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Ucraina, Mosca rivendica il bombardamento del centro commerciale di Kiev: «Era un deposito di razzi». A un passo dalla rottura le relazioni diplomatiche tra Russia e Usa

21 Marzo 2022 - 21:20 Redazione
Nuovo coprifuoco a Kiev, mentre la Russia stringe d'assedio Sumy e Mariupol. A Odessa navi russe attaccano gli edifici della città. E a Cherson l'esercito spara sui manifestanti

Il 26° giorno della guerra in Ucraina si è aperto con le sirene antiaeree a Kiev e in altre città. Nella capitale i bombardamenti hanno investito alcune case e un centro commerciale nel quartiere di Podil, nel quale è scoppiato un vasto incendio che ha reso necessario l’intervento di 11 squadre di vigili del fuoco: il bilancio delle vittime è di almeno sei morti. Nella regione di Sumy, bersagliata da caccia russi diretti verso il centro dell’Ucraina, c’è stata una perdita di ammoniaca da un impianto chimico: le autorità hanno subito lanciato l’allarme ma la perdita è stata contenuta in poche ore. Continua la battaglia a Mariupol, dove Kiev ha respinto un ultimatum dei russi. Anche Sumy viene bombardata. Gli Stati Uniti intanto fanno sapere che sono pronti ad altre sanzioni nei confronti della Russia mettendo nel mirino petrolio e gas.

22.04 – La Russia blocca l’accesso al canale Euronews

Euronews è stato bloccato in Russia. Ne dà notizia il regolatore russo dei media Roskomnadzor citato da Interfax. L’accesso alla tv, al sito web euronews.com e alla sua versione russa ru.euronews.com è stato limitato su richiesta della Procura generale che accusa i siti di diffondere notizie false sulla situazione in Ucraina.

20.24 – Kiev: «Nessun compromesso sull’integrità territoriale»

Il negoziatore ucraino Mykhaylo Podolyak ha spiegato alla Bbc che non ci sarà nessun compromesso sull’integrità territoriale dell’Ucraina. Secondo Podolyak il dialogo con la Russia potrà partire grazie alla tenacia dimostrata dalla resistenza ucraina: «La resistenza ucraina all’invasione ha costretto la Russia a valutare in modo più adeguato la realtà della situazione, il che ha contribuito a incoraggiare una sorta di dialogo».

19.36 – Biden: «C’è il rischio di cyberattacchi da Mosca»

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è tornato sul rischio cybersecurity. Secondo le fonti della Casa Bianca, Mosca starebbe progettando degli attacchi contro gli Stati Uniti: «Avevo avvertito che la Russia potrebbe condurre attacchi informatici contro gli Stati Uniti. Oggi ribadisco quell’allarme basandomi su informazioni di intelligence: il governo russo sta esplorando la possibilità di sferrare cyber-attacchi. Si tratta del tipico copione di Mosca». La consigliera per la cybersecurity alla Casa Bianca Anne Neuberger ha detto: «Se la Russia farà un cyber attacco contro di noi, gli Usa risponderanno».

Biden ha aggiunto anche che ormai l’avanzata delle truppe russe è in stallo: «Il presidente Putin aveva un suo piano, pensava di conquistare Kiev in poche ore se non giorni. Ma è stato fermato dalla resistenza degli ucraini e le sue forze sono in stallo. Questa è una guerra più grande della Russia e dell’Ucraina, ci sono in gioco principi universali che Putin ha cercato di violare, tra questi la sovranità di un Paese di determinare la sua politica estera e le sue alleanze».

Il portavoce del dipartimento di Stato Ned Price ha spiegato invece che sono pronti nuovi aiuti militari da inviare in Ucraina: «Stiamo lavorando per far avere all’Ucraina esattamente i sistemi anti-missili di cui ha bisogno, inclusi quelli di fabbricazione sovietica e gli S-300». Sempre Price ha attaccato la linea di Pechino: «La Cina è il Paese con la maggiore influenza sulla Russia quindi potrebbe fare di più per mettere fine alla guerra. Finora non abbiamo visto niente di tutto ciò, abbiamo solo sentito dichiarazioni».

19.25 – Borrell: «Approvazione della Bussola Strategica un momento storico»

Josep Borrell ha parlato al termine dell’incontro dei ministri degli Esteri a Bruxelles, nel quale è stata approvato il documento Ue a cui l’Alto Rappresentante Josep Borrell lavora dal 2020 e che dovrebbe delineare le priorità strategiche per l’Unione per i prossimi «cinque-dieci anni». L’adozione della bussola strategica è un «momento storico: è una svolta per l’Ue come ente che fornisce sicurezza. L’adozione è un segnale molto forte di unità e determinazione e arriva in un momento chiave. Questa non è una risposta alla guerra in Ucraina, abbiamo cominciato a lavorarci due anni fa, ma il momento è tempestivo».

18.50 – Draghi sente Biden, Macron, Scholz e Johnson: «Uniti nella risposta alla guerra»

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sentito il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il Primo Ministro britannico Boris Johnson in preparazione del vertice Nato in programma giovedì prossimo. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, i leader hanno «riaffermato l’importanza della unità di intenti e di azione dimostrata di fronte alla guerra in Ucraina e alle sue ripercussioni». I leader si sono impegnati «a coordinare gli sforzi per aiutare la popolazione ucraina in fuga dal conflitto o bloccata in patria».

18.11 – Di Maio: «L’Italia non pone veti su un quinto pacchetto di sanzioni»

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, a Bruxelles, ha spiegato che l’Italia continuerà a imporre sanzioni alla Russia. Il nostro Paese, infatti, è «aperto» all’ipotesi di un «quinto pacchetto di sanzioni» e «aspetta la proposta della Commissione non ponendo veti». Sull’ipotesi di colpire anche il settore energetico, invece, ha precisato: «Sull’energia siamo impegnati come Italia fin dal primo giorno di questa crisi a diversificare gli approvvigionamenti energetici, perché non vogliamo farci cogliere impreparati da eventuali ricatti da parte della Russia».

18.05 – Fitch taglia le stime del Pil nel mondo a causa di inflazione e Ucraina

Con l’inflazione e l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi, l’agenzia Fitch ha tagliato le stime di crescita mondiali. Il Pil del mondo quest’anno dovrebbe crescere del 3,5 per cento, ovvero 0,7 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni precedenti mentre nel 2023 la crescita è prevista al 2,8 per cento, – 0,2 punti. Il Pil di Eurolandia è stato ridotto di 1,5 punti percentuali al 3 per cento nel 2022 mentre la crescita negli Stati Uniti è stata tagliata di 0,2 punti al 3,5 per cento. «Questo riflette i più alti prezzi dell’energia ma anche l’aumento più veloce delle attese dei tassi di interesse negli Stati Uniti», ha precisato Fitch.

17.58 – Gli Usa inviano sistemi di difesa area dell’era sovietica all’Ucraina

Secondo il Wall Street Journal, che cita alcune fonti, gli Stati Uniti starebbero inviando sistemi di difesa aerea dell’era sovietica all’Ucraina. Nello specifico, gli Usa avrebbero acquistato questi sistemi nei decenni scorsi con l’obiettivo ben preciso di esaminare la tecnologia utilizzata dai russi e che Mosca esportava nel mondo. Si tratta, dunque, di armi che gli ucraini conoscono.

17.50 – Il premier israeliano presto a Kiev

Il primo ministro israeliano Naftali Bennett potrebbe presto recarsi a Kiev, come riferisce il sito Ynet. Negli ultimi 10 giorni – ha spiegato – il presidente Zelensky e il governo ucraino hanno offerto a Bennett di andare a Kiev nell’ambito degli sforzi di mediazione effettuati dal premier. Israele ha risposto all’Ucraina che Bennett andrà sì a Kiev ma solo a patto che ci siano «passi significativi verso i negoziati». Il premier israeliano è già stato a Mosca dal presidente Vladimir Putin.

17.30 – L’esercito di Kiev: «Oltre 3 mila vittime a Mariupol»

Secondo il comandante del distaccamento di Azov, il maggiore Denys Prokopenko, intervistato dalla Cnn, come riporta Ukrinform, le vittime tra i civili nella città di Mariupol sarebbero oltre 3 mila. «Il bilancio delle vittime tra i civili cresce ogni giorno e ora supera le 3 mila persone. Ma nessuno può dire il numero esatto dei morti, poiché le persone vengono sepolte in fosse comuni, senza nome. Molti cadaveri restano insepolti per le strade. Alcune persone rimangono intrappolate sotto le macerie, sepolte vive», ha spiegato.

17.22 – Draghi: «60 mila profughi e chissà quanti dopo, l’Italia è pronta all’accoglienza»

Video di Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev

Il premier Mario Draghi, a margine della visita all’hub di Palmanova, dove sono vengono stoccati i mezzi e i materiali destinati all’Ucraina, ha fatto il punto sulla situazione in Ucraina e cosa succederà nel nostro Paese. «La visita di oggi è fonte di conforto. L’accoglienza, l’organizzazione e l’entusiasmo di questi volontari dimostrano che possiamo contare su una struttura efficiente, funzionante, moderna che è la Protezione civile. Il modo in cui abbiamo reagito a tutte le emergenze degli ultimi due anni è stato quello di integrare le decisioni del governo con quelle delle Regioni e dei Comuni. Questa alleanza istituzionale è un patrimonio che dobbiamo tenere, da preservare anche nell’accoglienza. Oggi abbiamo 60mila profughi, chissà quanti ce ne saranno dopo. Questo gioco di squadra è fondamentale».

16.56 – Mosca: «Il centro commerciale distrutto a Kiev era un deposito di razzi»

Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, come riporta la Tass, il centro commerciale distrutto dai russi, con l’uso di armi di alta precisione a lungo raggio, avrebbe ospitato una batteria di sistemi multipli di lanciamissili e un deposito di munizioni. «Nascondendosi dietro i quartieri di abitazione nel sobborgo di Kiev di Vinogradar, le unità nazionaliste ucraine hanno condotto per diversi giorni il fuoco di missili lanciatori multipli contro i militari russi», ha dichiarato. Secondo Konashenkov, dunque, il centro commerciale sarebbe stato usato come deposito di munizioni e missili.

16.35 – A Cherson i militari russi sparano sui manifestanti. Ci sono feriti

Oggi 21 marzo gli ucraini sono scesi in piazza. «Cherson è ucraina», «Andate a casa», questi gli slogan portati in Piazza della Libertà dove i soldati russi hanno risposto aprendo il fuoco. Quattro i feriti. Secondo un esponente del consiglio regionale, Yurii Sobolevskij, che era presente alla manifestazione, «oggi hanno provato a disperdere i manifestanti pacifici di Cherson con la forza. Ci sono stati spari, hanno lanciato lacrimogeni e granate stordenti». Un manifestante sarebbe stato «rapito dai russi». Il più grave sarebbe un pensionato. Cherson è stata la prima città a cadere nelle mani dei russi.

16.26 – Berlino: «Se potessimo, fermeremmo subito il petrolio da Mosca ma ne siamo dipendenti»

Ad ammetterlo è la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock a Bruxelles. «Se potessimo fermare le importazioni di petrolio dalla Russia lo faremmo automaticamente», ha detto. «Non è una questione se lo vogliamo o no, ma quanto siamo dipendenti e, per esempio, la Germania importa molto petrolio dalla Russia e come noi altri Paesi dell’Ue. Ecco perché è importante che parliamo tra noi, capire come possiamo ridurre questa dipendenza. Ora stiamo preparando i passi da implementare molto presto nel futuro», ha concluso.

16.16 – Kuleba chiede l’intervento della Cina

Su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto alla Cina di assumere un «ruolo importante» nella soluzione del conflitto tra Russia e Ucraina. «Per decenni le relazioni Ucraina-Cina si sono basate su mutuo rispetto, comprensione e beneficio – ha scritto – Condividiamo la posizione di Pechino sulla necessità di trovare una soluzione politica alla guerra contro l’Ucraina e chiediamo alla Cina in quanto potenza globale di assumere un ruolo importante in questo senso».

16.02 – Mosca protesta contro Biden e convoca l’ambasciatore americano

Pugno duro del ministero degli Esteri russo che ha convocato l’ambasciatore americano John Sullivan consegnandogli una nota di protesta. A non essere piaciuti sono soprattutto i commenti «inaccettabili» di Joe Biden sul presidente Vladimir Putin. Lo ha definito «criminale di guerra» e «dittatore assassino». Lo scrivono Cnbc e l’agenzia Bloomberg. Secondo i russi, dunque, le parole di Biden potrebbero causare una rottura delle relazioni con gli Stati Uniti.

15.48 – Kiev: «Quasi 2.400 bambini portati in Russia illegalmente»

La denuncia arriva dal ministero degli Esteri ucraino secondo cui 2.389 bambini del Donbass occupato sarebbero stati condotti illegalmente in Russia. «I casi di rapimento di bambini e di altri crimini commessi dagli occupanti russi contro i civili in Ucraina sono oggetto di indagine», ha dichiarato il governo di Kiev, stando al Kyiv Independent.

15.10 – Facebook e Instagram bandite «per estremismo»

La Russia ha deciso di bandire Facebook e Instagram nel Paese per il loro presunto coinvolgimento in attività definite «estremiste». A scriverlo è Interfax. Nello specifico, un tribunale di Mosca ha già riconosciuto le attività di Instagram e Facebook come «estremiste» bandendole dal Paese. Lo scrive la Tass. Secondo la giudice Olga Solopova, infatti, il tribunale ha approvato la mozione presentata dall’ufficio del procuratore generale.

15 – Consigliere di Zelensky: «I negoziati non sono seri»

«La Russia non è seria riguardo ai colloqui di pace». Queste le parole di Alexander Rodnyansky, consigliere del presidente ucraino Zelensky, alla Bbc. Rodnyansky ha fatto sapere che i colloqui mirano a «intrappolare l’Occidente nel pensare che ulteriori sanzioni non siano necessarie. Hanno usato questi colloqui come un modo per distrarre l’attenzione da ciò che sta accadendo sul campo di battaglia. Non si cerca la pace e allo stesso tempo si bombardano città su larga scala».

14.35 – A Kharkiv ucciso un sopravvissuto ai lager di 96 anni

Boris Romanchenko, 96anni, ex prigioniero dei lager nazisti, è morto a Kharkiv. Dopo essere sopravvissuto a Buchenwald, Peenemunde, Dora Mittelbau, Bergen-Belsen, è stato ucciso da un missile russo lanciato contro il suo appartamento durante «l’operazione di denazificazione», come scrive sul suo canale Telegram il sindaco di Leopoli, Andrij Sadovyj. «I nuovi fascisti continuano il lavoro di Hitler».

14.24 – Papa Francesco: «La spesa per le armi è uno scandalo, non è una scelta neutrale»

PAPA FRANCESCO

«Certe scelte non sono neutrali: destinare gran parte della spesa alle armi, vuol dire toglierla ad altro, che significa continuare a toglierla ancora una volta a chi manca del necessario. Questo è uno scandalo: le spese per le armi». Sono le parole di Papa Francesco a proposito dell’annuncio dell’Ue di aumentare gli aiuti per le armi per l’Ucraina di un miliardo. «Perché farci la guerra per conflitti che dovremmo risolvere parlandoci da uomini? «Perché non unire piuttosto le nostre forze e le nostre risorse per combattere insieme le vere battaglie di civiltà: la lotta contro la fame e contro la sete; la lotta contro le malattie e le epidemie; la lotta contro la povertà e le schiavitù di oggi. Perché?».

14.03 – I nuovi negoziati

Novi colloqui tra Mosca e Kiev. L’ultima sessione di negoziati tra le delegazioni ucraina e quella russa è durata un’ora e mezzo e continuano adesso nel formato dei gruppi di lavoro. A darne notizia è la Tass. «L’incontro è durato dalle 10.30 alle 12 con le delegazioni ufficiali, poi sono arrivati di nuovo i gruppi di lavoro», ha detto un membro della delegazione ucraina e capo della fazione Sn David Arahamiya, citato dall’agenzia Unian. «Oggi lavoriamo tutto il giorno», ha concluso.

13.42 – L’Oms: «Rischi dalla guerra lunga, sanità ucraina già provata»

«Più dura questa guerra più il sistema sanitario subirà ulteriori deterioramenti. Veniamo da due anni di pandemia, le persone hanno rimandato i loro interventi, avevamo già una popolazione vulnerabile e un sistema sanitario arrivato al limite. L’Ucraina è uno dei Paesi in Europa con la più alta incidenza di Hiv e tubercolosi. Ora si possono interrompere le cure dei pazienti. E il tasso di immunizzazione anti-Covid è relativamente basso». Lo ha affermato, in un’intervista all’Ansa a Leopoli, il portavoce dell’Oms, Tarik Jasarevic. «Stiamo facendo il possibile assieme alle autorità di Kiev per inviare kit».

13.10 – Viminale: «60mila profughi da inizio guerra»

Sono 59.589 i profughi ucraini entrati in Italia dall’inizio della guerra. secondo i dati del Viminale, aggiornati ad oggi, 30.499 sono donne, 23.877 minori e 5.213 uomini. Nelle ultime 48 ore hanno passato il confine italiano poco meno di 4.000 profughi.

12.58 – Mosca: «Impossibile per l’Ue fare a meno del gas russo ora»

«Al momento è impossibile» per l’Europa fare a meno del gas russo, mentre per quanto riguarda il greggio le compagnie petrolifere russe hanno iniziato a reindirizzare i flussi verso Est. Lo ha fatto sapere il vicepremier russo Aleksandr Novak, citato dall’agenzia di stampa Tass.

12.50 – Conte: «Aiuti Covid da Mosca vicenda chiara e trasparente»

ANSA/GIUSEPPE LAMI

«Questa vicenda è molto chiara e trasparente, in un momento di estrema difficoltà c’è stata da parte della Russia e di Putin in particolare l’offerta della disponibilità di mandare un gruppo di sanitari, scortato dai militari, in ragione della grande esperienza da loro maturata in questo settore nelle precedenti pandemie. Direi che tutte le insinuazioni, le allusioni, le preoccupazioni che oggi sorgono non hanno alcun fondamento». Questa la precisazione che arriva dall’ex premier Giuseppe Conte da Napoli, a margine della manifestazione di Libera. Il leader del M5s si riferisce alle accuse di Mosca sugli aiuti inviati all’Italia in occasione della prima ondata di Coronavirus.

12.30 – I civili in fuga dalla guerra sono già «10 milioni»

«La devastante guerra in Ucraina ha causato la fuga di 10 milioni di persone, sia sfollate all’interno del loro paese, sia come rifugiati all’estero». A rendere noto l’ultimo numero di civili che scappano dalle aree calde del conflitto è Unhcr. «La guerra deve finire». Secondo l’agenzia, 3.437.976 rifugiati hanno attraversato i paesi vicini in cerca di sicurezza dal 24 febbraio, primo giorno dell’offensiva russa in Ucraina. La maggior parte si è rifugiata in Polonia, poi in Ungheria, Slovacchia, Romania, Moldavia, mentre altri hanno proseguito in direzione di altri Paesi europei. L’Agenzia è inoltre a conoscenza di un numero considerevole di persone che si è diretto verso la Federazione Russa.

12.27 – Ambasciata di Francia a Kiev: «Raccogliamo prove su crimini guerra»

«Se possiamo considerare quelli della Russia dei crimini di guerra?” Stiamo in costante contatto con le autorità ucraine, stiamo raccogliendo tutte le prove che possono essere connesse a ciò che può essere considerato crimine di guerra». Queste le parole dell’ambasciatore francese in Ucraina Etienne de Poncins pronunciate da Leopoli. Il diplomatico è anche tornato a esortare i francesi presenti in Ucraina a lasciare il Paese. Sono circa 700 i cittadini rimasti nel Paese. Insieme all’Italia, la Francia è l’unico Paese del G7 a non aver trasferito la propria sede diplomatica all’estero.

12.12 – Johnson vuole andare a Kiev

EPA/ANDY RAIN

Il premier britannico Boris Johnson vorrebbe raggiungere la capitale ucraina per una visita veloce come come gesto di solidarietà nei confronti della popolazione colpita dalla guerra e del presidente Zelensky, con cui mantiene contatti frequenti. Lo fanno sapere fonti anonime che hanno parlato con il Daily Express, anche se per il momento non ci sono ancora conferme ufficiali. Stando a quanto si apprende però, l’intelligence del Regno Unito sarebbe preoccupata per l’iniziativa di Johnson poiché potrebbe essere molto complicato garantire condizioni di sicurezza per il premier. Ma secondo le informazioni diffuse dal tabloid, Bojo sarebbe convinto al punto di aver chiesto di avviare i preparativi necessari.

12.06 – La Danimarca propone all’Ue di bloccare i porti alle navi russe

La Danimarca propone all’Ue il blocco dei porti alle navi russe. Lo ha sottolineato il ministro degli Affari esteri Jesse Kofod a Bruxelles per il Consiglio Esteri, sostenendo sanzioni più dure alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. Lo rendono noto i media internazionali.

11.47 – Separatisti Donetsk: «Almeno 7 giorni per prendere Mariupol»

Stando alle ultime informazioni, potrebbe «non essere sufficiente una settimana per prendere il controllo della città ucraina di Mariupol». Lo ha fatto sapere il capo dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, citato da Interfax. «Non sono così ottimista sul fatto che bastino due o tre giorni o anche una settimana per chiudere la questione . ha detto il leader ucraino -. Sfortunatamente no, la città è grande».

11.30 – Premier Israele: «La Shoah non può essere paragonata a nulla»

EPA/TSAFRIR ABAYOV / POOL

«Personalmente credo che la Shoah non debba essere comparata a nulla». Con queste parole il premier Naftali Bennett ha risposto alle affermazioni del presidente Volodymyr Zelensky pronunciate nel discorso di ieri ai deputati della Knesset. A molti parlamentari non è piaciuta la comparazione tra la Shoah e l’attuale situazione in Ucraina. Bennett ha comunque ricordato che «il Paese e il popolo ucraino sono in mezzo ad una grave guerra. Molte centinaia di morti, milioni di rifugiati. Non posso immaginare cosa si provi ad essere al suo posto». Il premier israeliano ha anche detto che nella mediazione di Israele tra Russia e Ucraina ci sono stati progressi ma le distanze restano «molto ampie».

11.18 – Baerbock: «Ue aumenterà aiuti per le armi a 1 miliardo»

«Sono qui oggi per rivolgere un appello urgente a tutti i miei amici europei, ma anche alla comunità mondiale e ai nostri partner transatlantici: abbiamo bisogno di solidarietà comune per gli ucraini, non abbiamo solo bisogno di corridoi locali, ma di un ponte aereo solidale» per i rifugiati. Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, arrivando al Consiglio Esteri a Bruxelles. «Ogni Paese d’Europa dovrà accoglierne centinaia di migliaia di rifugiati» e lo stesso dovrà essere fatto «dall’altra parte dell’Atlantico, insieme», ha sottolineato. La ministra ha anche detto che l’Unione europea aumenterà il suo aiuto finanziario all’Ucraina per l’acquisto di armi a un miliardo di euro. «Oggi stiamo decidendo politicamente di fornire ulteriore sostegno finanziario militare a Kiev per aumentare ad un miliardo di euro le sue capacità finanziarie per l’approvvigionamento di mezzi militari», ha spiegato la ministra tedesca, aggiungendo che la decisione vuole essere «in piena solidarietà con l’Ucraina e per proteggere la popolazione civile».

11.13 – Zelensky chiede all’Ue lo stop del commercio con la Russia

Il presidente dell’Ucraina Zelensky chiede all’Europa di fermare tutti gli scambi commerciali con la Russia. «Senza il commercio con voi e con vostre aziende la Russia non avrà soldi per questa guerra. Perché nessuno ha diritto di flagellare l’Europa. Quando il razzo russo è caduto a 20 km dal confine Nato, quando i carri armati russi sparavano contro la nostra centrale nucleare, tutti hanno finalmente capito che bisogna dare ascolto all’Ucraina, bisogna aiutarci perché da questo dipende anche la vostra vita. Per favore non sponsorizzate la macchina da guerra contro questo paese. Gli occupanti non devono ricevere un euro. Chiudete i vostri porti. Non fornitegli beni. Rifiutate le loro risorse energetiche. Fate pressione affinché la Russia vada via dall’Ucraina».

11.06 – Una cittadina di Mariupol: «Qui tutti aspettano la morte»

EPA/ATEF SAFADI

«Sono sicura che morirò presto. È questione di giorni. In questa città tutti aspettano costantemente la morte. Vorrei solo che non fosse così spaventosa». Questa una testimonianza condivisa da una cittadina di Mariupol, Nadezda Sukhorukova, rilanciata su Twitter dalla giornalista ucraina del Kiev Indipendent Anastasiia Lapatina.

10.53 – Nuovo coprifuoco di 35 ore a Kiev

Epa

Il sindaco di Kiev Vitalij Klyčko ha annunciato un nuovo coprifuoco nella capitale, da stasera a mercoledì mattina. Il blocco di 35 ore comincerà oggi alle 20:00 (ora locale) e durerà fino alle 7:00 del 23 marzo. «Chiedo a tutti di rimanere a casa o nei rifugi», scrive il sindaco su Telegram. Potrà circolare in città solo chi dispone di permessi speciali. La notte scorsa è stato registrato un nuovo attacco russo nel nord-ovest della capitale, un centro commerciale è andato distrutto. Diverse persone sono rimaste uccise nel bombardamento. Soccorritori sono al lavoro per cercare vittime sotto alle macerie. L’edificio di 10 piani è stato colpito da una potente esplosione che ha disintegrato le auto parcheggiate.

10.47 – Media ucraini: «Ogni dieci minuti bombe su Mariupol, anche dal mare»

EPA/SEDAT SUNA

Mariupol continua a essere assediata dalle forze armate russe. Bombe e raid aerei cadono ogni dieci minuti nell’area e, oltre ai mezzi militari via terra, la città è bombardata anche da navi da sbarco russe. Lo rende noto il vicecomandante del reggimento Azov, come riportato da Ukrinform. Stando a quanto riferito dal consiglio comunale di Mariupol, alcuni residenti del distretto della rive gauche di Mariupol sono stati deportati con la forza in Russia e i loro passaporti sono stati confiscati. Ma secondo Iryna Vereshchuk, vice primo ministro ucraino, già 45.000 persone sono riuscite a lasciare Mariupol assediata.

10.34 – Il Cremlino: «Non ci sono le basi per un incontro tra Putin e Zelensky»

putin zelensky

Per il momento non ci sono ancora le basi per un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Ad affermarlo è il portavoce del Cremlino Dmytro Peskov. L’incontro, ha precisato il funzionario, avverrà «quando ci saranno progressi significativi nei negoziati tra le delegazioni di Mosca e di Kiev». Nella giornata di ieri, Zelensky aveva detto in un’intervista alla Cnn che era pronto a negoziare ma che se i colloqui fossero falliti ciò avrebbe significato una terza guerra mondiale. «I progressi nei colloqui di pace non sono così grandi come dovrebbero essere», ha detto Peskov, aggiungendo che «la Russia è pronta a lavorare più velocemente sui negoziati rispetto alla parte ucraina».

10.20 – Cremlino: «L’embargo sul petrolio russo colpirà tutti»

Un serio avvertimento arriva da Mosca dopo la notizia di nuove sanzioni sul settore energetico russo. «La decisione di imporre l’embargo sulle forniture di petrolio russo peggiorerà l’equilibrio energetico in Europa colpendo tutti», afferma il Cremlino, come riportato dall’agenzia di stampa Tass. Il portavoce Dmitry Peskov ha avvertito che gli europei «avranno un momento difficile» se la decisione di imporre un embargo sulla fornitura di petrolio russo verrà adottata. «Per quanto ne sappiamo, l’imposizione di un embargo sulla fornitura di petrolio russo è attivamente discussa. Questo argomento è molto complicato, perché un tale embargo avrà un impatto, e influenzerà molto seriamente il mercato globale del petrolio in generale», ha detto Peskov rispondendo ai giornalisti. Il funzionario del Cremlino ha notato che una tale decisione «peggiorerà seriamente gli equilibri energetici del continente europeo». «Gli americani rimarranno da soli – questo è ovvio – e si sentiranno molto meglio degli europei. Gli europei avranno un momento difficile. Probabilmente, questa è una decisione che colpirà tutti», ha concluso Peskov.

9.56 – Borrell: «Oggi si discuterà di sanzioni all’energia russa»

«I ministri degli Esteri dell’Unione Europea discuteranno delle sanzioni al settore energetico russo». Così ha annunciato l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell prima del consiglio Affari esteri. Alcuni Paesi, come Lituania e Irlanda, si sono già detti a favore. All’arrivo in Consiglio, Borrell non ha voluto commentare l’annuncio e ha rinviato alla conclusione del confronto tra i rappresentanti europei.

9.45 – Borrell: «Mariupol immenso crimine di guerra, è distrutta»

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«Quello che sta accadendo a Mariupol è un immenso crimine di guerra, qualcosa di orrendo, lo dobbiamo condannare in modo netto, la città è completamente distrutta». Così ha detto l’alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell. «Questa non è guerra ma la distruzione di un Paese senza considerazione delle leggi della guerra perché anche la guerra ha delle leggi. Moralmente, la Russia ha perso la legittimità. Putin – ha aggiunto – merita la più netta condanna del mondo civilizzato».

9.36 – Fonti ucraine: «Attacco in corso sul porto di Odessa»

Due navi russe sono apparse in un’incursione a distanza nel porto di Odessa e hanno aperto il fuoco «in modo indiscriminato». Lo ha reso noto su Telegram il portavoce del quartier generale operativo dell’amministrazione militare regionale di Odessa Serhiy Bratchuk, come riferisce Ukrinform. L’artiglieria delle Forze armate ucraine avrebbe aperto il fuoco in risposta e avrebbe allontanato le navi dalla riva. Per il momento questa offensiva sembrerebbe essere fallita.

9.32 – Lituania: «Inevitabile parlare di sanzioni al settore energetico russo»

Secondo il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, «è inevitabile cominciare a parlare di sanzioni al settore energetico, soprattutto per quanto riguarda il petrolio perché rappresenta un’importante entrata per il bilancio russo. Ed è facilmente rimpiazzatile grazie alle infrastrutture e alla diversificazione dei fornitori», così ha dichiarato il ministro al suo arrivo al Consiglio Affari esteri.

9.24 – Fonti ucraine: «I russi hanno rubato 5 navi cariche di grano»

Cinque navi ucraine che trasportavano decine di migliaia di tonnellate di grano sono state rubate dai russi dal porto di Berdyansk, nel Sud-Est sul Mar di Azov. A darne notizia è Oleksandr Starukh, governatore di Zaporizhzhia Oblast, nel corso di un’intervista con l’agenzia di stampa Ukrinform. Stando a quanto si apprende, esistono alcuni testimoni oculari secondo cui le navi sono state rubate da rimorchiatori russi.

9.18 – Governo ucraino: «La perdita all’impianto di Sumy è sotto controllo, nessuna minaccia»

La perdita di ammoniaca avvenuta nella notte nell’impianto chimico di Sumykhimprom è «sotto controllo con solo una persona ferita». Questa la rassicurazione che arriva via Twitter dal Centro per le comunicazioni strategiche del ministero della Cultura ucraina. Anche il governatore dell’oblast di Sumy Dmytro Zhyvytskyy su Telegram ha confermato che non c’è alcuna minaccia: «Alle 7.50 la perdita è stata eliminata. Attualmente sono in corso lavori regolari. Non vi è alcuna minaccia per la popolazione. Si è saputo di una persona ferita – ha aggiunto il governatore – un dipendente dell’impresa». La fuoriuscita dell’ammoniaca dall’impianto chimico è stata causata da un attacco aereo russo.

9.15 – Raid aerei russi su Rivne

Le forze aeree russe hanno colpito una struttura militare dell’esercito ucraino nella regione di Rivne con missili da crociera. A diffondere la notizia è il il ministero della Difesa russo. «Missili da crociera lanciati dall’aria ad alta precisione hanno colpito un centro di addestramento per mercenari stranieri e formazioni nazionaliste ucraine», ha detto il portavoce del ministero della Difesa Igor Konashenkov.

9.08 – Lagarde: «La guerra avrà conseguenze su crescita»

La guerra in Ucraina «avrà conseguenze per la crescita». Così ha detto la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde parlando a una conferenza dell’Institut Montaigne di Parigi.

7.50 – L’intelligence del Regno Unito: Russia ancora in difficoltà

È Kiev l’obiettivo numero uno dei russi. La conquista della capitale ucraina resta la priorità per Mosca ed è possibile una nuova offensiva nelle prossime settimane, secondo quanto sostiene l’intelligence britannica nel bollettino giornaliero. Nel nord della capitale, si legge nel bollettino pubblicato sul profilo twitter del Ministero della Difesa britannico, sono proseguiti pesanti combattimenti, ma l’avanzata russa da quella direzione si è fermata. «Nonostante la continua mancanza di progressi, Kiev rimane l’obiettivo militare principale della Russia ed è probabile che si decida di dare priorità al tentativo di accerchiare la città nelle prossime settimane», scrive l’intelligence inglese. «Le forze che avanzano dalla direzione di Hostomel, nel nord-ovest, sono state respinte da una feroce resistenza ucraina. La colonna di mezzi corazzati russi resta ad oltre 25 chilometri dal centro della città», conclude il report.

7.30 – «I russi sequestrano le navi ucraine piene di grano»

I militari russi hanno sequestrato cinque navi che trasportavano decine di migliaia di tonnellate di grano nel porto di Berdyansk nel sud dell’Ucraina, al largo di Zaporizhzhia. Lo ha denunciato il governatore di Zaporizhzhia Oleksandr Starukh. Alcuni testimoni oculari citati dal ‘Kiev Independent’ riferiscono che le navi sono state sequestrate da rimorchiatori russi.

7.20 – Esplosioni a Odessa

Le forze armate ucraine hanno riportato questa mattina colpi di artiglieria sparati dal mare verso la città di Odessa, nel sud del Paese. Su Twitter è stato anche pubblicato un breve video dove si vedono delle esplosioni lungo la costa sul Mar Nero.

6.30 – 6 morti nel centro commerciale

Il bombardamento di un centro commerciale Kiev ha ucciso almeno 6 persone domenica notte mentre le forze russe continuano a tentare di accerchiare la capitale ucraina. I corpi si trovano fuori dal centro commerciale Retroville, a nord-ovest di Kiev; il colpo di granata ha lasciato un cratere largo diversi metri.

5.15 – La perdita di ammoniaca nell’impianto di Sumy

Il governatore dell’oblast di Sumy, Dmytro Zhyvytsky, ha dichiarato che ammoniaca è fuoriuscita dall’impianto chimico Sumykhimprom a causa di un attacco aereo russo. Si stima che l’area colpita sia entro i 2,5 km dal sito, compresi i villaggi di Novoselytsya e Verkhnya Syrovatka. Non ci sarebbe alcuna minaccia invece per i residenti della città di Sumy. Le autorità consigliano alle persone all’interno dell’area interessata di rifugiarsi immediatamente sottoterra, andare nei loro bagni, aprire le docce e respirare attraverso una benda umida se viene rilevata ammoniaca.

4.00 – Usa: sanzioni su petrolio e gas

Si va verso nuove sanzioni nei confronti di Mosca. Il vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Daleep Singh, ha affermato che gli Usa potrebbero ancora espandere le sanzioni e raggiungere le vette più alte dell’economia russa. In un’intervista a ’60 Minutes’ sulla Cbs, Singh ha affermato che la Russia sta già guardando in un abisso economico ed è sulla corsia preferenziale per un tenore di vita sovietico in stile anni ’80. Le sanzioni americane contro Mosca – ha spiegato il vice consigliere – potrebbero ancora essere ampliate e applicate ad altri obiettivi, tra cui più banche e «settori che non abbiamo toccato: si tratta principalmente di petrolio e gas, ma ci sono anche altri settori», ha detto Singh. «Non voglio specificarli, ma penso che Putin saprebbe cosa sono». Il vice consigliere Usa ha infine ha osservato che le proiezioni suggeriscono come l’economia russa sarà la metà di quella che era prima dell’invasione dell’Ucraina. «Non siamo orgogliosi della sofferenza del popolo russo», ha detto Singh. «Questa è la guerra di Putin. Queste sono le sanzioni di Putin. E questa è la difficoltà di Putin che sta causando al popolo russo»”.

3.22 – Biden a colloquio con i leader europei

Biden avrà nelle prossime ore un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro italiano Mario Draghi e il primo ministro britannico Boris Johnson per discutere di una risposta coordinata all’attacco immotivato e ingiustificato della Russia all’Ucraina. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota.

3.00 – Biden in Polonia

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si recherà in visita in Polonia il 25 marzo, dopo aver partecipato a Bruxelles al vertice della Nato e al Consiglio europeo sull’Ucraina. Lo riferisce in un comunicato la Casa Bianca. A Varsavia Biden avrà un incontro bilaterale con il presidente polacco Andrej Duda.

1.50 – Sumy bombardata

Una serie di aerei russi volano su Sumy, verso “il cuore dell’Ucraina”. Lo ha affermato il governatore Dmytro Zhyvytsky, in un video pubblicato su Facebook e riportato dal Kyiv Independent, aggiungendo che i bombardamenti sono continuati nella regione nordorientale al confine con la Russia.

1.00 – Kiev respinge l’ultimatum su Mariupol

L’Ucraina ha respinto l’ultimatum della Russia sulla consegna di Mariupol. La vicepremier Iryna Vereshchuk ha risposto alla Russia affermando che «la resa non è un’opzione». Ll’Ucraina chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro. In una lettera il ministero della Difesa russo sosteneva che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa. Vereshchuk ha spiegato all’Ukrainska Pravda che il ministero della Difesa russa ha inviato una lettera di 8 pagine «con riferimenti alla storia e altre sciocchezze. Hanno inviato la stessa lettera all’Onu, al Comitato internazionale della Croce Rossa e speravano che le organizzazioni internazionali reagissero e iniziassero a fare pressione sull’Ucraina, ma non è successo. Il Cicr e le Nazioni Unite capiscono che è una manipolazione russa e che i russi stanno tenendo le persone in ostaggio. Non si può parlare di resa – ha concluso – Ne abbiamo già informato la parte russa. Gli ho scritto: ‘invece di perdere tempo con 8 pagine di lettere, aprite un corridoio umanitario’».

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