Anonymous, in una settimana mandati 7 milioni di sms a numeri russi sulla guerra in Ucraina
Negli ultimi giorni le azioni di Anonymous nella campagna #OpRussia si sono concentrate sulla bolla di censura che sta chiudendo la Russia. Dal 14 marzo Instagram non sarà più accessibile, le televisioni internazionali, Rai compresa, stanno lasciando Mosca e le leggi approvate in questi giorni prevedono fino a 15 anni di carcere per chi diffonde quelle che il Cremlino ritiene fake news. Il 4 marzo Anonymous ha deciso di aprire una campagna per mandare sms ai russi, attraverso un portale che mette a disposizione numeri appartenenti a operatori telefonici di questo territorio. Il portale si chiama 1920.in e, da quello che abbiamo avuto modo di vedere, spesso in questi giorni è stato in down per i troppi accessi. A una settimana di distanza gli hacker hanno rivelato i numeri di questa campagna: fino a questo momento sono stati mandati oltre 7 milioni di sms ad altrettanti numeri di operatori che lavorano in Russia.
Ad occuparsi di tutta questa azione è il gruppo Anonymous che si coordina con l’account Twitter @squad3o3. Oltre agli sms questi hacker hanno creato anche portali per mandare mail a indirizzi russi, mail.1920.in, e messaggi WhatsApp, wa.1920.in. Per contrastare la censura, gli hacker di Anonymous hanno lavorato su altri fronti. Sono entrati in una rete di 400 webcam russe per scrivere su tutte le immagini messaggi contro Vladimir Putin, hanno hackerato due volte le reti televisive del Paese per trasmettere immagini sulla guerra e hanno riempito le recensioni Google Maps e TripAdvisor dei ristoranti russi con commenti sulla guerra in Ucraina. TripAdvisor è arrivata anche a togliere tutte le recensioni più recenti a Mosca per evitare di incappare a sua volta nella censura russa.
March 11, 2022
L’attacco a Roskomnadzor: 820 gb di dati rubati
Nella notte tra il 10 e l’11 marzo gli hacker hanno attaccato anche Roskomnadzor, l’autorità che regola i media in Russia. Dalle prime informazioni rilasciate, Anonymous sarebbe riuscito a rubare in questa azione un totale di 820 gb di dati, promettendo così di rilasciare presto 360 mila documenti al pubblico. Tutte le informazioni sarebbero state prelevate dalla sede di Roskomnadzor nella Repubblica di Bashkortostan, una provincia russa da 4 milioni di abitanti che si trova all’inizio della parte asiatica del Paese, vicino al Kazakistan.
March 10, 2022
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