«Il tetto ai prezzi del gas? Non serve, Mosca non chiuderà i rubinetti. Ci vogliono carbone e nucleare»
Non serve un tetto al prezzo del gas. Servono invece carbone e nucleare. Paolo Scaroni, oggi deputy chairman di Rothschild, per dodici anni amministratore delegato di Enel ed Eni, spiega oggi in un’intervista a La Stampa che della Russia non si può fare a meno a breve, se non sacrificando consumi e imprese, e la svolta green non può prescindere dall’atomo. E sulle presunte speculazioni sui prezzi denunciate dal ministro della Transizione Ecologica: «Credo che Cingolani si riferisca alla benzina, intendendo che l’aumento del petrolio non giustificherebbe più di 2 euro al litro. Non so se sia così, il ministro sicuramente parla a ragion veduta. Sul gas il meccanismo è molto più trasparente, ma si paga dazio alla speculazione finanziaria». Scaroni non ritiene necessari nemmeno i prezzi amministrati: «Leggo di ipotesi di tetto piuttosto alte, quindi poco utili. I prezzi scenderanno precipitosamente da soli, le forniture ci sono e la primavera è in arrivo. Il tetto non serve». E crede che Mosca non chiuderà i rubinetti: «Per la Russia sono entrate oggi più che mai irrinunciabili. Poi certo possiamo discutere dell’opportunità politica di finanziare la guerra, ma questo è un altro tema. Sul piano dei rapporti commerciali, a breve l’Europa non ha alternative a meno di rinunce molto pesanti». Perché per rendersi indipendenti da Mosca ci vogliono almeno tre anni: «In 12-18 mesi si possono al massimo dimezzare le importazioni, acquistando di più altrove e spingendo sul carbone. Se si vuole l’azzeramento non c’è alternativa a sacrifici importanti per i consumi delle famiglie e per i settori industriali energivori».
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