ritorsioni che ci sarebbero dopo. L’industria nucleare russa è una delle poche esportazioni di totale matrice nazionale che non sia una materia prima. La tecnologia VVER è russa. La compagnia di Stato Rosatom ha un pacchetto di centrali in costruzione o di futura costruzione, da circa 250 miliardi di dollari. Visto che tutti i suoi reattori sono dei VVER, non sarebbe una bella immagine collegarla a un disastro nucleare».
«Putin e Zelensky cercano di movimentare una risposta emotiva con la centrale attaccata, con però scopi opposti. In realtà la situazione è molto meno preoccupante di quanto sia sbandierato o temuto. Deve essere ovviamente tenuto sotto osservazione, ma nel contesto è, al momento, una parte secondaria nello scacchiere, che assurge a unica nota suonata solo per il carico emotivo che trasporta».
Foto di copertina: EPA/Zaporizhzhya NPP / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES | A screen grab taken from a surveillance camera footage the Zaporizhzhya NPP.
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