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L’ospedale bombardato a Mariupol non è quello indicato all’Onu dai russi per giustificare l’attacco

12 Marzo 2022 - 17:24 David Puente
Un ulteriore elemento smentisce le ricostruzioni delle autorità russe, già pizzicate a diffondere false notizie e complotti sulle vittime

Nel rispondere alle accuse di aver bombardato un ospedale a Mariupol, con all’interno donne incinte e diversi pazienti, le autorità russe sostengono che fosse una base dei soldati ucraini. A loro difesa, citano un documento del rappresentante russo all’Onu nel quale si afferma che i militari avrebbero cacciato medici e pazienti dell’ospedale. Il documento esiste, è datato 7 marzo 2022, ma c’è un problema: l’ospedale ucraino indicato non risulta lo stesso successivamente bombardato.

Nel documento si fa riferimento a un “natal hospital #1”. In un precedete articolo di Open Fact-checking avevamo individuato l’esatta posizione dell’ospedale bombardato dai russi attraverso Google Maps. Il motore di ricerca ci fornisce ulteriori informazioni, come il sito dove vengono indicati tutti i centri ospedalieri di Mariupol. Ciò che abbiamo notato è che quello bombardato non risulta indicato con il numero 1, ma con il numero 3 («Центр первинної медико-санітарної допомоги №3»).

A Mariupol sono presenti tre centri ospedalieri dedicati alla maternità e alla medicina neonatale. Quello bombardato si trova nell’area Ovest della città, mentre gli altri due sono situati a Est e Nord Est, a circa 20 minuti d’auto di distanza tra loro. Ricordiamo che i video e le immagini dei militari presenti negli edifici a Mariupol riguardano l’area est della città (ne parliamo qui).

Come dicevamo, la struttura colpita viene indicata come la numero 3 nel sito dei centri ospedalieri di Mariupol, così come viene indicata anche in passato in alcuni articoli e comunicati delle istituzioni locali. Il sito fornisce anche un elenco dei responsabili ospedalieri e dei medici operanti nelle diverse aree. Cercando qualche notizia recente relativa a quelli presenti nella struttura indicata con il numero 3, abbiamo un importate riscontro grazie alla Dott.ssa Mikhailenko Ludmila Anatolyevna (Михайленко Людмила Анатольевна).

L’otto marzo 2022, la Dott.ssa Mikhailenko Ludmila veniva citata in un articolo del sito ucraino Tsn.au, dove si racconta di come veniva preparato il pasto ai pazienti ancora presenti nella struttura, utilizzando un calderone all’aperto. Nella pagina Facebook di un amministratore di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, in un post dello stesso giorno, troviamo un’intervista video della Dott.ssa Mikhailenko dove afferma che all’interno ci sarebbero 45 donne incinte e 47 bambini, di cui 17 neonati e 14 neonati con patologie.

Ricapitolando, le autorità russe giustificano il bombardamento attraverso un documento del loro rappresentante all’Onu, citandolo come prova della presenza di soldati ucraini all’interno dell’ospedale da loro colpito. Tuttavia, l’ospedale indicato dal documento non risulta essere quello, ma un altro. Una situazione molto strana, che in questo momento mette ulteriormente in dubbio le accuse delle autorità russe, già pizzicate a diffondere false notizie e teorie del complotto sulle vittime.

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