La Russia fuori anche dal sistema Gps? Le paure del direttore dell’Agenzia spaziale Dmitry Rogozin
In questo momento il problema principale del direttore dell’Agenzia spaziale russa Roscosmo è spiegare ai media perché quello che lui aveva definito «il primo equipaggio completamente russo dopo molti anni» si è presentato sulla Stazione spaziale internazionale con delle tute con i colori dell’Ucraina. Per adesso Dmitry Rogozin ha provato a dire che si tratta dei colori dell’Università Bauman, l’ateneo in cui si sono laureati. Al secondo posto delle cose da fare ci potrebbe essere un altro problema più complicato da risolvere: Rogozin ha spiegato oggi all’agenzia Interfax che gli Stati Uniti stanno pensando di staccare tutta la Russia dai sistemi Gps: «Gli Stati Uniti stanno considerando la disconnessione della Russia dal sistema di posizionamento globale GPS come parte delle sanzioni. Lo sapete? Oppure no. Eppure posso dirvi che l’opzione è allo studio».
Per adesso dagli Stati Uniti non è arrivata nessuna conferma ma negli ultimi giorni sembra che ai confini tra il territorio russo e quello finlandese siano stati registrati dei problemi proprio con questa tecnologia. A riportarlo è l’Easa, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea: «Nell’attuale contesto dell’invasione russa dell’Ucraina, il problema del jamming e del possibile spoofing dei sistemi globali di navigazione satellitare (GNSS) si è intensificato nelle aree geografiche circostanti la zona di conflitto». Il jamming e lo spoofing sono entrambe tecniche di disturbo del segnale satellitare, eseguite con metodi diversi. Non è chiara quale sia l’origine di questi disturbi e chi sia a provocarla ma, come ricostruisce anche la testata Business Insider, sono stati registrati in diverse aree vicine alla Russia, comprese le coste del Mar Nero.
Come funziona il Gps
Gps è l’acronimo inglese per Global Positioning System. È una tecnologia militare sviluppata dagli Stati Uniti e si basa su un sistema di 31 satelliti che orbitano attorno alla Terra. Sviluppato a partire dal 1973, dal 1991 la Casa Bianca ha deciso di aprire questa tecnologia anche ai servizi civili. Negli ultimi anni sono nati però dei sistemi simili con altre proprietà. La Cina ha il suo sistema di posizionamento Beidou attivo in tutta l’Asia, l’Unione europea sta costruendo il suo Galileo mentre la Russia ha sviluppato Glonass, sistema militare aperto nel 2007 ad usi civili. Secondo Rogozin sarà proprio questo a salvare gli utenti russi: «Non dobbiamo preoccuparci, perché ogni nostro smartphone è connesso a Glonass. Se il GPS è disconnesso, Glonass funzionerà. Ha la stessa precisione del GPS. Andrà tutto bene». Fino a pochi anni fa era difficile trovare smartphone che si connettessero a questa rete ma ora, in effetti, ce ne sono parecchi. Il problema sarà capire se tutta la tecnologia russa riuscirà ad adattarsi a questo nuovo sistema.
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