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Russia-Ucraina, domani riprendono i colloqui. A Mariupol bombardata una scuola. Le parlamentari ucraine: «Donne stuprate e impiccate da soldati russi»

20 Marzo 2022 - 23:59 Redazione
russia ucraina donbass soldati russi
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Dalle prime ore di oggi suonano le sirene anti-aereo in buona parte dell'Ucraina. Il bilancio di Mosca degli attacchi durante la notta conta 64 obiettivi militari colpiti. Riprendono i corridoi umanitari

Al venticinquesimo giorno di combattimenti in Ucraina prosegue l’assedio di Mariupol, punto strategico sul Mare di Azov, dove ogni tentativo di salvare le persone rimaste sotto le macerie del teatro distrutto sarebbe fallito. Secondo fonti ucraine, i civili bloccati sarebbero centinaia. Dalla Bielorussia, intanto, arriva un gesto clamoroso dei lavoratori delle ferrovie di Minsk. Dal pomeriggio di sabato 19 marzo i collegamenti ferroviari tra Bielorussia e Ucraina si sono interrotti dopo la ribellione dei lavoratori bielorussi. Lo stop danneggia principalmente l’esercito russo, che cercava di sfruttare la linea ferroviaria per i propri rifornimenti.

00.45 – Kiev dice no all’ultimatum di Mosca sulla resa di Mariupol’

Nessuna resa a Mariupol’. La vicepremier Iryna Vereshchuk ha risposto all’ultimatum della Russia sostenendo che «la resa non è un’opzione». L’Ucraina «chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro» alla popolazione civile. A riportare la notizia è The Kyiv Independent. Nelle scorse ore, il ministero della Difesa russo sosteneva che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol’ si fosse arresa. Al contempo, il presidente del Centro di Controllo di Difesa Nazionale Russo, Mizintsev aveva lanciato l’ultimatum all’Ucraina, con scadenza fissata alle 5 del mattino (ora locale, 3 del mattino in Italia, di lunedì 21 marzo, ndr), chiedendo la resa della città: «Le autorità di Mariupol ora hanno l’opportunità di fare una scelta e mettersi dalla parte della popolazione, in caso contrario il tribunale militare che li attende è solo il minimo di quel che meritano per i loro terribili crimini che la Russia sta documentando con molta cura».

23.50 – Kiev, bombe su abitazioni e su un centro commerciale: un morto

Una persona è morta durante un bombardamento che ha colpito il quartiere residenziale di Podilskyi, a Kiev. Lo ha scritto su Telegram il sindaco della capitale ucraina, Vitali Klitschko. «Secondo le informazioni che abbiamo al momento, diverse case e uno dei centri commerciali sono stati colpiti. I soccorritori, i paramedici e la polizia sono già sul posto», ha comunicato il primo cittadino di Kiev. «L’esplosione è stata incredibilmente forte, l’onda ha fatto saltare le finestre delle case vicine», raccontano alcuni residenti del quartiere Podilskyi.

21.30 – L’ultimatum di Mosca per la resa di Mariupol

Il ministero della Difesa russo ha lanciato un ultimatum per la resa di Mariupol’. Il colonnello generale russo Mikhail Mizintsev ha riferito che «tutte le formazioni militari ucraine e i mercenari stranieri, senza eccezioni, senza armi e munizioni, devono uscire utilizzando il percorso concordato con l’Ucraina tutte le unità armate dell’Ucraina devono lasciare Mariupol’ dalle 9:00 alle 11:00 (ora locale) di lunedì 21 marzo», secondo quanto riportato dall’agenzia russa Tass, assicurando che «per chi deciderà di deporre le armi è garantito un passaggio sicuro per essere condotto fuori dalla città». «Le autorità di Mariupol ora hanno l’opportunità di fare una scelta e passare dalla parte del popolo – ha proseguito Mizintsev -, in caso contrario il tribunale militare che li attende è solo il minimo di quel che meritano per i loro terribili crimini che la Russia sta documentando con molta attenzione». Quest’oggi, Russia e Ucraina hanno raggiunto un accordo sulla rotta di un corridoio umanitario per evacuare i cittadini di Mariupol’ nelle aree controllate dall’esercito ucraino. A riferirlo è stato il ministero della Difesa russo, secondo il quale il corridoio può iniziare a funzionare già dalle 8 (ora italiana) di domani. La presa di Mariupol’ costituirebbe l’apertura di un corridoio verso le regioni separatiste del Donbass.

21.00 – L’Ucraina avverte soldati bielorussi: «Chi attraversa il confine verrà abbattuto»

«Se un soldato bielorusso attraverserà il confine con l’Ucraina verrà abbattuto». Questo l’avvertimento del segretario del Consiglio di sicurezza ucraino, Oleksiy Danilov secondo quanto riferisce Ukrainska Pravda, sottolineando che il popolo bielorusso «sicuramente non ne ha bisogno. Solo Putin ne ha bisogno. Il presidente della Federazione Russa costringe Alexander Lukashenko a prendere una decisione sull’invasione dell’esercito bielorusso, ma capisce che questo sarà un collasso per la Bielorussia». 

20.00 – «Distrutte 44 chiese e altri edifici religiosi»

«È con tristezza che oggi affermiamo che questa guerra criminale sta distruggendo i santuari dell’Ucraina. In questi 25 giorni sono state distrutte circa 44 chiese e altri edifici religiosi. Stranamente, la maggior parte di queste chiese oggi appartiene alla Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca». A dirlo è l’arcivescovo maggiore di Kiev, mons. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, in un videomessaggio. «Oggi – continua – voglio ringraziare tutti coloro che, ancora una volta, sostengono la nostra gente. Ringrazio Sua Santità, il Santo Padre, che ha visitato personalmente i bambini ucraini giunti a Roma per le cure presso l’Ospedale Bambino Gesù».

19.30 – I russi continuano ad avanzare

Non arrivano buone notizie dall’Ucraina dove le truppe russe stanno completando la sconfitta del battaglione del Donbass avanzando di altri 12 km. A riferirlo è il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov. «Le unità dell’esercito russo stanno completando la sconfitta del battaglione nazionalista del Donbass. Durante la giornata le truppe russe avanzano di 12 km per raggiungere Nikolskoye e, insieme alle unità della Repubblica Popolare di Donetsk, hanno bloccato l’insediamento di Sladkoye da tre lati», ha dichiarato.

19.14 – Critiche a Zelensky in Israele: ha paragonato la guerra in Ucraina alla Shoah

Alcuni deputati israeliani non hanno gradito il discorso di Zelensky che, oggi 20 marzo, ha parlato al Parlamento d’Israele invitando il loro Paese a intervenire più decisamente, ad esempio inviando armi. Poi ha paragonato quello che sta accadendo dal 24 febbraio in Ucraina alla Shoah. «Ammiro Zelensky e sostengo il popolo ucraino – ha scritto su Twitter il ministro delle comunicazioni Yoaz Hendel – con il cuore e con i fatti ma la terribile storia della Shoah non può essere riscritta». «La guerra è tremenda – ha aggiunto -ma le comparazioni con gli orrori della Shoah e la soluzione finale è oltraggioso». Altri ministri avrebbero definito il paragone «oltraggioso». «Anche i russi parlano adesso di “soluzione finale”, esattamente come accadde con gli ebrei. I russi dicono che, senza questa guerra, non potrebbero mettere fine alla “questione Ucraina”», aveva detto oggi pomeriggio, alle 17 ora italiana, il leader ucraino. Questo, dunque, il passaggio “incriminato”.

18.29 – Ucciso vicecomandante della flotta russa nel Mar nero

È stato ucciso in Ucraina il vicecomandante della flotta russa nel Mar nero, Andrey Paliy. La notizia, diffusa dai media ucraini, viene confermata anche dai russi, come riferisce il Guardian. Paliy sarebbe deceduto nel corso dei combattimenti a Mariupol.

18.23 – La Cina: «Non stiamo dando armi a Mosca»

L’ambasciatore cinese negli Stati Uniti Qin Gang, in un’intervista alla Cbs, spiega che la Cina non sta inviando «armi e munizioni a nessuna delle parti in guerra». Qin Gang ha parlato di «disinformazione sull’aiuto militare di Pechino a Mosca». La Cina – ha aggiunto – farà di tutto per «favorire una de-escalation in Ucraina» e il «suo rapporto con la Russia non è un problema». «Siamo parte della soluzione, non del problema», ha concluso.

18.15 – Attacco aereo nella regione di Kiev

In questi minuti i russi guidati da Putin hanno effettuato un attacco aereo in direzione del villaggio di Zabuyannia, distretto di Bucha nella regione di Kiev. A comunicarlo è il servizio stampa della Polizia nazionale ucraina, come riferisce Ukrinform. «Il venticinquesimo giorno di confronto nella regione di Kiev rimane teso ma controllato. Durante questo periodo, le ostilità hanno avuto luogo nelle comunità di Bucha, Makariv, Irpin e Borodyan. Gli occupanti hanno lanciato un attacco aereo in direzione del villaggio di Zabuyannia», spiega Ukrinform.

17.34 – Usa all’Onu: «Non partecipiamo a missioni di pace»

A dirlo è l’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield secondo cui gli Stati Uniti non parteciperebbero mai a un’eventuale missione di peacekeeping in Ucraina. «Il presidente è stato molto chiaro sul fatto che non schiereremo truppe americane in Ucraina. Non vogliamo che la situazione degeneri in una guerra per gli Usa. Ma sosterremo i nostri alleati della Nato», ha detto alla Cnn. «Abbiamo soldati, come sapete, nei Paesi della Nato, e il presidente ha chiarito che, se ci sarà un attacco contro uno qualsiasi dei nostri alleati, ai sensi dell’articolo V, li sosterremo e li difenderemo». Escluso, inoltre, che il presidente americano Joe Biden vada in Ucraina questa settimana (quando sarà a Bruxelles per il vertice Nato e il Consiglio europeo).

16.31 – Turchia, Russia e Ucraina vicine a un accordo

Arrivano buone notizie da Istanbul. La Turchia, già membro della Nato non allineato alle sanzioni occidentali contro Mosca, ha assicurato che Russia e Ucraina stanno facendo passi da gigante nei negoziati e che potrebbero essere vicine a un accordo. «Certo, non è facile arrivare a un’intesa mentre la guerra è in corso, i civili vengono uccisi, ma vorremmo dire che lo slancio negoziale sta progredendo», ha detto il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu (che questa settimana è stato in Russia e in Ucraina). «Vediamo che le parti sono vicine a un accordo», ha aggiunto. Non ha fornito altri dettagli perché – ha spiegato – «stiamo svolgendo il ruolo di mediatori e facilitatori». Le autorità turche, mantenendo i contatti con ucraini e russi, la scorsa settimana hanno accolto ad Antalya i ministri degli Esteri russo e ucraino Sergej Lavrov e Dmytro Kuleba. Le parti starebbero negoziando su diversi punti: la neutralità dell’Ucraina (tanto voluta da Putin), il disarmo, la cosiddetta “denazificazione” del Paese, la rimozione degli ostacoli all’utilizzo del lingua russa in Ucraina e lo status della regione separatista del Donbass e della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014.

16.20 – Zelensky proroga la legge marziale: «La denazificazione dell’Ucraina? Affermazioni ridicole»

Il presidente dell’Ucraina ha deciso di prorogare la legge marziale, entrata in vigore il 24 febbraio, per altri 30 giorni, a partire dal 26 marzo. A renderlo noto è il servizio stampa della Verkhovna Rada. Zelensky, poi, ha attaccato il presidente russo Vladimir Putin che, da settimane, ripete di voler “denazificare” l’Ucraina: «Affermazioni ridicole. Chi sono i veri nazisti?», ha detto in un’intervista alla Cnn. E infine: «Gli ucraini non hanno accolto i soldati russi con mazzi di fiori, li hanno accolti con il coraggio e con le armi. La Russia non può ingraziarsi i cittadini di un altro Paese con la forza».

16.15 – I russi attendono rinforzi per attaccare Kiev

Secondo l’agenzia ucraina Unian, che cita il ministero della Difesa del Paese, i russi starebbero attendendo i rinforzi per attaccare Kiev. «Allo stesso tempo c’è una minaccia di attacchi missilistici ad alta precisione a lungo raggio da parte del nemico, incluso il sistema ipersonico Dagger», aggiunge il ministero della Difesa.

15.53 – Onu: «Almeno 902 ucraini uccisi e 1.459 feriti»

Secondo l’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr), come riporta il Guardian, sarebbero 902 i civili ucraini uccisi e 1.459 i feriti in Ucraina, assediata dai russi. Sarebbero tutti vittime di bombardamenti e attacchi missilistici. Il bilancio, però, rischia di essere ancora più alto visto che l’ufficio dell’Onu non è stato in grado di ricevere e poi verificare i rapporti sulle vittime da diverse città, tra cui Mariupol.

15.23 – Domani i colloqui Russia-Ucraina

Riprendono domani 21 marzo i negoziati di pace tra Russia e Ucraina. Zelensky si è sempre detto disponibile. Domani, dunque, come scrive la Tass citando Ukrainiskaya Pravda che fa riferimento a fonti di alto livello, è previsto un incontro online fra le delegazioni russa e ucraina.

15.20 – Zelensky: «Se non parliamo con Putin, è terza guerra mondiale»

Il presidente dell’Ucraina, Zelensky, ne è convinto: o si parla con il presidente russo o si rischia la terza guerra mondiale (con Usa e Ue che stanno continuando a sanzionare i russi). «Dobbiamo usare qualsiasi forma, qualsiasi chance per poter parlare con Putin. Se questi tentativi falliscono, allora vuol dire che questa è la terza guerra mondiale», ha detto Zelensky alla Cnn. «Sono pronto a negoziare. Sono stato pronto negli ultimi due anni. Senza i negoziati non si può mettere fine a questa guerra», ha concluso il leader ucraino.

15.00 – Cittadini ucraini di nuovo in piazza contro i russi

Continua la resistenza degli ucraini che, nonostante i bombardamenti, sono scesi anche oggi 20 marzo in piazza per dire no all’invasione dei russi. Proteste si stanno svolgendo a Cherson, Kakhovka e Berdyansk, città sotto il controllo delle truppe russe. In un video, pubblicato da Ukrayinska Pravda, si vedono i cittadini sventolare la bandiera dell’Ucraina e cantare «Cherson è l’Ucraina!». A Berdyansk, secondo l’agenzia di stampa Unian, centinaia di persone stanno manifestando contro i russi che, a sua volta, starebbero «cominciando a molestarli». Alcuni di loro, infatti, sarebbero stati circondati. «Più tardi i manifestanti sono stati spogliati e perquisiti», riporta ancora Unian.

14.47 – Usa: «Le deportazioni dei civili ucraini in Russia sono inaccettabili»

L’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, intervistata dalla Cnn, ha detto: «Deportare i civili ucraini in quelli che possiamo immaginare siano campi di concentramento in Russia è inaccettabile». L’ambasciatrice, però, al momento non è in grado di confermare le notizie diffuse dalla stampa ucraina sulle deportazioni da parte di Mosca degli abitanti di Mariupol.

14.30 – La denuncia delle deputate di Kiev: «Donne stuprate e impiccate dai soldati russi»

A parlare sono alcune parlamentari ucraine che, in occasione di una visita a Westminster, hanno raccontato ai giornalisti di quanto sta avvenendo in Ucraina. I russi, infatti, starebbero aggredendo, stuprando e, in alcuni casi, impiccando le donne che non sono riuscite a scappare dal Paese. Alcune di loro, per disperazione, sarebbero spinte addirittura a suicidarsi. Teatro delle aggressioni sessuali sarebbero Kiev e le sue periferie di Bucha e Irpin: a dirlo è la parlamentare Vasylenko, citata dal Daily Mail, che – insieme alle colleghe Olena Khomenko, Maria Mezentseva e Alona Shkrum – ha visitato nei giorni scorsi la House of Commons a Londra. «La gran parte di loro sono state assassinate dopo essere state stuprate oppure si sono tolte la vita», ha detto secondo il Mirror. «Il problema principale è che le vittime e le famiglie non hanno la forza e la capacità di farsi avanti e denunciare», ha aggiunto Mezentseva. «Alcune delle donne stuprate sono state impiccate. E questi sono fatti che stiamo raccogliendo come prove di crimini di guerra», ha concluso.

14.25 – Uccisi 56 anziani in una casa di riposo

La notizia arriva dal capo delle forze armate del Lugansk Serhiy Haidai secondo cui l’11 marzo le forze russe guidate da Vladimir Putin hanno aperto il fuoco su una casa di riposo a Kreminna, nell’Ucraina orientale. Lì sono morte 56 persone mentre le restanti 15 sono state portate nel territorio occupato a Svatove. «L’11 marzo, gli occupanti russi hanno sparato da un carro armato in una casa di cura a Kreminna. Cinicamente e deliberatamente», ha scritto Haidai su Telegram, secondo quanto riferisce Ukrinform. Resta ancora impossibile raggiungere il luogo in cui si è consumata la tragedia.

14.10 – «Cerchiamo di evacuare 10 mila persone da Mariupol»

«Stiamo cercando di portar via 10 mila persone dall’aerea di Mariupol». A dirlo è la vicepremier ucraina Olga Stefanishyna secondo cui, insieme al Procuratore generale, si sta indagando anche su notizie di donne stuprate o uccise dai militari russi.

14.00 – Vicepremier Ucraina: «L’Italia ha accantonato ogni romanticismo verso Mosca»

In un incontro con i media internazionali a Leopoli, la vicepremier dell’Ucraina con delega ai Rapporto con Ue e Nato, Olga Stefanishyna, rispondendo a una domanda dell’Ansa, ha spiegato che il comportamento dell’Italia in queste settimane è decisamente cambiato. «Siamo in contatto permanente con il governo italiano a tutti i livelli. Io so personalmente quanto nel Parlamento italiano si sta lavorando per noi e questo rappresenta una svolta nei nostri rapporti bilaterali. L’Italia ha messo da parte ogni, per così dire, romanticismo nei confronti della Russia. L’Italia non è mai stata al nostro fianco in questo modo».

12.58 – Kiev: «Mosca si prepara a inviare minorenni in guerra»

«Il presidente Vladimir Putin e il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu si preparano a utilizzare i minorenni nella guerra contro l’Ucraina». Così l’agenzia di informazione Unian su Telegram riportando fonti dell’intelligence di Kiev. «L’ipotesi è quella di utilizzare riserva di giovani tra 17 e i 18 anni», aggiunge l’agenzia.

12.15 – Kiev accusa: «I militari russi stuprano e uccidono le donne ucraine»

La situazione in Ucraina si fa: «sempre più grave» secondo la vicepremier Olha Stefanishyna. Intervistata da Sky News, la vicepremier ha rilanciato le accuse contro la Russia di crimini di guerra, tra cui anche violenze sessuali ai danni delle donne ucraine. Stefanishyna ha parlato di: «storie orribili» raccolte da varie città ucraine che riguardano donne: «che sono state superate e assassinate» da militari russi. La vicepremier si è detta certa che quello messo in atto dai russia sia un genocidio: «Ci credo assolutamente – ha detto – Putin e il Cremlino sono criminali di guerra». Sulle violenze contro le donne ucraine, la vicepremier ha poi aggiunto: «Ogni singolo soldato che ha commesso questo crimine di guerra sarà ritenuto responsabile. Resteremo insieme alle donne ucraine e vinceremo».

11.30 – Fonti di intelligence di Kiev: «Possibile attacco bielorusso entro due giorni»

Cresce il sospetto delle autorità ucraine di un imminente attacco della Bielorussia. Secondo fonti di intelligence e dello Stato maggiore ucraini citati dall’agenzia Unian, ci sarebbe una «alta minaccia» di un’offensiva di Minsk in direzione Volyn che potrebbe iniziare tra lunedì o martedì al massimo.

10.46 – Mosca: «Bombardato centro di addestramento. Uccisi 100 militari ucraini»

«L’esercito russo ha colpito un centro di addestramento per le forze speciali ucraine nella regione di Yitomir, nel Nord del Paese». A farlo sapere è il portavoce militare russo Igor Konashenkov citato dall’agenzia di stampa russa Tass. Secondo quanto riferito l’attacco ha colpito un centro vicino la città di Ovruch, a circa 10 km dal confine con la Bielorussia, dove sono stati uccisi circa 100 tra militari e mercenari stranieri.

10.02 – Stampa russa: «La Turchia si offre per vertice Putin-Zelensky-Erdogan»

La Turchia si offre di ospitare un vertice trilaterale fra il presidente russo Vladimir Putin, quello ucraino Volodymyr Zelensky e il leader turco Recep Tayyip Erdogan. A riferirlo è l’agenzia di stampa russa Tass che riporta un’intervista del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. «Se si raggiunge la pace, i tre presidenti s’incontreranno senz’altro» ha detto, «i leader russo e ucraino non escludono affatto questa possibilità né che l’incontro possa avvenire in Turchia». E ha aggiunto: «Ankara vuole tenere il vertice trilaterale che potrà essere convocato su richiesta di due dei leader».

8.15 – Distrutta una scuola di Mariupol: 400 persone sotto le macerie

Le autorità di Mariupol denunciano un nuovo attacco su un obiettivo civile in città da parte delle truppe russe. Dopo il bombardamento che ha distrutto il teatro civico in cui ci sarebbero ancora decine di persone intrappolate, su Telegram le autorità comunali di Mariupol scrivono che i russi hanno attaccato una scuola d’arte nel distretto di Levoberezhny dove erano rifugiate circa 400 persone. L’attacco sarebbe avvenuto ieri sera, l’edificio sarebbe stato distrutto, lasciando diverse donne, bambini e anziani sotto le macerie. La notizia è stata diffusa anche da Bbc e Sky news ma non è ancora stata confermata da soggetti indipendenti.

5.30 – Suonano le sirene in quasi tutte le regioni ucraine

Dalle prime ore dell’alba le sirene d’allarme hanno cominciato a suonare in quasi tutte le regioni dell’Ucraina. Gli allarmi per i possibili bombardamenti sono scattati sin dalla notte a Kiev e Leopoli, come riporta il Kyiv Independent. In stato d’allerta anche Odessa, Kharkiv, Zaporizhzhia, Sumy, Mykolaiv, Ternopil, Poltava, Kirovograd, Ivano-Frankivsk, Dnipropetrovsk, Rivne, Volinia, Cherkasy, Zhytomyr e Vinnytsia.

5.15 – Bloccata l’evacuazione di Mariupol

Si sarebbe di nuovo interrotto il corridoio umanitario per l’evacuazione di Mariupol, dove i consiglieri comunali di Berdyansk denunciano il tentativo dell’esercito russo di bloccare i pullman che avrebbero dovuto portare i civili in fuga vicino al villaggio di Azovske, a 3 km chilometri da Berdyansk. Al convoglio di bus non è stato concesso di entrare in città, né è stato permesso agli autisti di poter pernottare.

3.40 – Nuove sanzioni dall’Australia alla Russia

Il governo australiano ha deciso di interrompere le esportazioni di alluminio e bauxite verso Mosca. L’Australia ha poi annunciato di voler inviare 70 mila tonnellate di carbone in Ucraina per garantire la sua sicurezza energetica.

Foto in copertina di repertorio

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