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Zelensky si arrende: «Non entreremo nella Nato». Domani nuovo round di colloqui tra Kiev e Mosca. Putin vieta a Biden l’ingresso in Russia

15 Marzo 2022 - 21:08 Redazione
Giornata di negoziati: «C'è spazio per un compromesso». Esplosioni nella capitale, distrutto l'aeroporto di Dnipro. I premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia incontrano il presidente ucraino

Sono ripresi oggi, martedì 15 marzo, i colloqui in videoconferenza tra Russia e Ucraina. I negoziati di lunedì si sono conclusi senza registrare nuovi progressi. Mentre Ue, Usa e Regno Unito impongono nuove sanzioni contro Mosca, i media ucraini riferiscono di potenti esplosioni a Kiev. Nella capitale scatta questa sera il coprifuoco. Sirene dei raid aerei giornalieri suonano in alcune città.

Video da Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev | Zelensky: «Dobbiamo ammettere che l’Ucraina non entrerà nella Nato»

21.00 – Kiev: «C’è spazio per un compromesso». Domani nuovo round di colloqui

«Continueremo domani» i colloqui con la Russia. «È un processo negoziale molto difficile e scivoloso. Ci sono contraddizioni fondamentali. Ma c’è sicuramente spazio per un compromesso». Lo ha scritto su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodomyr Zelensky e negoziatore di Kiev. «Durante la pausa – ha proseguito – si continuerà il lavoro in sottogruppi».

20.30 – Incontro Draghi-Sullivan: «Si è parlato di Cina e di nuove misure contro la Russia»

Il consigliere alla Sicurezza nazionale statunitense Jack Sullivan ha incontrato il premier Mario Draghi e il consigliere diplomatico Luigi Mattiolo per discutere delle «misure per imporre costi alla Russia per la sua guerra in Ucraina e dell’assistenza umanitaria a coloro che fuggono dal conflitto». Durante l’incontro, secondo quanto riportato in un comunicato ufficiale della Casa Bianca, si è discusso anche della Cina, e più specificamente degli «approcci transatlantici alla Repubblica popolare cinese». Il premier Draghi, in una nota ufficiale, ha ribadito la «ferma condanna per l’aggressione ingiustificata da parte della Russia», sostenendo la necessità di «continuare a perseguire una risposta unitaria nei confronti di Mosca».

18.50 – Il ministro degli Esteri turco andrà a Mosca e Kiev per mediare

«Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, volerà in Russia e Ucraina questa settimana mentre Ankara tenterà di facilitare i colloqui di cessate il fuoco tra le due parti in guerra», ha affermato martedì il presidente turco Erdogan. Cavusoglu «domani terrà colloqui a Mosca, mentre giovedì si recherà in Ucraina», ha annunciato il presidente turco. 

18.35 – I russi prendono il controllo di Berdiansk, città portuale sul mar d’Azov

Le forze russe hanno preso il controllo di Berdiansk, città portuale di oltre 100mila abitanti sul Mar d’Azov, a circa 80 km a Ovest di Mariupol. Lo riporta l’agenzia russa Tass.

18.05 – Consiglio straordinario Nato il 24 marzo sulla Russia 

Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, dopo aver annunciato la convocazione del vertice straordinario dell’Alleanza Atlantica, in un tweet ha commentato: «Affronteremo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ribadendo il nostro forte sostegno all’Ucraina e l’ulteriore rafforzamento della deterrenza e della difesa della Nato. In questo momento critico, il Nord America e l’Europa devono continuare a essere unite».

17.50 – Zelensky: «I negoziati sono andati abbastanza bene, proseguono domani»

«La nostra delegazione lavora per la pace, negoziando con la parte russa. Per ora va abbastanza bene, mi è stato detto. Ma vedremo, i colloqui continueranno domani». Lo ha detto il presidente Zelensky. Al contempo, il presidente ucraino ha riferito che «la conversazione con il primo ministro israeliano Naftali Bennett è stata importante, come parte dello sforzo di negoziazione per porre fine a questa guerra con una pace giusta».

17.40 – Joe Biden parteciperà al prossimo Consiglio Ue e al vertice straordinario della Nato

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, parteciperà a Bruxelles il 24 marzo al vertice straordinario della Nato e al Consiglio Europeo. Il viaggio di Joe Biden in Europa, dove parteciperà al vertice della Nato, è per «riaffermare l’impegno ferreo» degli Stati Uniti nei confronti degli alleati. Lo afferma la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki

17.32 – La Russia si ritira dal Consiglio d’Europa

«La segretaria generale del Consiglio d’Europa ha ricevuto la notifica formale che la Russia si ritira dall’organizzazione, e anche informazioni sull’intenzione di Mosca di denunciare la Convenzione europea dei diritti umani». Lo ha affermato il portavoce Daniel Holtgen. La Russia era già stata sospesa nell’immediato post invasione dell’Ucraina. Nella nota ufficiale si legge: «Gli stati della NATO e dell’Unione Europea, abusando della loro maggioranza nel Consiglio d’Europa (CE), stanno costantemente trasformando questa organizzazione in uno strumento di politica antirussa, rifiutando un dialogo equo e tutti i principi su cui questa struttura paneuropea è stato creato». Il ministero degli Esteri russo ha affermato che il Paese sta lasciando l’organismo per i diritti umani perché le sue istituzioni sono state «sistematicamente utilizzate per fare pressione sulla Russia e interferire nei suoi affari interni».

La richiesta della Russia di ritiro dal Consiglio d’Europa

17.10 – Putin attacca Kiev: «Non è interessata a trovare una soluzione»

«L’Ucraina non è seria nel voler trovare una soluzione mutualmente accettabile». Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto riporta il Cremlino, citato dall’agenzia Bloomberg, riferendo della conversazione con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. Secondo il presidente russo l’Ue ha ignorato «un atto disumano e criminale di Kiev come un attacco missilistico contro una zona residenziale nel centro di Donetsk, utilizzando munizioni a grappolo, che hanno provocato numerose vittime tra i civili»,ha sostenuto Putin. Durante il colloquio il presidente del Consiglio Ue Michel ha chiesto lo stop urgente del conflitto.

16.55 – Mosca vieta l’ingresso in Russia a Trudeau

«Putin deve fermare adesso gli attacchi sui civili e interrompere questa guerra ingiustificata». Lo ha detto il premier canadese Justin Trudeau prima dell’intervento del presidente ucraino Zelensky al parlamento di Ottawa. Durante l’intervento del presidente ucraino al parlamento di Ottawa, l’agenzia russa Tass ha reso noto che Mosca ha vietato l’ingresso in Russia anche al premier canadese Trudeau, dopo aver vietato l’accesso al Paese anche al presidente statunitense Biden, al segretario di Stato Usa, Antony Blinken e all’ex Segretario di Stato, Hillary Clinton.

16.45 – Russia, il capitano Dzyuba rifiuta la convocazione in nazionale

Artem Dzyuba, attaccante dello Zenit San Pietroburgo ed ex capitano della nazionale di calcio russa, che ha chiesto al ct Valery Karpin di non essere convocato per il ritiro previsto per la fine di marzo. “«Domenica abbiamo parlato al telefono – ha spiegato Karpin al sito ufficiale della federazione calcistica russa – ci ha assicurato che vuole davvero giocare in nazionale, ma ora, a causa della difficile situazione in Ucraina, dove ha molti parenti, si è scusato e ha chiesto per motivi familiari di non essere convocato in questo giro. Abbiamo concordato che rimarremo in contatto con lui e seguiremo le sue prestazioni con lo Zenit».

16.35 – Uccisi Pierre Zakrzewski, fotoreporter di Fox News e la giornalista ucraina Alexandra Kuvshinova

È morto Pierre Zakrzewski, fotoreporter di Fox News. A renderlo noto è stata l’emittente statunitense, spiegando che Zakrzewski è morto ieri nello stesso incidente nei pressi di Kiev che ha coinvolto il corrispondente Benjamin Hall, rimasto ferito. In passato, Zakrzewski aveva seguito numerosi conflitti, tra cui quello in Afghanistan e in Siria. Nell’attacco è morta anche la giornalista ucraina Alexandra Kuvshinova.

16.20 – Il parlamento ucraino proroga di un mese la legge marziale

Il parlamento ucraino ha approvato oggi, 15 marzo, un disegno di legge presentato dal presidente Zelensky per estendere la legge marziale nel Paese per 30 giorni a partire dal 26 marzo.

15.45 – Sanzioni Usa contro Lukashenko, Mosca colpisce Biden

Gli Stati Uniti hanno varato nuove sanzioni contro Mosca e Minsk, secondo quanto comunicato dal Tesoro. Colpiti anche il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, e la sua famiglia. Immediata la replica di Mosca, che ha imposto sanzioni sul presidente statunitense Joe Biden, sul segretario di Stato Antony Blinken, così come contro il capo del Pentagono, Lloyd Austin, contro il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jack Sullivan, e anche contro la ex segretaria di Stato, Hillary Clinton. Mosca ha vietato al presidente statunitense il permesso di entrare in Russia. Lo riferisce il ministero russo degli Esteri, citato dall’agenzia russa Tass.

15.30 – Nuovo attacco di Anonymous ai siti governativi russi

Anonymous ha lanciato nuovi attacchi contro i siti governativi russi. A finire offline sono stati il sito Moscow.ru, quelli del Centro analitico per il governo della Federazione Russa, del Ministero dello Sport e dell’Fsb, il Servizio federale per la sicurezza. Quest’ultimo era già stato attaccato nei giorni scorsi.

14.30 – Zelensky: «Non entreremo mai nella Nato»

«L’Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Per anni abbiamo sentito parlare di presunte porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrare nell’Alleanza. Questo è vero e dobbiamo ammetterlo». Lo ha detto il presidente ucraino Zelensky in una riunione online dei leader della Joint Expeditionary Force di Londra, secondo quanto riferito da Ria Novosti. 

13.50 – Draghi incontra il consigliere Usa per la sicurezza nazionale

Si è tenuto oggi un incontro tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan. Secondo quanto riferisce Palazzo Chigi, Draghi e Sullivan hanno condiviso «la ferma condanna per l’aggressione ingiustificata da parte della Russia e la necessità di continuare a perseguire una risposta decisa e unitaria nei confronti di Mosca».

13.20 – In Ucraina 15 anni di carcere per chi collabora con la Russia

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato una legge sulla responsabilità penale per chi collabora con Russia La pena prevede fino a 15 anni di reclusione «per la cooperazione con lo Stato aggressore».

12.40 – Lavrov parla di sanzioni, Iran e nucleare e laboratori chimici

«Abbiamo garanzie dagli Stati Uniti che le sanzioni non influiranno sulla cooperazione con l’Iran nel settore nucleare, incluso la centrale di Bushehr», dice il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, secondo quanto riporta l’agenzia Interfax. «Le dichiarazioni che Mosca blocchi il procedimento sull’accordo nucleare dell’Iran è una bugia». Il ministro russo parla anche delle accuse sui laboratori chimici americani. «L’attività dei laboratori biologici americani» in Ucraina rappresenta «una minaccia mortale per un numero enorme di civili», insiste accusando gli Usa di preparare armi chimiche su territorio ucraino. Accusa da giorni rigettata al mittente da parte americana.

12.20 – Riprendono i negoziati

Secondo David Arakhamia, che fa parte della delegazione ucraina e leader del partito del presidente Zelensky, sono ripresi i negoziati in videoconferenza con i russi.

12.15 – Zelensky all’Europa: «Non ci date abbastanza armi»

Le armi che gli alleati occidentali forniscono all’Ucraina «in una settimana ci durano per 20 ore», dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lanciando un nuovo appello soprattutto all’Europa, in video collegamento da Kiev con i leader dei Paesi nordici e baltici della Joint Expeditionary Force riuniti oggi a Londra dal premier britannico Boris Johnson. «Siamo quindi costretti a riutilizzare gli equipaggiamenti sottratti ai russi. Aiutandoci, aiuterete voi stessi», aggiunge Zelensky. «Sapete di quali armamenti abbiamo bisogno, lo sanno tutti».

12.00 – Di Maio: «Trattative in salita, Putin non vuole la pace»

Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio parla di «trattativa in salita, nonostante le aperture del presidente ucraino». Lo fa a conclusione della sua visita in Moldavia. «Zelensky ha fatto un’apertura molto chiara sia sulla Nato, sia sulla questione territoriale del Donbass e della Crimea, ma Putin sta dimostrando di non volere la pace», spiega il titolare della Farnesina.

11.50 – Zelensky parlerà ai deputati della Knesset via zoom

Il presidente Volodymyr Zelensky la prossima settimana parlerà via zoom ai deputati della Knesset. Il presidente dell’assise Micky Levi, si legge su alcune ricostruzioni media, ha avuto oggi un incontro con l’ambasciatore di Kiev in Israele Yevgen Korniychuk e così è stata concordata l’iniziativa. Zelensky nelle scorse settimane aveva chiesto di intervenire nel plenum della Knesset. Non è stato possibile giacché il Parlamento è in pausa e ci sono lavori in corso nel palazzo a Gerusalemme. L’appuntamento potrà essere seguito in diretta dagli israeliani.

11.40 – La Gran Bretagna impone sanzioni anche contro la vodka russa

Il Regno Unito annuncia un nuovo pacchetto di sanzioni economiche contro Mosca in risposta all’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio scorso. Sanzioni che colpiranno l’import di prodotti russi per un valore stimato nell’ultimo anno a 900 milioni di sterline, ovvero più di 1 miliardo di euro. La decisione coinvolge anche la vodka, cui verrà applicato un dazio aggiuntivo del 35%, nonché i beni di lusso, incluso l’import-export di veicoli costosi, sulla linea di quanto deciso in queste ore pure dall’Unione europea. Per Rishi Sunak, cancelliere dello Scacchiere del governo di Boris Johnson, vuol dire «isolare ulteriormente l’economia russa dal commercio globale».

11.20 – Iss, l’astronauta americano tornerà a casa insieme ai russi

L’astronauta americano della Nasa Mark Vande Hei tornerà come pianificato a casa dalla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) a bordo di una navetta russa Soyuz. L’arrivo è previsto in Kazakhstan il 30 marzo, insieme ai suoi colleghi Pyotr Dubrov e Anton Shkaplerov della Roscosmos, l’agenzia spaziale russa. La conferma è arrivata dalla Nasa in conferenza stampa, con la specifica che nonostante la guerra le operazioni sulla Iss proseguono normalmente. «Nulla è cambiato per noi nelle ultime tre settimane», dice Joel Montalbano, direttore del programma per la Stazione Spaziale al Johnson Space Center di Houston: «Siamo consapevoli di quello che accade intorno a noi, ma continuiamo a fare il nostro lavoro». La Stazione Spaziale è costruita per essere estremamente interdipendente e ha bisogno di entrambe le nazioni per funzionare: la Nasa fornisce il controllo per l’orientamento, l’energia elettrica e le comunicazioni satellitari, dipende dalla Russia la propulsione necessaria a mantenere la Stazione in orbita.

11.13 – Italiani bloccati a Cherson, «Portateci via da qui»

«Stanotte abbiamo dormito. Ieri abbiamo sentito il rumore delle bombe, anche stamattina, ma stanotte per fortuna, siamo riusciti a riposare». Sono le parole di Giovanni Bruno, italiano, marittimo di Pozzallo bloccato dal 24 febbraio assieme a una quarantina di italiani, famiglia inclusa, a Cherson, nel sud dell’Ucraina, nelle mani dell’esercito russo. Lo riporta l’Agi. L’unità di crisi della Farnesina è al lavoro. «Mi hanno contattato ieri per rassicurarmi sul loro impegno. Speriamo si possa trovare una soluzione al piu’ presto, per farci andare via da qui». Ieri «non siamo usciti a cercare cibo e non lo faremo nemmeno oggi. Abbiamo sentito i bombardamenti ed è meglio non uscire, ci sono file lunghissime nei posti dove c’è ancora un po’ di cibo, meglio non rischiare».

11.00 – L’Unicef: Ogni secondo un bambino diventa un rifugiato

In Ucraina ogni minuto un bambino diventa un rifugiato, dice a Ginevra James Elder, portavoce dell’agenzia Onu per l’infanzia Unicef. Circa 1,4 milioni di bambini sono fuggiti dall’Ucraina da quando l’invasione russa è iniziata il 24 febbraio scorso. «In media, ogni giorno negli ultimi 20 giorni in Ucraina, più di 70.000 bambini sono diventati rifugiati, essenzialmente un bambino diventa rifugiato ogni minuto dall’inizio del conflitto».

10.30 – Bombardato nella notte l’aeroporto di Dnipro

L’aeroporto di Dnipro, città dell’Ucraina orientale, avrebbe subito una «distruzione massiccia» dopo due bombardamenti russi nella notte, dicono le autorità regionali. «Durante la notte, il nemico ha attaccato l’aeroporto di Dnipro. Due colpi. La pista di decollo e di atterraggio è stata distrutta. Il terminale è danneggiato. Distruzione massiccia», scrive Valentin Reznichenko, governatore della regione omonima su Telegram.

10.30 – Coprifuoco nella capitale

Kiev imporrà da questa sera un coprifuoco di 36 ore, dice il sindaco della capitale ucraina.

10.29 – Quasi 3 milioni di rifugiati

Il numero di persone in fuga dall’Ucraina sfiora la soglia dei 3 milioni. Secondo gli ultimi dati dell’Onu, dal 24 febbraio, data dell’aggressione russa, un totale di 2.952.026 rifugiati hanno attraversato il confine ucraino per cercare rifugio all’estero. La stragrande maggioranza delle persone in fuga è giunta in Polonia (quasi 1,8 milioni di profughi), poi in Romania (422.000) e in Moldavia (340.000).

10.27 – Mosca vieta le performance degli artisti contro la guerra

La Russia vieta i concerti alle star russe che hanno espresso posizioni di condanna contro la guerra in Ucraina. Stessa sorte pure per le star ucraine che hanno condannato il presidente russo Vladimir Putin per lo spargimento di sangue nel loro Paese. A dirlo è l’agenzia di stampa ucraina Unian, che racconta come alcuni artisti abbiano già cominciato a non salire sul palco con simboli ucraini e non fare menzione dell’invasione da parte della Russia il 24 febbraio.

I nomi ucraini cui fino a questo momento è stata vietata ogni esibizione sono quelli di: Ivan Dorn, Max Barsky, Nadia Dorofeeva, Potap e Nastya Kamensky, Svetlana Loboda, Vera Brezhnev, Monatik, Alekseev Okean Elzy, Uno in Canoa e Nervi. Per i russi: Maxim Galkin, Valery Meladze, Boris Grebenshchikov, i rapper NoizeMS e Oxxxymiron, il gruppo Casta, Anacondaz, Bloodshed, Film, 2Mashi.

10.20 – Interrotto l’approvvigionamento di gas attraverso Yamal-Europa

L’approvvigionamento di gas russo verso l’Europa attraverso il gasdotto Yamal-Europa è stato interrotto, dice la Reuters in base al monitoraggio dei dati al confine tra Polonia e Germania. I flussi de gas russo in Europa da altri gasdotti – compreso il Nord Stream 1 attraverso il Mar Baltico – restano stabili.

10.13 – Indagini su un attacco informatico

Le agenzie di intelligence occidentali hanno fatto partire un indagine su un attacco informatico realizzato da hacker non identificati che ha interrotto l’accesso a Internet via satellite a banda larga in Ucraina in coincidenza dell’invasione della Russia. La Nsa, l’Agenzia per la sicurezza nazionale Usa, l’organizzazione per la sicurezza informatica del governo francese Anssi e l’intelligence ucraina stanno valutando se il sabotaggio del servizio del provider di Internet satellitare sia stato opera di hacker sostenuti dallo stato russo che hanno preparato il campo di battaglia tentando di interrompere le comunicazioni.

9.57 – La Cina contro le sanzioni

La Cina «si è sempre opposta all’uso delle sanzioni per risolvere i problemi, per non parlare delle sanzioni unilaterali che non hanno fondamento nel diritto internazionale, che danneggeranno il sostentamento delle persone in tutti i Paesi». A dirlo è il ministro degli Esteri Wang Yi in un colloquio telefonico con la controparte spagnola Jose Manuel Albares. La posizione di Wang è stata diffusa in seguito all’incontro di 7 ore a Roma tra il consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista Yang Jiechiche, che, a dire dell’agenzia Xinhua, ha ripetuto che la Cina è «impegnata a promuovere i colloqui di pace», con l’invito alla «massima moderazione» e a «proteggere i civili» nella crisi in Ucraina. E la comunità internazionale dovrebbe sostenere i «colloqui per ottenere risultati sostanziali il prima possibile». Gli Stati Uniti si augurano che Pechino possa utilizzare la sua influenza per portare il presidente russo Vladimir Putin a una svolta moderata. Pechino non appoggia le sanzioni occidentali, mentre gli Usa stanno cercando di fare pressioni sulla Cina, ovvero la seconda economia del pianeta, perché non accorra in aiuto della Russia per salvarla dal default. O ancor più che non invii armi a Mosca.

9.53 – Ucraina: incontro Sullivan-Draghi

A quanto si apprende, il consigliere per la sicurezza nazionale americano Jake Sullivan, dopo l’incontro con il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi Luigi Mattiolo, ha avuto un breve colloquio con il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi.

9.53 – Il Regno Unito indaga sull’uccisione di tre ex ufficiali britannici

Sulla notizia dell’uccisione di tre ex ufficiali delle forze speciali britanniche nel bombardamento russo che domenica ha colpito la base di Yavoriv, a poca distanza dal confine con la Polonia (attacco che ha visto un bilancio di almeno 35 vittime), sta ora indagando il ministero degli Esteri britannico. Secondo i media UK, il Foreign Office sta contattando le autorità ucraine e i partner internazionali per cercare di raccogliere informazioni su quanto accaduto. Il Daily Mirror riporta che i tre ex militari uccisi nell’attacco missilistico non facevano parte dei combattenti stranieri che si stavano addestrando nella base.

9.38 – Quarto pacchetto di sanzioni europee

Nuove sanzioni nei confronti della Russia: il Consiglio Ue ha adottato oggi il quarto pacchetto di provvedimenti contro Mosca. Nello specifico saranno vietate tutte le transazioni con alcune imprese statali russe, verranno attivate restrizioni all’export di beni e tecnologie per l’industria della difesa, per la sicurezza e per l’industria energetica. E viene bloccata anche l’esportazione di beni di lusso. Viene inoltre confermata l’ipotesi di attivare il processo che porterà a sospendere la Russia come ‘nazione favorita’ nell’organizzazione mondiale del commercio. Il bando all’importazione di acciaio, si legge nella nota, vale 3,3 miliardi di ricavi persi per la Russia, e quello sui rating porterà Mosca a perdere ulteriore accesso ai mercati finanziari europei.

9.28 – Quattro morti nei bombardamenti a Lugansk

Almeno 4 persone sono rimaste uccise durante i bombardamenti russi nella città ucraina di Rubezhnoye, nella regione del Lugansk, che hanno colpito e distrutto un collegio per non vedenti, un ospedale cittadino, tre scuole e altre strutture militari. Lo riferisce il Kiev Indipendent citando Serhiy Haidai, capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk su Telegram.

9.00 – Kiev: abbiamo ucciso 13500 russi

Sarebbero arrivate a oltre 13500 le perdite fra le fila russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo sostiene il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente.

8.53 – I premier di Polonia, Cechìa e Slovenia a Kiev

Una nota del governo polacco dice che i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, si recheranno oggi a Kiev per incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Jansa «andranno oggi a Kiev come rappresentanti del Consiglio europeo, per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro Denys Chmygal», si legge nella nota. «Lo scopo della visita è confermare l’inequivocabile sostegno dell’intera Unione Europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina e presentare un ampio pacchetto di sostegno allo Stato e alla società ucraini», si legge nella nota.

8.40 – Mosca: abbiamo preso Cherson

Le forze armate russe hanno preso il controllo dell’intero territorio della regione di Cherson, nell’Ucraina meridionale. Lo riferisce il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, citato dalle agenzie russe. «Le forze armate russe hanno preso il pieno controllo dell’intero territorio della regione di Cherson», ha affermato.

8.30 – Spari sui civili a Hostomel

Le forze russe hanno aperto il fuoco contro i civili in fuga a Hostomel. Lo riferisce la polizia nazionale ucraina, citata dal Kiev Independent, che riferisce di una donna uccisa e due uomini rimasti feriti a seguito dell’attacco. I militari russi avrebbero sparato contro quattro autobus di sfollati che cercavano di lasciare la città, dopo che già altri dieci li avevano preceduti senza essere attaccati.

7.50 – Danneggiata la metropolitana di Kiev

Nelle esplosioni che hanno colpito Kiev in mattinata sono stati stata danneggiati anche la facciata e gli uffici di una stazione centrale della metropolitana della capitale ucraina, la stazione di Lukyanivska. Lo riporta la Bbc citando la società che gestisce il servizio, che su Twitter pubblica le immagini della stazione danneggiata, che è stata chiusa. A Kiev ci sono vittime negli edifici residenziali colpiti questa mattina presto dall’artiglieria russa, secondo quanto comunica in un messaggio sui social Vitaly Klitschko, sindaco della capitale, aggiungendo che sono stati colpiti 2 grattacieli nel distretto di Sviatoshynskyi e uno a Podilskyi. Colpita anche «una casa privata. Sul campo stanno operando soccorritori e medici», conclude Klitschko.

7,15 – Corridoi umanitari

Per la giornata di oggi sono previsti corridoi di evacuazione da quattro città nella regione nord orientale di Sumy. Lo fanno sapere le autorità cittadine, secondo quanto riporta la Bbc. In un messaggio su Telegram il capo dell’amministrazione regionale di Sumy Dmytro Zhyvytsky ha detto che i percorsi di evacuazione dalle città di Sumy, Konotop, Trostianets e Lebedyn verranno attivati tra le 9 e le 21 ora locale (tra le 8 e le 20 in Italia). Sumy, vicina al confine russo, è stata in questi giorni sotto pesanti bombardamenti e i cittadini sono rimasti senza acqua.

6.30 – Le esplosioni a Kiev

Le esplosioni – secondo quanto si vede in alcuni video pubblicati sui social dalle Forze armate ucraine – hanno interessato un palazzo residenziale di 10 piani a Kiev. Numerosi gli appartamenti in fiamme. L’edificio è stato gravemente danneggiato. Molti detriti – in particolare vetri e serramenti divelti – si sono accumulati nel cortile davanti al palazzo.

4.40 – Missili su Kiev nella notte

Alcune esplosioni sono avvenute poco dopo le 5 (ora locale) nel centro di Kiev, la capitale dell’Ucraina. La notizia è stata diffusa sui social. Le deflagrazioni, almeno tre, sono avvenute in una zona residenziale. Si tratterebbe – secondo fonti non confermate – di missili balistici. Un giornalista dell’Afp testimonia di aver visto una colonna di fumo da lontano a Kiev, ma non ha potuto muoversi a causa del coprifuoco. Le detonazioni, fa sapere l’agenzia, potrebbero essere state causate anche dalle difese anti-aeree ucraine.

3.08 – Sirene a Kiev

Tornano a suonare le sirene a Kiev per annunciare l’allerta aerea. E’ quanto riferiscono le Forze armate ucraine, che invitano tutti i cittadini a raggiungere urgentemente i rifugi della protezione civile.

3.01 – La Russia e i droni cinesi

Gli Stati Uniti hanno messo in guardia l’Europa che la Russia aveva chiesto droni armati alla Cina verso la fine di febbraio. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti.

2.29 – Il Nyt e le esche russe

La Russia sta usando una misteriosa ‘munizione’ in Ucraina: i suoi missili balistici a corto raggio Iskander-M rilasciano dei dispositivi ingannevoli, una sorta di esche, in grado di confondere i sistemi aerei di difesa e i radar. Lo riporta il New York Times citando fonti dell’intelligence, secondo le quali i missili rilasciano le esche quando avvertono di essere nel mirino dei sistemi di difesa aerea. Le esche sono in grado di produrre segnali elettrici e radio che confondo i radar nemici, oltre a contenere fonti di calore che attraggono i missili in arrivo. L’uso dei diversivi potrebbe aiutare a spiegare il perché i sistemi ucraini incontrerebbero difficoltà nell’intercettare i missili Iskander russi.

2.11 – Zelensky “grato” alla dipendente della tv russa

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto in un video di essere «grato» alla manifestante pacifista che ha interrotto il principale programma di informazione di Pervy Kanal, il principale canale televisivo russa, esponendo uno striscione contro il conflitto in Ucraina. Lei si chiama Maria Ovsiannikova, è una dipendente dell’emittente ed è stata arrestata. Ma è ricomparsa con un video pre-registrato nel quale attacca ancora più duramente il regime spiegando che in Russia sono stati tutti “zombificati”. «Ciò che sta succedendo in Ucraina è un crimine. E la Russia è l’aggressore. La responsibilità di questa aggressione è di una persona sola e questa persona è Vladimir Putin», si legge in un tweet.

2.00 – La Cina richiama gli Usa

La Cina ha avvertito gli Stati Uniti che non bisogna diffondere «false informazioni che distorcono o screditano la posizione della Cina» rispetto alla crisi in Ucraina. L’avvertimento, riferisce l’agenzia Xinhua, è stato pronunciato dal direttore della Commissione Affari Esteri del Partito Comunista Cinese, Yang Jiechi, durante l’incontro a Roma con il consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, Jake Sullivan, e pur senza indicare un riferimento preciso, giunge all’indomani delle rivelazioni dei media secondo cui la Russia avrebbe chiesto assistenza militare alla Cina nell’invasione dell’Ucraina. Lo stesso Sullivan, alla vigilia dell’incontro, e anche al termine dei colloqui, ha ammonito Pechino a non sostenere Mosca, minacciando implicazioni per Pechino da una tale mossa.

1.07 – Una false flag per la Russia

Secondo l’intelligence britannica la Russia potrebbe pianificare l’uso di armi chimiche e biologiche facendo in modo che la colpa venga attribuita agli ucraini. Realizzando così quella che viene definita in gergo militare un’operazione false flag. Per gli 007 di Londra «questa operazione sarebbe quasi certamente accompagnata da una vasta disinformazione per complicare l’attribuzione» della responsabilità. Secondo «informazioni di intelligence – si legge ancora nella nota di aggiornamento – la Russia probabilmente intendeva usare operazioni di questo tipo per giustificare l’invasione iniziale il 24 febbraio».

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