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Cosa è successo a Donetsk: il missile che ha ucciso 20 civili e lo scambio di accuse tra Russia e Ucraina

15 Marzo 2022 - 09:36 Redazione
Erano in fila a uno sportello bancomat. Il missile Tochka-U e il sistema tattico sono russi. Ma Mosca non lo usa dal 2019

La guerra in Ucraina, arrivata al suo 19esimo giorno da quando l’invasione russa è cominciata, continua a essere una guerra di propaganda, giocata pesantemente anche sul fronte dell’informazione. E così la devastazione di Donetsk, controllata dalle truppe russe e ieri colpita da un missile che ha provocato almeno 20 vittime civili, tra cui ci sono anche bambini, e una trentina di feriti, diventa il terreno per uno scambio di accuse incrociato tra Russia e Ucraina. I separatisti filorussi accusano Kiev della devastazione, con edifici distrutti, corpi per terra, vicino a uno sportello bancomat, distruzione e morte. Il centro della città è stato «colpito da un missile del sistema tattico Tochka-U ucraino», dicono secondo quanto ricostruisce La Stampa. E l’accusa viene rilanciata da Mosca, secondo cui il governo ucraino ha così commesso «un crimine di guerra», e ha colpito «civili con le bombe a grappolo».

Il leader delle forze separatiste Denis Pushilin invoca la responsabilità di Kiev in un programma tv di propaganda russa. «Un atto di terrorismo», tuona. Ma di prove non ne porta. «Sebbene il missile Tochka-U sia stato abbattuto, i suoi frammenti hanno causato molti danni e vittime civili, che è la cosa peggiore. Le persone erano in fila davanti a un bancomat, altri a una fermata del trasporto pubblico. Tra i morti ci sono bambini», è la sua ricostruzione. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov definisce quanto accaduto una tragedia. Una verifica di una forte terza e indipendente, nota Al Jazeera, non è di fatto possibile.

Le due versioni

L’Ucraina rispedisce le accuse al mittente e parla di missili russi. Da quando la guerra è cominciata, è il ragionamento di Kiev, la città di Donetsk è rimasta intera. Guardate invece alle tante città ucraine oggi sotto attacco russo incessante e quasi, ormai, rase al suolo. «Guardate come appare Donetsk oggi e guardate Kharkiv e Mariupol, che le forze di occupazione russe stanno bombardando da più di due settimane», spiega Leonid Matyukhin, ufficiale delle operazioni del ministero della Difesa ucraino. «È inconfondibilmente un missile russo, non ha nemmeno senso parlarne». Non solo: l’Ucraina ha anche voluto nuovamente negare la volontà di riconquistare con la forza le città orientali di Donetsk e Lugansk, sotto il controllo delle forze sostenute dalla Russia dal 2014.

Il sistema tattico “Tochka-U”, responsabile dell’attacco a Donetsk, è fuori uso in Russia almeno dal 2019: ora si usa il più moderno Iskander-M, fa sapere Mosca. E però, si legge ancora sulla Stampa, si tratta di un rilievo che può essere smentito dal fatto che la Russia di fatto, in questa invasione su larga scala, ha già usato invece proprio questo sistema missilistico, come raccontato dal comandante in capo delle forze armate ucraine generale Valery Zaluzhnye ma anche come si evince in alcuni video con pezzi di questo tipo di missile caduto il 6 marzo scorso nella regione di Chernihiv. Le stesse testimonianze di alcuni abitanti della città racconterebbero un’altra versione dei fatti, e non sono pochi a prendere con le pinze la versione dei fatti dei separatisti filorussi da quando questa guerra è iniziata, nel 2014, sebbene fino a prima dell’invasione russa fosse a bassa intensità.

La Stampa raccoglie la voce di Oleksiy, 34 anni, ora a Leopoli, che ha lasciato la capitale Kiev qualche giorno dopo l’inizio delle ostilità e i primi attacchi nell’area della prima città dell’Ucraina. Otto anni fa aveva lasciato Donetsk, perché per lui la sua città natale era stata occupata dai filorussi. Lì ha ancora i suoi parenti, che – racconta Oleksiy – sono certi che la responsabilità dell’attacco mortale di ieri sia dei russi. «Siamo convinti che sia stata la Russia. Vogliono crearsi un’immagine di vittime», spiega.

Il pericolo di false flag

Nel bombardamento di ieri hanno rischiato grosso anche 80 minatori: erano di fatto in trappola sotto terra perché il bombardamento aveva messo fuori uso le attrezzature di ventilazione della Zasyadko, la più grande miniera di carbone nel Donbass. Sono stati riportati in superficie in serata. L’Ucraina parla fin da principio del pericolo di quelle che vengono definite operazioni “false flag”. Che da Donetsk potrebbero passare a Chernobyl o al confine con la Bielorussia. E che potrebbero vedere Mosca organizzare di fatto un attacco di cui addossare le responsabilità a Kiev per poi utilizzarlo come giustificazione per un nuovo fronte e una nuova fase, ancora più cruenta, militare. 

In copertina ANSA/US POLIZIA UCRAINA | I quartieri residenziali di Vuhledar dopo i bombardamenti: la polizia di Donetsk ne documenta le conseguenze, 13 marzo 2022.

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