Italiano bloccato a Kiev, l’appello della moglie: «Circondato dai russi senza cibo né acqua, la situazione è tragica»
«Mio marito si trova circondato vicino Kiev. L’ultima volta che l’ho sentito è stato 48 ore fa, mi ha mandato un messaggio per dirmi che sono vivi. Non hanno cibo né acqua, manca anche l’elettricità e il telefono. La situazione è tragica. Ci stiamo attivando per far arrivare la Croce Rossa per portare viveri, ma serve l’accordo con i russi». A parlare è Vlada Shalutko, moglie di Andrea Cisternino, ex fotografo italiano che da oltre dieci anni si è trasferito a Kiev per gestire un rifugio per animali. Vlada Shalutko ha lasciato l’Ucraina dieci giorni fa: «Ho deciso di andare via, ma lui è voluto rimanere lì. Ha sempre detto che non vuole lasciare i suoi animali. E da qui è difficile dare una mano. Lui non vuole lasciare il rifugio, ha detto in tutti i modi che da lì non si muoverà mai». E ancora: «L’ultimo messaggio da lui l’ho ricevuto due giorni fa alle 5 del mattino, poi più nulla – fa sapere ancora la moglie di Cisternino -. C’è grande preoccupazione per lui e per i volontari ucraini che sono con lui al rifugio».
Le difficili operazioni per raggiungere Cisternino
Una conferma sulla situazione in cui si trova l’italiano arriva a poche ore dall’allarme lanciato ieri, 19 marzo, dal giornalista freelance Claudio Locatelli: «Andrea Cisternino, il nostro connazionale che si trova 15 chilometri dentro il territorio occupato dai russi, è rimasto senza acqua potabile e cibo da almeno 48 ore. Con lui ci sono altri quattro collaboratori, tutti ucraini, e insieme gestiscono un santuario di quasi quattrocento animali. Rischiano di morire di sete e di fame. Sono riusciti ad approvvigionarsi con acqua non potabile da un pozzo, ma ora sono senza acqua da più di 24 ore, senza cibo per animali e umani: chiedono aiuto». Al momento l’unico ente che può intervenire per aiutare Cisternino e i suoi collaboratori è Croce Rossa Ucraina. Tuttavia, le procedure possono essere avviate solo su richiesta del governo ucraino, che deve chiedere alle forze occupanti russe di creare un corridoio umanitario per permettere a un convoglio d’emergenza di portare acqua e cibo al rifugio dove si trova Cisternino, a circa 45 chilometri da Kiev.
L’Ambasciata italiana a Leopoli: «Stiamo seguendo la vicenda»
Al contempo, secondo quanto appreso da fonti dell’Ansa, anche l’ambasciata italiana a Leopoli sta seguendo da vicino la vicenda: «Sappiamo della sua situazione e seguiamo il caso». Dall’ambasciata italiana, inoltre, osservano che la collocazione di Cisternino e dei collaboratori, al momento è difficilmente raggiungibile, proprio a causa della forte presenza delle truppe russe sul territorio. La Farnesina, lo scorso 12 febbraio, aveva diramato il primo invito a tutti gli italiani presenti in Ucraina a lasciare il Paese, dato l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza. A fine febbraio, dopo l’inizio dell’invasione russa, Cisternino aveva ribadito la propria decisione di non andarsene: «Da anni mi prendo cura di 400 animali che ho salvato da maltrattamenti e allevamenti, e ho deciso di restare, di non abbandonarli. Costruire questo rifugio è costato molta fatica, io non me ne vado».
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