In Russia circolano rubli proibiti, banconote con la scritta: «No alla guerra» per aggirare la censura di Putin
La protesta anti Putin in Russia ha trovato spazio sulle banconote dei rubli, provando così ad aggirare la censura del Cremlino dopo l’introduzione del divieto di definire l’invasione dell’Ucraina come «guerra». Come racconta l’Avvenire, diverse banconote da 100, 500 e 1000 rubli con la scritta «No alla guerra» e slogan proibiti simili in queste ore stanno circolando tra i russi. Passano di mano in mano alimentando una protesta silenziosa ma altamente diffusiva che tenta così di far arrivare a più persone possibile il messaggio anti guerra. Da Mosca a San Pietroburgo i cittadini sfidano il carcere promesso dal governo di Putin, una minoranza ma decisi più che mai a trovare nuovi modi per far sentire la propria voce. Quello delle banconote è uno strumento di protesta anonima già utilizzato in Turkmenistan nel 2020 contro la dittatura di Gurbanguly Berdymukhammedov. Un metodo di propaganda per la pace che in Russia potrebbe risultare più efficace di tanti altri: per la legge di Mosca i negozi non possono rifiutarsi di accettare banconote. Anche se strappate, danneggiate o sporche, «devono essere accettate come mezzo di pagamento da tutte le imprese e organizzazioni, indipendentemente dalla proprietà».
Il giro delle banconote sovversive
Secondo quanto spiegano i diversi russi che su Telegram provano a scambiarsi consigli su come protestare, il meccanismo più sicuro sarebbe quello di prelevare contanti al bancomat, firmarli sempre con penne diverse cercando di cambiare la propria calligrafia. A quel punto serve utilizzare quelle stesse banconote per pagare in negozi e attività, ottenere il resto di altri rubli e cominciare a firmare anche quelli con messaggi di protesta e di pace.
Le “Donne in nero” il 18 marzo in piazza
Oltre ai rubli di protesta, il prossimo 18 marzo scenderanno nelle strade delle città russe anche le “Donne in nero”, le stesse che negli anni ’90 protestarono in piazza contro la guerra in Cecenia. In occasione della celebrazione dell’annessione della Crimea, la cosiddetta “riunificazione” con Mosca, come la definisce il governo russo, il movimento di protesta sarà di nuovo in piazza.
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