La governatrice della banca centrale ha provato a dimettersi dopo l’invasione dell’Ucraina: lo stop di Putin per sventare il “tradimento”
La governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, ha cercato di dimettersi dopo che Vladimir Putin ha deciso di invadere l’Ucraina. Secondo l’agenzia Bloomberg, è stato lo stesso presidente russo a ordinarle di fatto di restare. Secondo fonti qualificate, le dimissioni in questo momento sarebbero state viste come un esplicito tradimento del presidente russo, con il quale Nabiullna ha lavorato a strettissimo contatto negli ultimi venti anni. Da nove anni in carica, la governatrice è stata confermata per altri cinque anni appena la scorsa settimana. E davanti a sé ha un periodo tutt’altro che semplice, visto che la guerra iniziata dal Cremlino rischia di cancellare tutto il lavoro svolto da lei nei nove anni in cui è stata in carica. La governatrice finora ha goduto di un’enorme considerazione a livello globale tra gli esperti di politiche monetarie, ma la sua posizione si è drasticamente complicata dopo che tutti i Paesi occidentali hanno imposto durissime sanzioni contro Mosca, mentre le società straniere stanno chiudendo tutte le loro attività in Russia.
Bloomberg cita un ex alto funzionario della Banca di Russia, Oleg Vyugin, che conosce da anni Nabiullina: «Finché ci sarà un’escalation, la banca centrale può solo adattarsi agli shock». Adattamenti che sono andati dal sostanziale raddoppio dei tassi di interesse, fino al blocco di fatto dei capitali verso l’estero per evitare una fuga di capitali. Le sanzioni hanno anche congelato circa la metà di 643 miliardi di dollari di riserve russe, spingendo così la banca centrale a evitare interventi diretti per difendere il rublo. Ci è riuscito lo stesso Putin a far risalire la valuta, dopo aver preteso dai Paesi europei pagamenti per il gas solo in rubli. La moneta ha recuperato, ma i livelli precedenti al conflitto in Ucraina, traguardo anche del lavoro di Nabiullina, sono ancora lontani.
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