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Guerra in Ucraina, sotto attacco Mariupol e Kharkiv. Allarme su Chernobyl e Zaporizhzhya: «Persi i contatti»

09 Marzo 2022 - 23:30 Redazione
Gli Stati Uniti non forniranno jet all'Ucraina. Le forze di Mosca continuano a stringere d'assedio le città. La Cina accusa: «Nato e Usa responsabili del conflitto»

La Russia continua ad avanzare e conquista la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Le forze di Mosca stringono d’assedio le città mentre a Kiev tornano a suonare le sirene d’allarme. L’offerta di una nuova tregua per stamane arrivata dai russi fa pensare che vogliano evacuare il più possibile dai centri abitati prima di sferrare l’attacco. Il «regime del silenzio», come lo chiamano a Mosca, partirà dalle 10 del mattino ora locale. Si era assicurato il passaggio da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol, ma in queste due ultime città sono ripresi gli attacchi. Intanto l’Unione europea avrebbe trovato un accordo per inasprire le sanzioni contro la Russia: nel nuovo pacchetto ci sarebbe anche l’esclusione dal sistema Swift di tre banche della Bielorussia.

23.26 – Più di un milione di bambini in fuga

Oltre 1 milione di bambini sono fuggiti dall’Ucraina verso Paesi vicini. Il dato è della direttrice dell’Unicef, Catherine Russell, che ha aggiunto che almeno 37 bambini sono rimasti uccisi e 50 feriti nel conflitto. Russell si è anche detta «inorridita» per l’attacco contro l’ospedale di Mariupol. «Se confermato è la prova dell’orribile tributo che questa guerra sta imponendo ai bambini e alle famiglie dell’Ucraina».

22.06 – Persi di nuovo i dati di Chernobyl e Zaporizhzhia

I sistemi dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica che monitorano la centrale nucleare ucraina di Chernobyl e quella di Zaporizhzhia hanno smesso di trasmettere dati. Lo rende noto l’Aiea sul suo profilo Twitter. Ieri c’era stata un’interruzione simile.

22.00 – Il Pentagono contro il trasferimento di jet polacchi a Kiev

Gli Stati Uniti hanno fatto sapere di non condividere il trasferimento di aerei da combattimento all’Ucraina in questo momento. Il Pentagono ritiene possa essere una mossa «ad alto rischio» che potrebbe aumentare le tensioni con la Russia. A riferirlo il portavoce John Kirby a proposito di una domanda sull’ipotesi di fornire i Mig-29 polacchi all’Ucraina. Kirby ha spiegato che gli Stati Uniti pensano piuttosto siano necessarie altre armi per aiutare Kiev a difendersi.

21.44 – Gli Usa valutano nuove sanzioni alla Russia: nel mirino il fornitore di energia nucleare Rosatom

L’amministrazione Biden sta valutando la possibilità di sanzionare il fornitore russo di energia nucleare Rosatom. A renderlo noto è un giornalista di Bloomberg, secondo il quale ci saranno delle implicazioni enormi per gli operatori nazionali di estrazione di uranio e di energia nucleare. Lo stesso precisa in un tweet che per il momento nessuna decisione è stata ancora presa. Rosatom Corporation è anche uno dei principali fornitori di combustibili e di tecnologie per le centrali elettriche in tutto il mondo.

21.30 – Londra fornirà difese anti-aeree all’Ucraina

La ministra degli Esteri inglese Liz Truss ha annunciato che il Regno Unito fornirà sistemi di difesa aerea all’Ucraina per consentire alle forze armate di meglio difendersi. «Il modo migliore per aiutare a proteggere i cieli è attraverso le armi antiaeree, che ora il Regno Unito fornirà all’Ucraina», ha detto Truss, che ha incontrato il segretario di Stato americano Antony Blinken a Washington. Londra è contraria a una no fly zone ma vorrebbe «raddoppiare le sanzioni» occidentali. Inoltre vorrebbe che tutti i Paesi del G7 bloccassero l’importazione di gas e petrolio russi.

21.00 – Zelensky: «L’Ue segua i veri valori, moriamo anche per voi»

«Questo deve fare l’Europa. Difendere la semplice vita e mettere i veri valori al primo posto. Quello che sta succedendo a noi, può succedere anche a voi. E questo per me è molto importante: noi moriamo anche per voi». Queste le parole del presidente ucraino Zelensky, nel corso di una intervista alla Bild. «In ogni trattativa – ha continuato – il mio obiettivo è quello di porre fine alla guerra con la Russia. E sono anche pronto a determinati passi. Si può arrivare a dei compromessi ma questi non devono rappresentare un tradimento del mio Paese». «Anche la controparte deve essere pronta a muoversi, perciò si chiamano compromessi.E solo così possiamo uscire da questa situazione – ha affermato Zelensky -. Non abbiamo ancora avuto un contatto diretto fra presidenti. Solo dopo colloqui diretti fra i due presidenti possiamo chiudere questa guerra».

20.43 – Usa: «Sull’ospedale di Mariupol un uso della forza barbaro»

Anche dalla Casa Bianca arriva la ferma condanna per gli ultimi fatti accaduti a Mariupol: «è orribile vedere l’uso barbaro della forza contro civili innocenti». Così ha riferito la portavoce Jen Psaki rispondendo a una domanda sull’attacco russo dell’ospedale pediatrico.

20.28 – Kiev: «Pronti a discutere la neutralità, non a cedere territori»

L’Ucraina fa sapere di essere pronta a «una soluzione diplomatica» e a discutere la richiesta russa di neutralità, ma non cederà «un solo centimetro» di territorio a Mosca. Questo quanto ha affermato in un’intervista a Bloomberg Tv Ihor Zhovkva, vice capo dello staff del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e uno dei suoi principali consiglieri di politica estera. «La nostra prima condizione per avere un simile negoziato – ha detto Zhovkva – è l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe».

20.15 – Zelensky: «Anche la Polonia è a rischio»

«Sono sicuro che anche la Polonia è a rischio». Dice il presidente ucraino Zelensky in un passaggio dell’intervista a die Zeit, della quale stanno circolando delle anticipazioni. Nell’opinione di Zelensky, Putin «vuole disintegrare l’Europa, esattamente come l’Ucraina». E il presidente è convinto che l’intero continente sia in pericolo fino a quando la Russia avrà la possibilità di attaccare un altro Stato. Dal suo punto di vista nel mirino di Putin ci sono anche la Moldavia, la Georgia e il Baltico.

20.06 – Mosca ammette l’impiego soldati di leva

Per la prima volta, oggi, il Cremlino ha ammesso la presenza di militari di leva tra i suoi combattenti impegnati nell’offensiva in Ucraina. L’impiego di questi giovani è contrario a quanto aveva assicurato il presidente Vladimir Putin che aveva annunciato che sarebbero stati impiegati solo «professionisti» nell’azione militare in Ucraina. A confermare la notizia, il portavoce della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, che ha parlato della cattura di alcuni di loro da parte delle forze armate di Kiev. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dunque annunciato che i procuratori militari sono stati incaricati di «verificare e valutare le azioni sul piano legale e punire gli ufficiali responsabili per la violazione dell’ordine presidenziale».

19.50 – Zelensky: «La minaccia della guerra nucleare è un bluff»

NSA/SERGEY DOLZHENKO

«Credo che la minaccia della guerra nucleare sia un bluff». Queste le parole del presidente ucraino Volodomyr Zelensky, nel corso di un’intervista a die Zeit, stando a quanto rilevato in anteprima. «Una cosa è essere un assassino, altra cosa è essere un suicida. Si minaccia con le armi nucleari solo quando il resto non funziona», ha spiegato il presidente.

19.43 – Il Parlamento europeo approva la risoluzione contro le ingerenze straniere

Il Parlamento europeo ha approvato oggi a larghissima maggioranza la risoluzione sulle ingerenze straniere nella vita politica dei Paesi Ue e sulla disinformazione frutto del lavoro svolto dalla speciale commissione istituita dal Pe. I voti a favore sono stati 552, i contrari 81 e 60 gli astenuti.

19.14 – Parolin: «Inaccettabile bombardare un ospedale»

Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha definito «inaccettabile» il bombardamento sull’ospedale pediatrico di Mariupol pur senza spingersi, anche se sollecitato dai giornalisti, a parlare di crimini di guerra. Parolin ha rinnovato il suo appello per un cessare fuoco e per «corridoi umanitari» sicuri.

19.02 – L’Onu: «516 civili uccisi dall’inizio della guerra»

Da quando è cominciata l’offensiva russa in Ucraina, il 24 febbraio scorso, sono rimasti uccisi almeno 516 civili e altri 908 sono rimasti feriti. A rendere noto il dato è l’ufficio dell’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani, che nel precedente bilancio di ieri parlava di 474 vittime e 861 feriti.

18.50 – Raid russi all’ospedale di Mariupol

Sono almeno 17 le persone rimaste ferite nel bombardamento russo dei reparti di maternità e pediatrico di un ospedale a Mariupol, nel sud dell’Ucraina. Lo ha affermato il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, secondo cui tra queste ci sono donne in travaglio e il raid ha violato il cessate il fuoco per i corridoi umanitari. «Ci sono poche cose più ignobili che prendere di mira i vulnerabili e gli indifesi», ha commentato il premier britannico Boris Johnson.

18.17 La Russia chiede il rientro di tutte le opere in prestito

Il direttore del museo di San Pietroburgo ha scritto al direttore di Palazzo Reale a Milano Domenico Piraina e al presidente di Skira editore Massimo Vitta Zelman per chiedere di riavere le opere prestate per la mostra su Tiziano. «In base alla decisione del ministero russo della Cultura tutti i prestiti in essere devono essere restituiti dall’estero alla Russia – ha scritto – l’Ermitage è un museo statale che dipende dal ministero della Cultura».

17.45 – Stop alle attività di Amazon in Russia

Anche Amazon dice stop alle sue attività commerciali in Russia. Il gigante dell’e-commerce ha sospeso l’accesso al suo canale video Prime per i clienti in Russia, fermato la spedizione di prodotti in Russia e Bielorussia e fermato l’accesso a nuovi clienti del servizio cloud Aws basati nei due paesi.

17.27 – Nuovi raid su Kharkiv

Nuovi bombardamenti russi sono in corso su Kharkiv. Nella seconda città ucraina nell’est vicino al confine con la Russia, da giorni sotto assedio, erano stati avviati corridoi umanitari. A darne notizia è il sindaco Igor Terekhov, che ha parlato alla tv ucraina.

17.14 – Putin farà controlli sul coinvolgimento di soldati coscritti

Il presidente Vladimir Putin ha ricevuto la relazione dell’ufficio del procuratore militare sull’attuazione delle sue istruzioni in merito all’esclusione categorica di coscritti nei compiti sul territorio dell’Ucraina. All’inizio della guerra, tutti i comandanti delle unità delle forze armate sono stati incaricati di escludere le nuove leve per qualsiasi compito sul territorio. Sembrerebbe, però, che le cose non siano andate così, e che numerosi coscritti abbiano preso parte alle operazioni militari. A darne notizia è l’agenzia Tass. Il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha fatto sapere che i responsabili della trasgressione verranno puniti.

15.40 – Mariupol sotto bombardamento, fuori Kiev autobus bloccati dai russi: le denunce dei sindaci ucraini

A Mariupol la tregua non sarebbe mai stata rispettata dall’esercito russo. Secondo il vicesindaco Sergiy Orlov, la città: «È sotto continuo attacco dei bombardamenti russi». Secondo Orlov ci sono state a Mariupol 1.170 vittime, di cui 47 sepolte off in una fossa comune. La città versa in una: «situazione medievale» ha detto Orlov, lamentando l’assenza di acqua, riscaldamento, elettricità e gas. I residenti sarebbero costretti a bere la neve sciolta. Ci sarebbero almeno 50 autobus bloccati dai militari russi a Bucha, un sobborgo a Nord di Kiev.

Come riporta la Cnn, il Consiglio comunale locale accusa le truppe russe di violare gli accordi sull’evacuazione dei civili con un corridoio umanitario: «Gli occupanti – scrivono su Facebook i consiglieri comunali – stanno interrompendo l’evacuazione. Attualmente, 50 autobus sono bloccati dai militari russi nel parcheggio: non concedono il passaggio alla colonna di mezzi. Sono in corso trattative per sbloccare il traffico».

La trattativa non avrebbe ancora portato soluzioni a Bucha, mentre in due città vicine le evacuazioni sarebbero iniziate. Lo conferma per esempio il sindaco di Irpin, Oleksandr Markushyn: «L’evacuazione dalla città continua. Ci sono autobus nel centro di Irpin. Stiamo evacuando quante più persone possibile». Sarebbero stati evacuati anche i bambini dell’orfanotrofio di Vorzel, vicino Kiev, così come l’ospedale pediatrico.

14.30 – Aiea: «Nessun pericolo su Chernobyl»

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica assicura che dall’interruzione di energia elettrica su Chernobyl non ci sarebbe: «nessun impatto critico sulla sicurezza». L’Aiea lo ha chiarito dopo che il governo di Kiev ha lanciato l’allarme su possibili perdite di materiale radioattivo entro 48 ore, se non fosse stata ripristinata l’unica rete elettrica che alimenta l’impianto dell’ex centrale nucleare.

14.20 – Kuleba: «A Mariupol 400mila in ostaggio dei russi»

Sempre più precaria la tregua stabilita tra Russia e Ucraina anche oggi per permettere corridoi umanitari da sei città. In particolare a Mariupol la situazione sarebbe tornata grave, come denuncia su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: «La Russia continua a tenere in ostaggio oltre 400mila persone a Mariupol, bloccando gli aiuti umanitari e le evacuazioni». Secondo il ministro: «Mosca continua i bombardamenti indiscriminati. Quasi 3mila neonati sono senza medicine e cibo. Invito il mondo ad agire! Costringa la Russia a fermare la sua barbara guerra contro civili e bambini».

14.00 – Berlino: «Nessuno ha interesse in un incidente a Chernobyl»

Il portavoce del ministero dell’Ambiente tedesco, Christoper Stolzenberg, ha detto che a Berlino non risulta: «che vi sia una fuoriuscita di radioattività» dall’impianto nucleare di Chernobyl. Nelle ultime ore sulla centrale sono cresciuti gli allarmi delle agenzie di sorveglianza nucleare internazionale e ucraina, dopo che si è interrotta la comunicazione dei livelli di salvaguardia dall’impianto, da giorni nelle mani dell’esercito russo: «Le informazioni sono recenti – ha spiegato Stolzenberg – e stiamo approfondendo la situazione. Nessuno può avere interesse a un incidente che avrebbe effetti catastrofici alla centrale di Chernobyl».

12.42 – Chernobyl ferma: «Possibile rilascio sostanze radioattive»

Energoatom, è l’azienda di Stato ucraina che si occupa di gestire le centrali nucleari: in tutto il Paese ci sono quattro impianti. Energoatom ha affermato che al momento Chernobyl è senza energia e questo potrebbe portare al rilascio di sostanze radioattive, visto che c’è il rischio di impedire il raffredamento del combustibile nucleare esaurito.

12.03 – Cremlino: «L’offerta dei jet polacchi crea uno scenario potenzialmente pericoloso»

Gli Stati Uniti hanno respinto l’ipotesi di fornire jet a Kiev, la Polonia offre i suoi ma il Cremlino avverte che questo potrebbe aprire a «uno scenario pericoloso». Il tema è quello della protezione degli spazi aerei sopra l’Ucraina. Il presidente Zelensky ha chiesto più volte alla Nato di aprire una No Fly Zone ma la richiesta è stata respinta. Zelensky quindi ha cominciato a chiedere ai membri dell’alleanza atlantica di fornire i jet necessari per consentire all’esercito ucraino di garantire la copertura aerea. Nelle ultime ore la Polonia ha proposto di trasferire tutti i suoi MIG-29 in una base Nato in Germania, uno spostamento che avrebbe potuto anticipare l’invio dei jet in Ucraina. Anche questa proposta è stata declinata dalla Nato.

12.02 – Kiev: «Mosca ha fermato la centrale di Chernobyl»

L’annuncio era già arrivato nelle ultime ore. L’Agenzia internazionale dell’energia atomica aveva avvisato che la centrale di Chernobyl, passata sotto il controllo dei russi, aveva smesso di trasmettere i dati sui materiali nucleari. Queste informazioni garantivano a una fonte di controllo indipendente di verificare i livelli di radioattività. Ora Kiev ha lanciato una nuova accusa e sostiene che la centrale sia «completamente ferma». L’ultimo reattore della centrale è stato messo fuori servizio nel dicembre del 2000: la frase, riportata dalle agenzie, si riferisce ai sistemi di controllo della radioattività.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha spiegato che l’esercito sta prendendo tutte le misure per mettere sotto controllo le centrali nucleari dell’Ucraina: «Avendo una industria nucleare sviluppata, la Russia è pienamente consapevole dei potenziali rischi alle infrastrutture nucleari e sta facendo il massimo per assicurare l’adeguata sicurezza degli impianti nucleari dell’Ucraina».

Zakharova ha spiegato che Mosca ha scelto di prendere il controllo di questi luoghi per impedire che altri gruppi militari le usino come metodo di provocazione: «Vogliamo evitare che i nazionalisti ucraini e altre formazioni terroristiche così come mercenari stranieri possano avvantaggiarsi della situazione creatasi nel paese per organizzare provocazioni nucleari, e questi rischi esistono davvero».

11.03 – Mosca: «Non stiamo cercando di rovesciare il governo di Kiev»

EPA/RUSSIAN FOREIGN MINISTRY | Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo

L’agenzia stampa Ansa ha riportato delle dichiarazioni provenienti da fonti diplomatiche russe sullo stato dei negoziati tra Mosca e Kiev. Secondo queste informazioni al momento il Cremlino non sarebbe interessato a «rovesciare il governo di Kiev» visto che sarebbero stati «fatti alcuni progressi» nei negoziati. L’orientamento del Cremlino è stato confermato anche dal The Guardian, la testata britannica riporta altre dichiarazioni del ministero degli Esteri russo secondo cui 140 mila cittadini ucraini si sarebbero spostati in Russia dall’inizio del conflitto.

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha spiegato che l’obiettivo di Mosca è che l’Ucraina arrivi a ricoprire uno status «neutrale». Anche Zakharova ha confermato che i negoziati stanno andando avanti: «Ci sono stati alcuni progressi nelle negoziazioni destinati a mettere fine il prima possibile allo spargimento di sangue insensato e alla resistenza delle forze armate ucraine».

10.41 – Onu: «La Bielorussia viola i diritti di migliaia di cittadini»

Oltre alla Russia e all’Ucraina, uno dei Paesi che sono coinvolti in questa guerra è la Bielorussia. Lo Stato guidato dal dittatore Alexander Lukashenko ha forti legami con Mosca e ha consentito il transito di tutte le truppe russe, ricoprendo (di fatto) la funzione di retroguardia. In un rapporto pubblicato dall’Onu nelle ultime ore viene ribadito il fatto che il regime di Lukashenko stia violando i diritti di migliaia di cittadini: «Le ampie e sostenute azioni intraprese dalle autorità per reprimere il dissenso e la società civile, i media indipendenti e i gruppi di opposizione, proteggendo nel contempo gli autori di questi atti, testimoniano una situazione di totale impunità in Bielorussia».

10.27 – I soldati del Regno Unito e le paure di Londra

Secondo i media del Regno Unito, quattro soldati inglesi sono andati a combattere in Ucraina contro le truppe russe. Una scelta volontaria, che ora però sta mettendo in difficoltà Londra. La paura infatti è che il Cremlino possa affermare che truppe occidentali stanno partecipando alla guerra. Fra le persone coinvolte in questa decisione c’è anche una guardia della regina Elisabetta II che lavorava a Windsor.

Il governo di Boris Johnson ha ribadito ai suoi cittadini di non artire come combattenti volontari verso l’Ucraina, soprattutto se sono militari. Sulla questione dei soldati britannici è intervenuto anche Grant Shapps, segretario dei Trasporti del Regno Unito: «Non puoi andare a combattere se sei nell’esercito britannico, non puoi semplicemente alzarti e andare a combattere. Questo è un comportamento inappropriato. L’esercito ha delle regole molto, molto rigide a riguardo».

10.03 – Il ministro degli Esteri cinese: «Nato e Usa responsabili del conflitto»

Il portavoce Zhao Lijian del ministero degli Esteri cinese ha lanciato un attacco rivolto alla Nato e agli Stati Uniti: «Sono state le azioni della Nato guidata dagli Stati Uniti che hanno gradualmente spinto fino al conflitto Russia-Ucraina. Ignorando le proprie responsabilità, gli Usa accusano invece la Cina della propria presa di posizione sulla vicenda e cercano margini di manovra nel tentativo di sopprimere la Cina e la Russia, per mantenere la propria egemonia». Zhao Lijian ha risposto a una serie di ricostruzioni pubblicate dal New York Times secondo cui Pechino sarebbe stato a conoscenza da tempo dei piani di invasione decisi da Vladimir Putin.

Sempre Zhao Lijian ha spiegato che il governo cinese si oppone al bando del petrolio russo deciso dagli Stati Uniti: «Il nostro governo si oppone con forza alle sanzioni unilaterali che non hanno fondamento nel diritto internazionale. Provocherà solo serie difficoltà all’economia e alle persone, e aggraverà divisioni e confronto. Cina e Russia hanno sempre mantenuto buone relazioni di cooperazione energetica e continueranno a farlo anche su giacimenti di petrolio e gas, nel rispetto reciproco».

9.38 – Ok a sei corridoi umanitari

C’è l’accordo fra Kiev e Mosca per il cessate il fuoco con evacuazione dei civili attraverso 6 corridoi umanitari: lo ha annunciato la vice premier ucraina Iryna Vereshchuk. La tregua è prevista fra le 9 e le 21 di oggi. «Alle 5 e 30 abbiamo ricevuto un messaggio dalla Russia sui percorsi che avevamo proposto. Abbiamo inviato una lettera al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), e il nostro primo ministro, Denys Anatoliyovych Shmyhal, ha parlato con il responsabile Peter Maurer alle 9 per confermare il coordinamento. I militari sono d’accordo di cessare il fuoco dalle 9 alle 21 di oggi», ha detto Vereshchuk in un discorso video rilasciato sul canale Telegram dell’ufficio presidenziale ucraino. Le rotte sono quelle fra Enerhodar e Zaporizhzhya, Sumy-Poltava, Mariupol-Zaporizhzhya, Volnovakha-Pokrovsk, Izjum-Lozove, Vorzel, Bucha, Borodyanka, Irpin, e Hostomel-Kyiv

9.21 – Colloquio Draghi-Macron

In vista del Consiglio europeo informale, previsto domani e dopodomani a Parigi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente francese Emmanuel Macron nel corso della quale sono stati esaminati gli ultimi sviluppi della crisi in Ucraina e le sue conseguenze sull’economia europea.

9.13 – Kiev: tre bambini uccisi a Sumy

Sono tre i bambini rimasti uccisi nell’attacco avvenuto nella notte tra lunedì e martedì a Sumy, nel nord est dell’Ucraina: il bilancio complessivo delle vittime sale così a 22. Lo rende noto il governatore della regione, Dmytro Zhyvytskyy, su Telegram: «Questa storia può essere giustamente definita un massacro, perché una bomba ha ucciso 22 persone», scrive Zhyvytskyy, precisando che «tra le 22 persone uccise c’erano 3 bambini. Inizialmente ne sono stati denunciati due, ma oggi i soccorritori hanno estratto dalle macerie il corpo di un bambino. Sono tutti della stessa famiglia». Zhyvytskyy spiega che tra le vittime nove persone erano nella stessa abitazione e che “sei case sono state distrutte completamente”, mentre altre due dozzine parzialmente. Ci sono anche “otto persone ferite, tra cui una bambina di cinque anni”, aggiunge.

8.59 – Mosca elabora una risposta alle sanzioni

La Russia sta lavorando ad una risposta rapida e ponderata alle sanzioni imposte dall’Occidente, che sarà avvertita nelle aree più «sensibili per coloro a cui si rivolge»: lo ha reso noto il direttore del dipartimento per la Cooperazione economica del ministero degli Esteri di Mosca, Dmitry Birichevsky. Lo riporta l’agenzia RIA

8.43 – Le perdite russe secondo gli ucraini

Il Kyiv Independent pubblica un’infografica che riassume le perdite dei russi dall’inizio della guerra secondo gli ucraini. Intanto è confermato che l’Aiea ha perso i contatti con Chernobyl. Il direttore generale Rafael Mariano Grossi ha lanciato un appello a Mosca per chiedere che sia rispettata la rotazione dei 210 tecnici che lavorano alla centrale, al lavoro senza interruzione dal 24 febbraio scorso, quando le truppe russe hanno assunto il controllo dell’impianto, mettendo in guardia dal rischio che può comportare il mancato avvicendamento del personale tecnico.

8.15 – Gb: Kiev vince nei cieli

Le difese aeree ucraine hanno ottenuto un notevole successo contro i moderni aerei da combattimento russi: lo ha twittato oggi il ministero della Difesa britannico. Nel suo ultimo aggiornamento dell’intelligence sull’invasione dell’Ucraina, il ministero sostiene che Kiev ha probabilmente impedito alle forze russe di «raggiungere qualsiasi grado di controllo dei cieli. I combattimenti a nordovest di Kiev continuano, con le forze russe che non riescono a fare passi avanti significativi. In un aggiornamento separato pubblicato sempre oggi, il ministero ha avvertito che le città di Kharkiv, Chernihiv, Sumy e Mariupol rimangono «circondate dalle forze russe e continuano a subire pesanti bombardamenti».

7,40 – Attacchi in Donbass

L’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (DPR) ha subito quasi 30 attacchi nelle ultime 24 ore, con un bilancio di sette feriti: lo ha reso noto oggi la missione della DPR presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento (JCCC).

7.38 – Mosca: Kiev voleva attaccare il Donbass

Il ministero della Difesa russo sostiene di essere in possesso di documenti che provano l’intenzione dell’Ucraina di avviare un’operazione militare nel Donbass in marzo. «Questi documenti provano che il regime di Kiev stava segretamente preparando un’operazione offensiva nel Donbass nel marzo 2022», ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov. Secondo Mosca, l’attacco “segreto” è stato deciso dal comandante della Guardia Nazionale Ucraina, il generale Mykola Balan, il 22 gennaio scorso. «Questo e’ l’ordine sull’organizzazione dei preparativi di un gruppo di battaglioni tattici della quarta brigata operativa per l’adempimento di missioni militari (speciali) durante l’operazione delle forze congiunte come parte della brigata delle forze armate ucraine», ha detto Konashenkov. Il documento acquisito dai militari russi era indirizzato ai comandanti delle divisioni territoriali settentrionale (Kyiv), meridionale (Odesa) e occidentale della Guardia Nazionale ucraina, ha detto Konashenkov. «L’ordine trasmesso ai comandi dei dipartimenti della Guardia Nazionale ucraina ha definito un piano di preparazione di una forza d’attacco per un’operazione offensiva nella cosiddetta zona dell’operazione delle forze congiunte nel Donbass», ha detto.

7.28 – Incontro tra Lavrov e gli ucraini in Turchia

Il ministero degli Esteri di Mosca conferma l’incontro in Turchia tra Sergei Lavrov e il capo della diplomazia di Kiev, Dmytro Kuleba, il primo tra i due dal 24 febbraio, dall’invasione russa dell’Ucraina. “Riteniamo che dal momento che l’Ucraina ha confermato, l’incontro si terrà, in particolare perché su iniziativa della Turchia, che ospita l’appuntamento a margine del quale è previsto l’incontro”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. In dichiarazioni riportate stamani dall’agenzia Tass, ha aggiunto che Lavrov dovrebbe partire oggi.

7.10 – Il corridoio di Sumy è aperto

Il corridoio di evacuazione dei civili dalla città ucraina di Sumy, nel nordest del Paese, rimarrà aperto anche oggi: lo ha reso noto con un messaggio sui social il governatore della regione, Dmytro Zhyvytskyy, secondo quanto riporta la Cnn. «Amici! Il team negoziale ha lavorato tutta la notte e oggi ha esteso l’operazione nel corridoio umanitario da Sumy a Poltava», ha scritto oggi Zhyvytskyy nel post, aggiungendo che il corridoio sarà aperto dalle 9:00 alle 21:00 ora locale (dalle 8:00 alle 20:00 in Italia). Zhyvytskyy ha spiegato che i cittadini potranno usare i loro mezzi per raggiungere Poltava (una cittadina a circa 175 km a sud di Sumy) e nel primo pomeriggio saranno disponibili anche i 22 autobus che sono già stati utilizzati ieri per le evacuazioni.

7.00 – Aiea: interrotti i dati di trasmissione di Chernobyl

I sistemi che permettono di controllare a distanza i materiali nucleari della centrale di Chernobyl in Ucraina, sotto controllo russo, hanno smesso di trasmettere i dati all’Agenzia internazionale dell’energia atomica. L’allarme è stato lanciato dalla stessa Aiea. La Russia ha preso il controllo della centrale nucleare, uno dei primi obiettivi strategici raggiunti dopo l’invasione del Paese iniziata il 24 febbraio scorso, facendo temere per possibili incidenti 36 anni dopo la peggior catastrofe nucleare della storia, avvenuta proprio a Chernobyl nell’aprile del 1986. Fino a quando i dati sono stati disponibili, l’organismo di Vienna non aveva rivelato aumenti dei livelli di radioattività.

6.30 – Banca Centrale Russa: stop ai prelievi

La Banca centrale russa ha stabilito che gli istituti di credito del Paese non potranno più consegnare ai clienti denaro contante in valuta straniera, per cifre superiori ai 10 mila dollari. La decisione, che è stata assunta per frenare l’utilizzo di valuta estera aumentato in seguito alle sanzioni, è in vigore da oggi e avrà una durata di sei mesi. Il contante, inoltre, potrà essere prelevato solo da conti in valuta estera e nell’eventualità di importi superiori ai 10 mila dollari, il restante sarà pagato in rubli al tasso di cambio giornaliero. Nessuna restrizione, invece, per i cambi da valuta estera a rubli.

5.25 – I morti a Sumy

Almeno una persona è morta e altre 14 sono rimaste ferite in bombardamenti che nella notte hanno colpito la zona di Okhtyr, in Ucraina. Lo hanno denunciato le autorità di Sumy, come riporta il Guardian, secondo cui stando a Dmytro Zhyvytskyi alcune persone risultano disperse. Denunciati attacchi contro infrastrutture civili, compresa una stazione, un edificio governativo e negozi. Ieri sera la vice premier Ucraina Iryna Vereshchuk, citata dall’agenzia Unian, ha confermato che circa 5.000 ucraini e 1.700 studenti stranieri sono stati evacuati da Sumy, nel nordest del Paese ad appena 30 km dal confine russo.

4.15 – Petrolio in rialzo

Prezzi del greggio ancora in rialzo sui mercati asiatici, dopo il divieto statunitense all’importazione di petrolio russo e la prosecuzione dell’invasione russa in Ucraina. Anche la Gran Bretagna ha annunciato che abbandonerà gradualmente le importazioni di petrolio e prodotti petroliferi russi entro la fine del 2022. La quotazione del greggio è ora circa il doppio rispetto all’inizio di dicembre. Così il Brent è scambiato a 130,18 al barile, in rialzo dell’1,72%, ma ben sotto il picco di 139,13 dollari toccato lunedì. Il West Texas Intermediate è in aumento dell’1,31% a 125,32 dollari al barile.

3.44 – Sirene a Kiev

Le sirene tornano a suonare a Kiev a notte fonda. Il municipio invita i cittadini a raggiungere i rifugi. L’ultimo aggiornamento diffuso su Facebook dallo Stato Maggiore e riportato dal Guardian parla di combattimenti a nord e nel nordest con operazioni di combattimento a Polisky e Volyn, combattimenti nelle aree di Nizhyn, Ivanytsia, Trostyanets e anche nella città di Chernihiv. A sud, secondo i militari ucraini, continuano le operazioni per mettere in sicurezza “aeroporti e infrastrutture cruciali”. Le truppe “a difesa” di Kiev “mantengono salde le posizioni”.

3.15 – L’evacuazione di Sumy

Nexta mostra un video che ritrae la devastazione e l’evacuazione di Sumy:

3.40 – La Russia e la centrale nucleare di Zaporizhzhia

La Russia ha preso il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ad annunciarlo è la Guardia Nazionale russa citata dall’agenzia Interfax. Secondo quanto riferito da Mosca, circa 240 persone a guardia della centrale avrebbero deposto le loro armi. In nottata l’Ucraina aveva comunicato che «lo staff della centrale nucleare di Zaporizhzhia è in ostaggio da quattro giorni. Ci sono circa 500 militari russi e 50 unità di equipaggiamento pesante all’interno della centrale. Il personale è fisicamente e psicologicamente esausto. Facciamo appello ai nostri partner internazionali affinché prendano tutte le misure per far ritirare le forze di occupazione russe dagli obiettivi militari conquistati e chiudano lo spazio aereo sull’Ucraina».

3.00 – Stop alle pubblicazioni di Condé Nast in Russia

Condé Nast sospende la pubblicazione delle sue testate, tra cui Vogue, GQ, Architectural Digest e Glamour in Russia a causa della guerra in Ucraina e i rischi imposti dalla censura. «Continuiamo ad essere scioccati e orripilati dalla tragedia della crisi umanitaria – ha detto il Ceo del colosso del fashion Roger Lynch in un messaggio allo staff -, ma abbiamo giornalisti e team editoriali in tutto il mondo ed è importantissimo che continuiamo a produrre contenuti senza metterli in pericolo». Il memo cita le nuove leggi sulla censura del governo russo che «rendono impossibile continuare in questo modo». Conde Nast ha cominciato a pubblicare in Russia nel 1998.

2.12 – Il Pentagono: no ai jet

Il Pentagono respinge l’offerta della Polonia di mettere a disposizione degli Stati Uniti i suoi jet da combattimento MiG-29 in una base in Germania, in risposta alla richiesta di jet da combattimento dell’Ucraina, definendo l’offerta non sostenibile. Il portavoce del Pentagono John Kirby, in una dichiarazione, ha detto che la prospettiva di jet che partono da una base degli Stati Uniti e della Nato in Germania «per volare in uno spazio aereo che è contestato con la Russia sull’Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera alleanza della Nato. Continueremo a consultarci con la Polonia e gli altri nostri alleati della Nato su questo problema e le difficili sfide logistiche che presenta, ma non crediamo che la proposta della Polonia sia una proposta sostenibile», ha aggiunto Kirby.

00.19 – Fitch declassa la Russia

Fitch ha declassato il rating della Federazione Russa da `B’ a `C’ a causa degli effetti sanzionatori per l’invasione dell’Ucraina, sottolineando in una nota il rischio di un imminente default del debito.

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