Covid, l’annuncio del generale Figliuolo: «Ho fatto la mia parte, il 31 marzo passo la mano»
«Il 31 marzo voglio passare la mano, perché ho un incarico importante come comandante del Covi (Comando operativo di vertice interforze, ndr) e mi voglio dedicare a quello. Penso di aver fatto la mia parte, ho visto cose belle e cose meno belle ma basta così. Sono un tecnico e voglio rimanere un tecnico». È l’annuncio del generale Francesco Paolo Figliuolo, il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus e, dallo scorso 19 gennaio, comandante del Covi. Il commissario straordinario della struttura anti-Covid ricoprirà dunque l’incarico fino al 31 marzo, giorno in cui finirà lo stato di emergenza in Italia, e le funzioni della struttura commissariale passeranno alle Regioni.
Negli scorsi giorni, a quanti gli chiedevano cosa avrebbe fatto dopo la fine dello stato di emergenza anche alla luce del suo ruolo di comandante del Covi, per cui si dovrà occupare del coordinamento e della pianificazione delle operazioni ed esercitazioni militari, il generale Figliuolo spiegava: «Se vedete quello che sta succedendo oggi nel mondo (vedasi la situazione in Ucraina, ndr) penso che di cose da fare ne ho, perché da me dipendono tutte le forze nelle missioni operative, sia in Italia sia all’estero».
Inoltre, la struttura commissariale per l’emergenza Covid in Italia nei scorsi giorni aveva inviato un vademecum agli Enti locali in modo da condividere le linee guida e d’applicazione per fronteggiare eventuali recrudescenze ed emergenze a livello locale nella gestione della pandemia. Nella comunicazione, la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo rimarcava «la complessità della tematica legata alla pianificazione dell’afflusso/stoccaggio/distribuzione dei vaccini», sottolineando come, nel corso di questi mesi, avesse «fornito alle regioni un quantitativo di dosi tali da permettere una prima risposta a un eventuale allargamento della platea della quarta dose».
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