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Il M5s si astiene sull’aumento della spesa militare. Conte: «C’è il caro-benzina e mettiamo soldi sulle armi?»

23 Marzo 2022 - 18:25 Maria Pia Mazza
Intanto il senatore Petrocelli ribadisce: «Io non mi dimetto, non farò quello che mi chiede il Pd»

Come da indicazione del capogruppo pentastellato Davide Crippa, il M5s alla Camera ha deciso di astenersi sulla risoluzione di L’Alternativa C’è, a prima firma di Pino Cabras, ex M5s, in cui si chiedeva di impegnare il governo «a non incrementare le spese militari al 2% del Pil». Il resto della maggioranza di governo ha votato contro la risoluzione, che è stata respinta, mentre i deputati di L’Alternativa C’è hanno votato a favore. Una decisione, quella dei deputati del M5s, che punta ad arginare la frattura interna al M5s, soprattutto intorno alla figura del presidente del M5s, Giuseppe Conte, già “sconfessato” lo scorso venerdì con il voto favorevole dei pentastellati al decreto Ucraina. Dall’altro lato, la fronda del M5s più “governista” e vicina al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, “guidata” dal presidente della commissione Affari europei, il pentastellato Sergio Battelli, spingeva affinché non si andasse contro il governo Draghi.

Conte: «Con quale faccia aumentiamo le spese miliari mentre gli italiani affrontano il carovita?»

Dopo la decisione di astenersi sulla risoluzione di Cabras, l’ex premier e attuale presidente del M5s Giuseppe Conte, incontrando le delegazioni delle rappresentanze sindacali, ha ribadito la propria posizione: «Con quale faccia, con questo caro-bollette e caro-benzina diciamo ai cittadini che ora bisogna dedicarsi alle spese militari? Possiamo dirlo mentre in Sanità rimandiamo 1 milione di interventi e 20 milioni di esami diagnostici?». Ieri, intervenendo a Porta a Porta, Conte dichiarava: «Draghi qualche giorno fa è stato molto chiaro: la prospettiva di incrementare in modo significativo le spese militari sul piano nazionale non è nell’ordine delle cose». Ma il premier oggi, nel suo intervento alla Camera prima del Consiglio Europeo, è stato chiaro sull’aumento delle spese militari. E rispondendo alle contestazioni sull’aumento degli investimenti sulla spesa militare, Draghi ha spiegato: «I fondatori dell’Unione europea, tra cui De Gasperi, avevano come obiettivo la pace nel continente. Ma proprio per questo avevano progettato la Comunità europea di Difesa, ed è proprio per questo che noi vogliamo creare una difesa europea, ed è proprio per questo che noi vogliamo adeguarci all’obiettivo del 2% che abbiamo promesso nella Nato». 

Petrocelli (M5s): «Io non mi dimetto»

Al contempo, proseguono le richieste di dimissioni per il presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, senatore del M5s, la cui assenza a Montecitorio durante il discorso del presidente ucraino Zelensky, ha creato polemiche e divisioni. Il segretario dem Enrico Letta aveva definito «indifendibile» l’assenza del senatore pentastellato. Petrocelli, in un tweet, ha ribadito: «Non ho mai fatto né mai farò quello che mi chiede un qualsiasi segretario del Pd».

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