Vito Comencini, il deputato della Lega in Russia: «Filo-Putin? Io identitario. La guerra? Qui i ristoranti sono pieni»
Il deputato della Lega Vito Comencini è a San Pietroburgo, la città natale della moglie. Ma è anche pronto a raggiungere il Donbass «se sarà possibile. In caso contrario mi fermerò a Rostov, dove molti dei profughi giunti dalle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk hanno trovato riparo». In un’intervista rilasciata a Repubblica Comencini oggi spiega che lui non si sente un filo-Putin, ma o «un identitario. Difendo i valori della civiltà classico cristiana in Europa». Per lui «’invasione è anche una conseguenza della guerra in Donbass, per il mancato rispetto degli accordi di Minsk, che prevedevano una soluzione pacifica e diplomatica dopo otto anni di ostilità. Sono stato lì due volte, ho toccato con mano la disperazione. Il conflitto è proseguito nel silenzio generale». Comencini è arrivato a San Pietroburgo passando per la Finlandia. E alla domanda sulla popolazione di Mosca terrorizzata dalla guerra replica in un modo già sentito: «Qui i ristoranti sono pieni, i negozi pure. Una signora, per sdrammatizzare, mi ha detto: “Vuol dire che per un po’ mangeremo patate e cavolfiori”». E spiega: «In Russia pensano che lo scontro sia tra Nato e Russia. L’Ucraina a quanto pare è al centro di un conflitto più complesso, che ha radici più profonde, legate al suo rapporto con gli Usa». In più, fa sapere, «qui sono convinti che i civili ucraini vengano utilizzati come scudi umani. Pensano che le forze armate siano composte da molti elementi neonazisti». E dice di non credere alle tv: «Tante volte è il frutto di una propaganda mediatica. Qui le tv locali denunciano fake news».
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