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Andriy Khlyvnyuk, la rockstar ucraina che ha lasciato la musica per difendere il Paese: «È mio dovere, è casa mia» – Il video

20 Marzo 2022 - 19:06 Maria Pia Mazza
Il frontman della band ucraina BoomBox: «Eravamo amati in Russia, ora mi chiamano nazista: non mi vergogno di questa scelta, voglio che le cose cambino»

Dalla tournée sui palchi di tutto il mondo a indossare divise militari e a imbracciare fucili per difendere il proprio Paese, l’Ucraina. È la storia di Andriy Khlyvnyuk, frontman della band ucraina BoomBox, la cui vita è cambiata in pochissimi giorni, dopo l’inizio dell’invasione da parte delle truppe russe dell’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Khlyvnyuk, 42 anni, originario della città di Cherkasy, marito e padre di una bambina, ha deciso di abbandonare il tour negli Stati Uniti e Canada con la sua band, per tornare in Ucraina e combattere contro l’offensiva russa. In un video diventato virale, Khlyvnyuk ha intonato davanti alla cattedrale di Santa Sofia a Kiev й у лузі червона калина (Oy u luzi chervona kalyna), un brano appartenente alla tradizione storica e folkloristica ucraina. Una canzone della resistenza intonata dai fucilieri Sich Halych-Bukovyna Kurin, le prime unità militari popolari dell’esercito austro-ungarico che combatterono la guerra d’indipendenza dell’Ucraina dal 1917 al 1921. «Hanno partecipato alla prima guerra mondiale e alla lotta per l’indipendenza dell’Ucraina 100 anni fa, e ora ci troviamo nella stessa situazione», ha osservato Khlyvnyuk in un’intervista a Buzzfeed. «Per non so quanto tempo non possiamo più essere uomini d’affari, proprietari di bar, rockstar – ha proseguito Khlyvnyuk -. Ora siamo soldati, alcuni di noi sono agenti di polizia».

«Eravamo amati in Russia, ora mi chiamano nazista»

La scelta di abbandonare temporaneamente la musica e difendere il proprio Paese è stata libera, perché «dopo un giorno o due (dall’invasione, ndr) accetti la realtà», ha spiegato Khlyvnyuk: «Questo è il mio dovere: l’Ucraina è casa mia, e non è così facile cacciarmi di casa». E così Khlyvnyuk è passato dagli show nei club a far parte della polizia di pattuglia di Kiev che supporta le missioni umanitarie sul territorio e, al contempo, presidia anche le strade della capitale ucraina andando a caccia di militari russi, sostenendo i soldati in prima linea con armi anticarro. Prima dell’annessione della Crimea nel 2014, Khlyvnyuk e i BoomBox erano tra le band più apprezzate in Russia, dove hanno conquistato diversi premi musicali. Ma dopo l’invasione dell’Ucraina «ora mi definiscono un nazista – spiega ancora Khlyvnyuk -. Alcuni russi mi hanno contattato per mostrare il loro sostegno, altri dicono di vergognarsi di me, ma non provo vergogna per quel che faccio: la vergogna non riporta indietro i bambini e le scuole: ho bisogno che le cose cambino», ha dichiarato il cantante. E la speranza di Khlyvnyuk e dei suoi colleghi è che le cose cambino presto, così da poter abbandonare la divisa militare e riporre i fucili e tornare a cantare e a esibirsi in giro per il mondo. Cose che saranno possibili dopo aver ricostruito l’Ucraina martoriata e, spera Khlyvnyuk, libera dalle truppe russe e indipendente.

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