Come sta Vladimir Putin: le voci sulle malattia dello Zar e i rapporti degli 007 sulla sua salute
Vladimir Putin è malato? Mentre la guerra in Ucraina arriva all’escalation e sotto gli occhi del mondo ci sono anche le difficoltà dell’esercito russo, si rincorrono le voci sulla salute precaria dello Zar. Con tanto di diagnosi che di volta in volta assegnano all’ex Kgb un problema di demenza o il Parkinson. Oppure addirittura un cancro da curare con farmaci che provocano gonfiori. A cominciare a parlarne ieri è stato il quotidiano britannico Daily Mail, che ha citato vari rapporti di intelligence dei paesi occidentali. In particolare quelli dei Five Eyes, ovvero i servizi segreti di Canada, Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti.
Lo stato psicofisico dello Zar
Secondo questi rapporti dietro ai comportamenti di Putin ci sarebbe una spiegazione dovuta alla sua salute psicofisica. E a provarlo sarebbero le foto più recenti. Quelle che mostrano un evidente gonfiore dal collo alla testa apparso anche nei video più recenti. Oltre al distanziamento fisico durante gli incontri sperimentato con Macron prima e con Scholz poi. «Negli ultimi cinque anni c’è stato un deciso cambiamento nel suo processo decisionale. Chi è vicino a lui ha notato anche una minor chiarezza nel parlare e nel capire il mondo che lo circonda», avrebbero sostenuto le fonti di intelligence con il quotidiano britannico. Ma già nel novembre 2020 il politologo Valery Solovei, ex professore dell’Istituto di Relazioni Internazionali di Mosca, aveva detto che lo Zar soffriva per il morbo di Parkinson. E addirittura che per questo stava meditando di ritirarsi.
Altre ipotesi che circolavano già dall’epoca parlavano di una forma precoce di demenza oppure dell’uso prolungato di steroidi per curare il cancro. Dopo l’incontro con Macron un funzionario francese aveva confermato le perplessità sulla salute di Putin, mentre lo scrittore Sandro Modeo sul Corriere della Sera nei giorni scorsi aveva parlato di possibili problemi alla colonna vertebrale. Dovuti a pregressi traumi sportivi, come accennato un volta dal bielorusso Lukashenko, o a «una neoplasia al midollo spinale, la cui sintomatologia sarebbe compatibile con alcune difficoltà deambulatorie e certe irrequietezze posturali». Lo stesso Putin ha ricordato i «fortissimi dolori alla schiena» patiti dal padre (scomparso il 2 agosto ’99 per cause non chiarite). Indicando così una possibile predisposizione ereditaria.
Una crescente paranoia
Secondo lo scrittore come terapia quel tipo di tumore vede il trattamento elettivo nei corticosteroidi (oltre a chirurgia, radio e più raramente chemio); farmaci che «possono indurre, specie a quantità elevata e periodi prolungati, alterazioni dell’umore a vasto spettro, secondo reazioni soggettive, dal down depressivo all’esaltazione maniacale». Altre fonti raccontano invece di una crescente paranoia per quel che riguarda la sua salute. Ma – ha scritto nei giorni scorsi il Guardian – non è chiaro cosa abbia generato questo cambiamento, con ipotesi che vanno dal Parkinson, un inizio di demenza senile, all’uso di steroidi legati ad un’altra patologia.
«Che sia preoccupato della sua salute è ovviamente mostrato dal suo atteggiamento sul coronavirus», dice una fonte di intelligence ricordando la notevole distanza tenuta da interlocutori come il presidente francese Macron o dal ministro della Difesa Sergei Shoigu. «La copertura della Russia è molto buona, per quel che riguarda l’intelligence – aggiunge una fonte occidentale – Ma c’è un’area grigia quando si arriva alla salute di Putin. Quel che sappiamo è che c’è stato un evidente cambiamento nel suo modo di prendere decisioni negli ultimi cinque anni».
Anni confusi
Fonti del Cremlino hanno poi raccontato di come negli ultimi anni le indicazioni del presidente siano cambiate di continuo. Mentre la forza di persuasione e la chiarezza dei suoi messaggi e delle sue direttive sono man mano scemate, così come più nebulosa sarebbe diventata la percezione che lo Zar ha del mondo attorno a lui. Persino di quanto accade all’esterno delle mura del palazzo. Questo spiegherebbe anche gli errori di valutazione nell’avviare la campagna militare in Ucraina, con molte delle convinzioni del Cremlino dimostratesi sbagliate, a partire da quella che sarebbe stata la reazione ucraina e del mondo occidentale.
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