In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ESTERICalcioOligarchiRoman AbramovichRussiaSanzioni internazionali

Quante squadre di calcio sono ancora in mano agli oligarchi e quali rischiano un effetto Abramovich?

10 Marzo 2022 - 19:00 Antonio Di Noto
Usmanov si è slegato dall'Everton e Abramovich aveva provato a vendere il Chelsea prima che le sanzioni glielo impedissero e bloccassero la vendita di biglietti del club. Ecco come se la passano gli altri oligarchi patron delle squadre di calcio

Da quando è iniziata, la guerra in Ucraina ha mostrato i suoi effetti non solo sul campo di battaglia, ma anche su quello economico e sportivo. Le sanzioni imposte da UE, USA e Regno Unito hanno congelato gli asset degli oligarchi russi causando loro non pochi disagi. Nel mondo del calcio, hanno destato clamore la decisione di Roman Abramovich di vendere il Chelsea campione d’Europa, bloccata oggi 10 marzo dalla decisione del governo inglese di congelare i beni del magnate, e quella dell’Everton di interrompere i legami commerciali con le compagnie del magnate russo Ališer Usmanov. Entrambi gli oligarchi sono stati sanzionati sia dall’UE che dal Regno Unito. Nei giorni scorsi, l’Everton si è dissociato da USM, Magafone e Yota, le compagnie di Usmanov che avevano finora sponsorizzato il club. Con questa mossa il club si è privato di 30 milioni di sterline che avrebbe ottenuto dalla cessione dei diritti del nome del nuovo stadio a USM.

D’altra parte, Abramovich aveva messo in vendita il Chelsea ancor prima che le sanzioni venissero approvate, ma da oggi il club non potrà essere ceduto, dato che il Regno Unito ha bloccato i capitali dell’oligarca, che per di più non ha ancora trovato compratori disposti a versare i 3,3 miliardi di sterline necessari all’acquisto. Nel frattempo, a causa del blocco delle transazioni imposto al magnate, il Chelsea può continuare a operare, ma non potrà vendere biglietti o rinnovare contratti. Quello di Abramovich e Usmanov però non è stato il destino di tutti gli oligarchi russi che avevano investito in club calcistici. Nonostante la lista degli uomini d’affari russi sanzionati sia piuttosto lunga, alcuni proprietari di squadre di calcio sono riusciti a mantenerne il possesso dei club senza troppi scossoni.

Dimitry Rybolovlev – Monaco e Brugge

Ansa | Dmitry Rybolovlev (a sx) con il Principe Alberto II di Monaco (a dx), allo stadio Louis II di Monaco in occasione dei quarti i finale di Champion’s League tra Monaco e Borussia Dortmund il 19 aprile 2017

Il sette volte miliardario Dmitry Rybolovlev è ancora proprietario dell’AS Monaco e della sua sqaudra satellite, il Brugge KV. Da quando Rybolovlev l’ha acquistato nel 2011, il Monaco è stato promosso dalla Ligue 2 alla Ligue 1, la maggior serie francese, che ha vinto nel 2017. Nello stesso anno la squadra del principato ha raggiunto la semifinale di Champion’s League e ha lanciato Kylian Mbappe, che ha poi venduto al PSG per 180 milioni di euro. Nonostante figuri nel Putin Accountability Act del governo statunitense, Rybolovlev, che ha spesso preso le distanze da Putin non è stato sanzionato né dall’UE né dal Regno Unito, e quindi rimane, almeno per ora, proprietario dei due club.

Ivan Savvidis – PAOK Salonicco

Ansa | Ivan Savvidis viene scortato fuori dal campo dopo averlo invaso armato l’11 marzo 2018 in occasione della partita tra PAOK Salonicco ed AEK Atene

Ivan Savvidis è un imprenditore russo con cittadinanza greca. Nel 2013 è stato inserito da Forbes nella lista degli uomini più ricchi di Russia al trentesimo posto. É proprietario del PAOK Salonicco dal 2012, oltre che dell’FC Rostov, ed è noto soprattutto perché nel 2018, per protestare contro un gol annullato, è entrato in campo con una pistola nella fondina. Savvidis è stato membro della Duma dal 2003 al 2011 e mantiene tuttora stretti legami con Putin, motivo per il quale è stato colpito dalle sanzioni dell’UE. Anche se volesse, quindi, Savvidis non potrebbe vendere il PAOK. L’imprenditore però, al momento ha altre gatte da pelare, essendo stato condannato a 25 mesi di carcere a febbraio per essere entrato in campo armato.

Maxim Demin – Bournemouth

Ansa | Maxim Demin, proprietario del Bournemouth

Maxim Demin è un imprenditore con cittadinanza russa e inglese. Il suo patrimonio stimato è di 100 milioni di sterline. Ha acquistato l’AFC Bournemouth nel 2011 per 12 milioni di euro. Sotto il patrocinio di Demin il club ha ottenuto la promozione dalla terza alla seconda divisione inglese nel 2013 per poi approdare in Premier League nel 2015, da cui è retrocesso nel 2020. Demin non è stato incluso nella liste nera del Regno Unito e può quindi continuare ad operare nel paese.

Valerij Oyf – Vitesse

Vitesse | Valeriy Oyf (a sx), proprietario del Vitesse

Valeriy Oyf è un oligarca russo che ha costruito la sua fortuna commerciando soprattutto oro, alluminio, gas, e petrolio. Di lui si sa poco, al punto che persino l’entità del suo patrimonio è ignota. Si sa però che fa parte della cerchia di amici di Abramovich, che è stato direttore di Gazprom e Sibneft, e che ha doppia cittadinanza russa e ucraina, dato che è nato a Odessa. E’ proprietario dell’SVB Vitesse dal 2018, uno dei club calcistici più antichi dei Paesi Bassi, nonché avversario della Roma stasera in Conference League. Durante l’era Oyf il Vitesse ha ottenuto il suo miglior risultato nel 2021, piazzandosi al quarto posto della Eredivisie, la maggiore serie olandese. Oyf non è stato inserito in nessuna lista nera e non è stato oggetto di nessuna sanzione in seguito alla guerra in Ucraina.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti