La telefonata di Bianchi a Locatelli: «Ho bisogno di una visita medica». Così il ministro ha saltato la fila al Bambin Gesù
Nella tarda mattinata di giovedì 24 febbraio il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi accusa un malore. Decide così di sottoporsi a un controllo diagnostico e pensa bene di chiamare al telefono il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, dirigente dell’ospedale Bambin Gesù di Roma. A quel punto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico allerta immediatamente l’ospedale pediatrico dove è capo del Dipartimento di onco-ematologia pediatrica e terapia cellulare e genica. Secondo la ricostruzione dell’agenzia Adnkronos, Bianchi viene sottoposto all’esame diagnostico proprio nella struttura pediatrica italiana d’eccellenza: un centro dove si curano i pazienti under 18 o, in casi eccezionali, malati più avanti negli anni ma che nell’infanzia o nell’età adolescenziale sono stati in cura nell’ospedale romano. Nel contesto di un ospedale convenzionato con la Regione Lazio i cui rimborsi vengono concessi nella stragrande maggioranza soltanto ai casi di piccoli pazienti, la visita al 69enne ministro Bianchi fa decisamente fatica a collocarsi. L’esame diagnostico di cui aveva bisogno, tra l’altro, presentava una lista d’attesa molto lunga. Talmente lunga che per consentire la visita al ministro una parte della struttura ospedaliera è stata costretta a rallentare la sua attività per dare spazio a una diagnosi fuori lista. Nel giro di poche ore di quel 24 febbraio il ministro Bianchi ha lasciato l’ospedale con il controllo medico effettuato. Alla richiesta di spiegazione rivolta a Locatelli da Adnkronos il medico ha risposto con un «no comment». Stessa scena dallo staff del ministro Bianchi.
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