Nuovo decreto Covid, oggi il calendario delle riaperture: quando non serviranno più Green pass e mascherine
Prima la riunione della cabina di regia alle 10,30 a Palazzo Chigi, poi il consiglio dei ministri. Oggi è il giorno in cui il governo Draghi varerà il nuovo decreto Covid con la road map sulle riaperture. Mentre il taglia-prezzi per benzina e gas andrà in discussione venerdì pomeriggio. Il calendario dei progressivi allentamenti delle misure restrittive prevede che fin dal primo aprile il Super Green pass non sarà obbligatorio per chi va al lavoro. Non ci sarà bisogno nemmeno del Green pass base per soggiornare in hotel o fare sport. Mentre la Certificazione Verde Covid-19 a livello base resterà in vigore per bus, metro, treni e aerei. E non servirà per le attività all’aperto: bar, ristoranti, spettacoli e feste. Gli stadi torneranno a capienza piena mentre ci sono ancora dubbi sulle mascherine.
Il cronoprogramma
Il nuovo decreto Covid arriva quindi con un giorno di ritardo rispetto alla scadenza di mercoledì. E viene preparato mentre i segnali di una ripresa dell’epidemia, con il rischio quinta ondata, cominciano a essere più forti: indice di contagio sopra l’1, nuovo riempimento degli ospedali pediatrici. Per questo i presidenti delle Regioni hanno chiesto all’esecutivo di mantenere l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuale al chiuso e il Green pass base per chi va al lavoro. E hanno anche chiesto di lasciare l’obbligo di mascherine Ffp2 sul trasporto pubblico locale. Il cronoprogramma delle riaperture prevede quindi:
- dal primo aprile stop al Green pass rafforzato nei luoghi all’aperto, nei ristoranti, nei bar, nei negozi e negli hotel; il governo potrebbe toglierlo anche dal lavoro già in questa data, lasciando quello base;
- dal primo maggio stop al certificato nei luoghi al chiuso; in questa data potrebbe anche arrivare, invece che il 15 maggio, lo stop all’obbligo di mascherine nei trasporti pubblici;
- dal 15 giugno stop all’obbligo vaccinale e stop totale al Green pass sul lavoro.
«Offriremo un cronoprogramma di uscita dallo stato di emergenza basato sulla situazione epidemiologica», ha spiegato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza al Parlamento. Mentre nel loro dossier le Regioni hanno chiesto anche di accelerare l’addio alle restrizioni. Puntando alla Pasqua come data chiave.
Le riaperture a Pasqua?
Le Regioni chiedono anche di passare alla cadenza settimanale per il bollettino dei contagi. E di lasciare in quarantena soltanto i positivi sintomatici. Mentre per le mascherine, chiedono che restino obbligatorie al chiuso, al lavoro e nei luoghi affollati. Anche all’aperto. Mentre su bus, metropolitane, aerei e treni secondo gli enti locali si dovrebbe poter salire solo con la Ffp2. Una scelta che trova d’accordo Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e professore di igiene all’Università Cattolica: «Certamente le mascherine devono restare, così come anche il certificato verde. Le attività al chiuso in questo momento fungono da moltiplicatori del virus. Bisogna fare molta attenzione perché il contagio si trasmette soprattutto in questi ambienti», dice oggi in un’intervista a Repubblica.
Mentre in Europa «purtroppo c’è chi sta facendo grossi errori, a partire dal Regno Unito che dal 24 febbraio ha tolto tutte le precauzioni e ora si ritrova con un’impennata di ricoveri e oltre 100 mila casi al giorno. In Germania, il ministro alla Salute alla fine ha preso atto dell’inversione della curva dei contagi ma si tratta di uno Stato federale: mentre alcuni Lander hanno interrotto le riaperture, altri non lo hanno fatto». In effetti, la rilevazione giornaliera del bollettino parla di 72.668 positivi nelle ultime 24 ore con centomila tamponi in meno rispetto al giorno precedente. Mentre secondo i calcoli del matematico Giovanni Sebastiani del Cnr l’indice di contagio è arrivato a 1,07. Mentre dalla Fiaso fanno sapere che i ricoveri pediatrici dopo oltre un mese di flessione sono risaliti del 48% negli ultimi sette giorni.
Il nuovo decreto Covid, il Green pass e gli over 50
Nell’esecutivo c’è anche chi chiede di eliminare quasi del tutto il Super Green pass. Che comunque nei piani del governo non dovrebbe essere più necessario per lavorare neanche per gli over 50. Ai quali adesso però servirà comunque il pass base per svolgere le attività al chiuso. Riguardo gli hotel, è il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ad aver proposto di permettere agli ospiti di entrare senza alcuna certificazione. E, spiega ancora oggi Repubblica, non è escluso che in Cdm ci sia chi chiederà di togliere del tutto il pass per entrare nei negozi. Oltre a quelli di beni essenziali, dove già funziona così. Intanto Donato Greco, epidemiologo del Comitato tecnico-scientifico, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera risponde alle paure di chi paventa una quinta mini ondata: «Buona parte dei Paesi occidentali ha basato le misure di contenimento sull’incidenza della malattia severa (ricoveri, terapia intensiva, decessi) e non sulla semplice positività al test: in tutta Europa la malattia severa è in continuo calo mentre vi è un lieve costante rialzo dei positivi, per oltre il 90% asintomatici. Anche in Italia la vaccinazione ha evitato e continua a evitare morti e ricoveri».
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