Decreto taglia-prezzi: l’ipotesi sconto sulle bollette per tutte le famiglie e l’accisa mobile in arrivo
Il pericolo del razionamento energetico per l’Italia ad oggi non c’è ma è necessario prepararsi all’ipotesi. Il premier Mario Draghi durante la conferenza stampa sul nuovo decreto Covid lo ha detto chiaramente: «Non è ancora il caso di prepararsi all’eventualità di modificare le proprie abitudini. Dobbiamo prepararci all’evenienza, ma da qui a lanciare un allarme ce ne corre». Per questo stasera il consiglio dei ministri varerà il decreto taglia-prezzi che porterà a sconti di 15-20 centesimi al litro su benzina e diesel. Per cominciare. Perché il governo studia anche un altro provvedimento: uno sconto sulle bollette per tutte le famiglie italiane. Ma c’è un problema.
15-20 cent di sconto sul carburante
Andiamo con ordine. Sul decreto taglia-prezzi hanno lavorato fino a tardi a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia Daniele Franco, il responsabile della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e il sottosegretario Roberto Garofoli. Nel testo per ora di certo c’è solo il taglio del prezzo della benzina. Che sarà nell’ordine dei 15-20 centesimi e sfrutterà il meccanismo dell’accisa mobile. Che è stato introdotto nella Finanziaria 2008 e prevede in ogni trimestre un procedimento automatico che in presenza di incrementi di incassi dall’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva) “corregge” al ribasso il valore dell’accisa, ovvero l’altra componente fiscale che contribuisce a determinare il prezzo finale del carburante. In questo modo il costo finale per il consumatore si riduce, mentre lo Stato compensa comunque le sue entrate.
Per il resto però è ancora buio. Le richieste sono molte, dalla Cassa Integrazione Guadagni per le aziende a corto di materie prime ai ristori diretti. Ma per gli aiuti per le bollette per le famiglie a basso reddito e per le imprese le risorse sono scarse. Perché il governo pensava di imporre un prelievo sugli extra-profitti delle imprese energetiche. Ma, al contrario di quello che si pensava ad inizio settimana, si tratta di una misura che risulta complessa da definire perché non può essere retroattiva. E quindi rischia di essere poco efficace se gli aumenti di qui in poi dovessero rientrare. Senza contare che ancora non si è definito il quadro degli interventi a livello europeo. Ecco quindi che se non si troverà una quadra sul punto si rischia di varare un decreto monco in attesa del nuovo Documento di Economia e Finanza.
Taglio alle bollette per tutte le famiglie?
E questo perché sin dall’inizio il governo ha chiarito che la sua intenzione era quella di non attingere agli scostamenti di bilancio per finanziare in deficit le norme. Tra le quali, a dispetto dei problemi di finanziamento, spunta anche l’idea di tagliare le bollette a tutte le famiglie. E non solo a quelle in difficoltà, che già oggi possono pagare metà del conto dell’energia e rateizzare il resto a 10 mesi (metà della cifra complessiva per la prima rata e l’altra metà con versamenti da almeno 50 euro in un lasso di tempo che può arrivare fino a dieci mesi). Repubblica scrive oggi che il governo pensa a un tetto al prezzo che le aziende possono praticare nella vendita ai privati di luce e gas.
Un provvedimento simile a quello licenziato nei giorni scorsi in Francia, dove il governo ha posto in carico alle aziende e non ai clienti i rincari energetici. La misura, fa sapere il quotidiano, è allo studio da giorni ed è ancora al vaglio sia dal punto di vista tecnico che da quello politico. E non si escludono altri strumenti per ottenere lo stesso risultato. La decisione finale spetterà al Cdm, che è previsto a Borse chiuse visto che l’esecutivo si prepara anche a rafforzare la Golden Power a tutela del 5G e delle aziende strategiche, da mettere al riparo da scalate ostili. Una delle idee che dovrebbero entrare nel provvedimento è quella di aumentare da uno a due anni la possibilità di rateizzare il conto dell’energia.
La norma per i camion e la Cig
La Stampa fa sapere anche che ci sarà un intervento specifico a favore dell’autotrasporto. Recependo il protocollo di intesa siglato giusto ieri da Unatras col ministero delle Infrastrutture ed i trasporti, per questo settore – che oggi deciderà o meno se confermare lo sciopero di tutta la categoria proclamato per il 4 aprile – è infatti previsto un aumento dello sconto sui pedaggi ed una ulteriore riduzione delle accise che gravano sul gasolio per autotrasporto. Con l’obiettivo di aumentare il plafond di 214 euro di credito di imposta ogni 1000 litri di gasolio già in vigore. Per quanto riguarda la Cig, invece, l’idea è di fare accedere al sussidio le imprese in sofferenza per la mancanza di materie prime. Ma prima di procedere il Mise e il Mef dovranno individuare i codici Ateco delle attività da sussidiare. E questo richiederà altro tempo.
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