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Guerra in Ucraina, la paura per le armi termobariche e chimiche: Putin sarà processato per crimini di guerra?

11 Marzo 2022 - 09:47 Redazione
Oggi la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su richiesta della Russia, che afferma che gli Stati Uniti aiutano a produrre armi chimiche in territorio ucraino. Ma il sospetto è che Mosca sia alla ricerca di un pretesto

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà nelle prossime ore su richiesta della Russia: si parlerà della convinzione di Mosca, diffusa in queste ore dai suoi più alti esponenti diplomatici (e rilanciata anche dai cinesi), per cui gli Stati Uniti avrebbero attività biologiche in Ucraina. Una ricostruzione rispedita al mittente dagli americani. «Abbiamo preso atto delle false affermazioni della Russia sui presunti laboratori statunitensi di armi biologiche e sullo sviluppo di armi chimiche in Ucraina. Abbiamo anche visto funzionari cinesi rilanciare queste teorie del complotto», scrive su Twitter la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki.

Un tentativo di giustificare l’attacco?

«L’ossessione maniacale con cui vari funzionari russi fantasticano su armi o rischi biologici o chimici inesistenti in Ucraina è profondamente preoccupante e potrebbe effettivamente indicare che la Russia sta preparando un’altra orribile operazione sotto falsa bandiera», scrive sempre su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. «Sono il presidente di un paese degno, di una nazione degna», dice in un video il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, «e padre di due bambini. E nella mia terra non sono state sviluppate armi chimiche o altre armi di distruzione di massa». Alle affermazioni della Russia, che sostiene di avere le prove che dimostrerebbero he nei laboratori ucraini vengono realizzati componenti biologici con il finanziamento del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Zelensky risponde: «Mi preoccupa molto: perché se vuoi conoscere i piani della Russia, guarda a cosa la Russia accusa gli altri di pianificare».

La tesi degli americani (e degli ucraini) è proprio questa: le dichiarazioni definite «assurde» di Mosca «potrebbero rappresentare un tentativo di giustificare l’attacco», dice Psaki, e ora dobbiamo stare attenti al possibile uso di armi chimiche o biologiche in Ucraina, ma anche all’eventualità che Mosca cerchi un pretesto per usare armi non convenzionali. Una ricostruzione (e una paura) confermata ai massimi livelli anche dal primo ministro britannico Boris Johnson: «È una cosa che fanno. Iniziano dicendo che ci sono armi chimiche ammassate dai loro avversari o dagli americani. E così, quando loro stessi le impiegano, hanno questa sorta di maskirovka (inganno militare in russo, ndr) o falsa storia pronta da usare». Gli americani quindi cercano di anticipare – e di scongiurare – l’uso di armi chimiche (cloro, agenti blister, agenti nervini) – o biologiche, come l’antrace o il carbonchio.

Armi termobariche

Un allarme che è stato raccolto, ricostruisce il Corriere della Sera, anche dall’intelligence britannica, che ha sottolineato come l’esercito di Vladimir Putin stia usando armi termobariche in Ucraina: «Il ministero della Difesa russo ha confermato l’utilizzo di lanciarazzi TOS-1A, che sparano missili termobarici creando effetti incendiari ed esplosivi». Si tratta di testate usate per esempio in Siria, lanciate dai cingolati TOS-1A, composte da gas infiammabile e particelle metalliche. Non sono illegali, ma lo diventano se vengono utilizzate contro la popolazione civile o contro obiettivi militari mettendo a rischio i civili, o causando «danni o distruzioni eccessive rispetto al vantaggio che ne deriva», e portando «sofferenze non necessarie».

Putin andrà mai a processo?

Sono certamente crimini di guerra, secondo le Convenzioni di Ginevra del 1949 e lo Statuto di Roma, approvato presso la sede della Fao nella capitale nel 1998 – e che nel 2002 ha portato all’inaugurazione della Corte Penale Internazionale, dopo la ratifica di 60 Stati firmatari – gli attacchi su ospedali, su scuole, su monumenti storici, quelli deliberati sui civili e quelli che provocano un numero di vittime civili sproporzionato rispetto all’obbiettivo militare. Il mondo in queste ore ha negli occhi la devastazione dell’ospedale pediatrico e di maternità di Mariupol, le donne in attesa portate vie in barella, la morte qui di almeno una bambina. Nella notte, a Dnipro, sarebbe stata attaccata una scuola. Gli episodi aumentano, ma saranno sufficienti per portare il presidente russo sul banco degli imputati?

E quando, se pensiamo che per esempio l’ex presidente serbo Milosevic, ricercato dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia creato dall’Onu, è stato arrestato dalla polizia del suo Paese e spedito all’Aia nel 2001, sei anni dopo il massacro di Srebrenica? I tempi, eventualmente, sono assai più lenti della cronaca, anche se la vice presidente Usa Kamala Harris ha rilanciato proprio ieri che «dovrebbe assolutamente esserci un’indagine sui crimini di guerra» attribuiti ai russi in Ucraina. Dove e presso quale Corte? «Tutti saranno chiamati a rispondere dei crimini di guerra commessi, a ogni grado della catena di comando», ha tuonato nel frattempo il governo britannico. Ma gli «atti» criminali, per essere condannati da un tribunale internazionale, ricostruisce ancora il Corriere, devono essere in maniera provata «estesi» e «sistematici».

L’indagine della Corte Penale Internazionale

Il 28 febbraio scorso, a quattro giorni dall’invasione russa dell’Ucraina, il procuratore generale della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha annunciato l’apertura di un’indagine definendo fondati i sospetti su crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sono una quarantina, Italia inclusa, le nazioni che hanno chiesto alla Cpi di agire. L’Unione Europea sta collaborando alla raccolta di prove tramite l’Unità di cooperazione giudiziaria nota come Eurojust. «Ciò che Putin e Lukashenko stanno facendo in Ucraina è un crimine di guerra», dice la presidente Parlamento Ue, Roberta Metsola. Chiede un processo, «quando sarà il momento». La Cpi non è un tribunale delle Nazioni Unite – e ha numeri di attività assai lontani dalle esigenze della cronaca e dalla velocità della guerra – ed è sostenuta da 124 paesi sui 193 rappresentati all’Onu.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu può chiedere alla Corte di attivarsi su casi specifici, ma tre dei cinque membri permanenti, ovvero Cina, Russia e gli stessi Stati Uniti – che tra l’altro hanno diritto di veto – non hanno ratificato lo Statuto di Roma. Nel tempo le Nazioni Unite hanno creato tribunali ad hoc, per esempio per l’ex Jugoslavia e per il Ruanda. Cosa succederà per quanto sta accadendo in Ucraina? Di certo al momento Putin e i suoi non rischiano di essere portati davanti ad alcuna corte internazionale. Un cambio di forze al potere in Russia – prospettiva che al momento appare remotissima – potrebbe peròò cambiare le carte in tavola. Come accadde a Milosevic, che sei anni dopo venne spedito all’Aia dal nuovo premier serbo Zoran Dindic.

In copertina ANSA/POLIZIA UCRAINA | Una donna piange stringendo il suo neonato mentre si allontana dall’ospedale di Mariupol dopo il bombardamento russo del 9 marzo 2022.

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