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Ucraina, l’Onu approva la risoluzione per stop alla guerra: la Cina si astiene. Kiev: «400 mila portati in Russia: non sappiamo che fine fanno»

24 Marzo 2022 - 23:58 Redazione
Passa alle Nazioni unite la risoluzione che chiede alla Russia la fine del conflitto in Ucraina. Solo quattro Paesi votano contro assieme a Mosca. Nella giornata di vertici a Bruxelles, la Nato annuncia nuovi rifornimenti militari per Kiev

È passato un mese da quando è cominciata la guerra tra Russia e Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto in un appello di manifestare in tutto il mondo contro la Russia. Nel giorno del vertice Nato, Kiev chiede all’Occidente di inviare armi offensive come mezzo di deterrenza. Il Regno Unito consegnerà altri 6 mila missili. In due o tre giorni arriveranno anche le armi dagli Usa. Il presidente Usa Joe Biden, intanto, chiede all’Europa di andare avanti con le sanzioni sull’energia contro Mosca, ma l’Ue è divisa. La Germania frena. Gli Usa valuteranno i modi per aumentare le forniture di gas naturale liquefatto all’Europa nelle prossime settimane.

23.58 – Nucleare, Usa: «Nuove sanzioni in Corea del Nord, Cina e Russia»

Sulla base della misura che autorizza gli Stati Uniti a imporre sanzioni all’estero per attività di proliferazione, la Casa Bianca ha annunciato nuove restrizioni nei confronti di sei tra enti e individui in Russia, Corea del Nord e Cina, ai sensi dell’Iran, North Korea, and Syria Nonproliferation Act. Ad annunciarlo è stato lo stesso dipartimento di Stato americano in una nota. Le misure, si legge nel comunicato, fanno parti degli sforzi degli Usa per ostacolare la Corea del Nord nel suo programma missilistico ed evidenziano il ruolo negativo che la Russia svolge sulla scena mondiale nel portare avanti programmi che suscitano preoccupazione. «Continueremo a lavorare per ostacolare questi programmi e utilizzare le nostre sanzioni», secondo cui le sanzioni annunciate oggi resteranno in vigore per due anni.

23.15 – Da Ue e Usa oltre 1,5 miliardi di euro in aiuti umanitari

Europa e Stati Uniti forniranno in tutto oltre 1,5 miliardi di euro in assistenza umanitaria all’Ucraina. Lo fanno sapere la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente degli Usa, Joe Biden, in una dichiarazione congiunta a margine del vertice europeo. «Continueremo a mobilitare e coordinare aiuti umanitari significativi per sostenere le persone in Ucraina, chi è stato costretto a fuggire e chi è stato colpito dal grave impatto che la guerra russa sta causando in tutto il mondo. Ciò include oltre 1 miliardo di dollari in assistenza umanitaria da parte degli Usa e 550 milioni di euro dall’Ue», scrivono.

20.30 – Metsola: «Il posto dell’Ucraina è nell’Ue»

«Il posto dell’Ucraina è in Europa» dice la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ai microfoni del Tg5, a margine del Consiglio europeo ancora in corso in cui è ospite anche il presidente americano Joe Biden. L’ingresso di Kiev nell’Ue però dovrà seguire tutte le procedure, chiarisce Metsola. La candidatura ucraina è stata accettata come «segnale di speranza» oltre che per «spingere il processo di ingresso», ha spiegato la presidente dell’Europarlamento, secondo cui è questo il momento di agire con la creazione di un coordinamento militare dei Paesi europei. Al vertice Ue, Metsola ha elogiato gli sforzi di Italia e Grecia: «nel promettere di ricostruire teatri e ospedali a Mariupol». Gesti che: «non solo danno risultati tangibili, ma danno speranza. La speranza è ciò che l’Ucraina ha bisogno». Proprio sulla ricostruzione dell’Ucraina, Metsola è convinta che l’Ue può assumere un ruolo di guida, con la creazione di un Fondo speciale di solidarietà.

16.49 – L’Onu approva la risoluzione umanitaria dell’Occidente

140 sì, 5 no e 38 Paesi astenuti. Questo il risultato della risoluzione proposta dagli occidentali all’Assemblea generale dell’Onu sulla situazione umanitaria in Ucraina. Nello specifico, nella risoluzione si chiede «l’immediata cessazione delle ostilità da parte della Russia, in particolare di eventuali attacchi contro civili» oltre all’accesso umanitario e alla protezione dei civili, del personale medico, dei giornalisti e degli operatori umanitari. A votare contro la risoluzione sono stati Russia, Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea (che poi sono gli stessi Paesi che hanno votato contro la risoluzione del 2 marzo scorso). La Cina, invece, è tra i 38 astenuti (tre in più rispetto alla scorsa volta). I voti a favore sono scesi da 141 a 140. I documenti dell’Assemblea Generale Onu non hanno valore legalmente vincolante ma solo politico e simbolico: numeri alla mano, mostrano come Mosca sia di fatto isolata dalla comunità internazionale.

16.29 – Kiev: «Per Mosca 400 mila ucraini portati in Russia, non sappiamo che fine fanno»

La denuncia arriva dalla commissaria del Parlamento ucraino per i diritti umani, Lyudmila Denisova, citata dall’agenzia Unian, secondo cui, stando ai dati forniti dalla Russia, «ad oggi sono già state deportate dall’Ucraina 402 mila persone, di cui 84 mila bambini. Ieri erano 366 mila. E non sappiamo cosa sia successo loro». La commissaria ha parlato di un vero e proprio «crimine di guerra». «Abbiamo saputo che vengono trattenuti in campi in cui vengono filtrati nella regione di Donetsk, poi portati in Russia. A chi accetta di lavorare è vietato lasciare il proprio luogo di residenza per 2 anni», ha aggiunto. «Non possiamo dire se le cifre siano corrette o errate, ma possiamo supporre che vengano portati fuori dal Paese. E questo è dimostrato dai cittadini che ci hanno chiamato e ci hanno detto dove erano stati portati, e che ci sono molte altre persone con loro che vengono portate in direzioni sconosciute», ha concluso Denisova in un’informativa al Parlamento.

16.08 – Kiev: «Primo scambio tra 10 prigionieri»

Oggi 24 marzo si è registrato il primo scambio di prigionieri di guerra per volere del presidente ucraino Zelensky. Ad annunciarlo è stato la vice primo ministra ucraino Iryna Vereshchuk su Telegram, come riporta Unian. Nello specifico, l’Ucraina ha scambiato 10 russi catturati con 10 dei suoi militari. I russi hanno anche portato via 11 marinai civili salvati dall’esercito ucraino dopo l’affondamento della nave stamattina vicino a Odessa.

14.45 – G7: «Impedire a Mosca di vendere oro per aggirare sanzioni»

Il ruolo della Russia all’interno delle organizzazioni internazionali dovrà essere radicalmente rivisto, secondo quanto emerge dalle conclusioni del G7 di oggi a Bruxelles, come riferisce un alto funzionario della Casa Bianca. Il Financial Times rivela poi che gli Stati Uniti e gli alleati europei stanno provando a limitare i tentativi della Banca centrale russa di aggirare le sanzioni a sostegno del rublo. Il G7 punta quindi a impedire a Mosca di vendere il suo oro.

14.30 – Nuove sanzioni Usa contro banchieri e parlamentari russi

Sono 328 parlamentari della Duma russa e 48 aziende della difesa nel mirino delle nuove sanzioni che gli Stati Uniti hanno deciso di imporre alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. In questo nuovo pacchetto viene coinvolto anche il capo della banca di Stato russa Sberbank e consigliere di Putin, Herman Gref, il miliardario Gennady Timchenko e le sue società e 17 membri del Cda di Sovcombank, spiega in una nota il ministero del tesoro americano che, assieme ai: «partner e gli alleati, stanno colpendo al cuore della capacità della Russia di finanziarsi e portare avanti atrocità contro l’Ucraina. La Duma – aggiunge il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen – continua a sostenere l’invasione di Vladimir Putin, soffocare il libero flusso di informazioni, infrangere i diritti umani di base dei cittadini della Russia».

14.15 – Kiev: «Deportati in Russia 6 mila ucraini»

Secondo il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, la Russia «sta deportando forzatamente i cittadini di Mariupol nel proprio territorio». Mosca «si muove verso il prossimo livello di terrore. Seimila ucraini sono già ora nei campi russi dove potrebbero essere usati come ostaggi», ha scritto su Twitter . «I convogli umanitari in fuga verso le parti non occupate dell’Ucraina continuano ad essere bombardati. Questa barbarie deve finire».

13.00 – L’avvertimento del G7 a Mosca

Stando alla bozza del comunicato finale del G7, i leader dei sette paesi si impegnano a imporre «dure conseguenze» sulla Russia nel caso in cui Mosca faccia ricorso ad armi chimiche o nucleari in Ucraina.

12.20 – Zelensky al vertice Nato: «Dateci armi senza restrizioni»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto alla Nato aiuti militari senza restrizioni. Nel suo intervento, ha anche accusato le forze militari russe di «usare bombe al fosforo» in Ucraina. Il vertice Nato di oggi dovrebbe decidere sul rafforzamento dell’Alleanza a Est e discutere dell’invio di nuove armi a Kiev.

11.15 – Il Cremlino: «Abramovich ha partecipato alla fase iniziale dei negoziati»

Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia stampa Tass, l’oligarca ed ex proprietario del Chelsea Roman Abramovich ha partecipato alla fase iniziale dei negoziati tra Russia e Ucraina. Al momento però non avrebbe più ruoli nelle trattative. Lo stesso Peskov ha poi parlato della decisione di Putin di accettare solo pagamenti in rubli per il gas russo: «Potrebbe creare problemi ai Paesi ostili a Mosca», ha detto.

11.07 – Cina: Nato disinforma sul nostro sostegno alla Russia

La Cina ha accusato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg di diffondere fake news sul ruolo della Cina nell’invasione della Russia in Ucraina. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha detto: «Accusare la Cina di diffondere false informazioni sull’Ucraina è di per sé diffondere disinformazione. La posizione della Cina è coerente coi desideri della maggior parte dei Paesi e qualsiasi accusa e sospetto ingiustificato contro la Cina sarà sconfitto».

11.00 – L’inchiesta di “Rolling Stone”: «Un uomo del Cremlino ha pagato per fare svastiche in Ucraina»

Il magazine Rolling Stone ha pubblicato la storia di un uomo di affari collegato al Cremlino che avrebbe pagato altre persone per dipingere svastiche sui muri in Ucraina. L’obiettivo sarebbe stato quello di aiutare Vladimir Putin a costruire un pretesto per l’invasione.

10.33 – Londra continua sulla linea delle sanzioni

Secondo l’agenzia di stampa Tass, Londra ha varato una nuova serie di sanzioni contro 59 società e personalità russe. Tra i nuovi obiettivi anche le due banche Gazprombank e Alfabank. La notizia è stata confermata poi anche dal Foreign Office di Londra: «Vengono colpite industrie strategiche che sostengono l’illegittima invasione, tra le quali le ferrovie russe e Kronshtadt, il principale produttore di droni russi. Tra le banche anche Alfa Bank, fondata dagli oligarchi già precedentemente sanzionati, Mikhail Fridman, Petr Aven e German Khan e il più grande produttore mondiale di diamanti, Alrosa».

10.20 – Oms: oltre 1000 ospedali sulle linee di fuoco

Secondo l’ultimi dati pubblicati dall’Oms, nel primo mese del confllitto tra Russia e Ucraina oltre mille strutture sanitarie sono vicine alle linee del conflitto. Gli attacchi accertati ai centri sanitari sono 64, il totale dei decessi è arrivato a 15 mentre i feriti in tutto sono 37. Sempre l’Oms sottolinea che un altro problema è quello delle farmacie: al momento la metà sono chiuse.

9.50 – Johnson: «Più sono dure le sanzioni, prima finirà la crisi»

Per il premier britannico Boris Johnson in Ucraina la linea rossa è già stata superata e occorre «fare di più dal punto di vista economico». «La Russia sta bombardando in maniera indiscriminata i centri civili, sta causando un numero enorme di vittime in popolazioni del tutto innocenti.», ha detto il premier prima di partire per Bruxelles. Johnson ha azzardato anche proposte: «Possiamo fare di più per impedirgli di usare le sue riserve auree, ad esempio, oltre alle sue riserve di contanti? Più pressione esercitiamo ora, in particolare su cose come l’oro, più possiamo abbreviare la guerra». Il primo ministro ha aggiunto anche che la via dell’Occidente per aiutare l’Ucraina passa ancora dalle sanzioni: «Più dure sono le sanzioni più potremo aiutare gli ucraini e meno questa crisi durerà. Vladimir Putin si sta comportando in modo barbarico e la Nato deve considerare in modo collettivo la crisi orrenda che si sta sviluppando in Ucraina. Ora dobbiamo decidere cosa possiamo fare per stringere il cappio economico introno al regime di Putin».

9.13 – Kuleba: «Da Putin richieste umilianti»

Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha accusato su Twitter i Paesi che aderiranno alla richiesta di Mosca di pagare il gas esportato dalla Russia in rubli: «Se qualche paese Ue cedesse alle richieste umilianti di Putin di pagare il petrolio e il gas in rubli, sarà come aiutare l’Ucraina con una mano e aiutare i russi a uccidere gli ucraini con l’altra. Sollecito tutti i Paesi rilevanti a fare una scelta saggia e responsabile».

8.50 – Sette corridoi umanitari

La vice primo ministro dell’Ucraina Iryna Vereshchuk ha detto che sette corridoi umanitari sono stati concordati per oggi. Tra questi non c’è Mariupol. Chi deve lasciare la città assediata, ha spiegato la vicepremier Ucraina, deve andare nella vicina Berdyansk visto che da giorni la Russia non sta permettendo la creazione di un corridoio sicuro da o verso il centro della città portuale meridionale.

8.40 – La Russia: preso il controllo di Izjum

L’esercito russo ha preso il controllo della città di Izjum nella regione di Kharkiv. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov.

8.30 – Kiev: uccisi 128 bambini

L’ufficio del procuratore generale ucraino fa sapere che le truppe russe hanno ucciso 128 bambini in Ucraina nel corso del conflitto. La maggior parte di loro, 64, sono morti nella regione di Kiev. Gli attacchi aerei e i bombardamenti da parte delle forze armate russe hanno danneggiato 566 istituti educativi, 73 sono stati completamente distrutte.

8.00 – «La Russia non porta via i corpi dei suoi soldati»

La Russia non porta via i corpi dei soldati uccisi dal terreno e ciò rappresenta una grave minaccia sanitaria per l’Ucraina. Lo ha detto il direttore ad interim del Dipartimento della salute della regione di Sumy, Anatoly Kotlyar. «Non li portano via, rimangono per strada e rappresentano una grande minaccia, soprattutto ambientale – ha spiegato -. I corpi privi di documenti sono difficili da identificare». Per conservare i cadaveri dei soldati russi sono stati ordinati 10 container frigoriferi, che però, a causa del blocco di alcune linee ferroviarie, non sono ancora stati consegnati. La Russia porta la maggior parte dei corpi in Bielorussia, dove vengono caricati su vagoni e rispediti a casa su rotaia. Ammonterebbero a 15.800 le perdite fra le file russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook e Twitter, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente.

7.30 – Il fuoco di Chernobyl è sotto controllo

È ormai sotto controllo l’incendio sviluppatosi nell’area vicina alla centrale nucleare di Chernobyl. Lo fa sapere il Ministro dell’ecologia e delle risorse naturali Ruslan Strelets, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Strelets, in una intervista televisiva, ha spiegato che nell’area nelle ultime due settimane si sono registrati più di 30 incendi. «Ci sono stati altri 5 incendi nell’ultima settimana. Oggi la maggior parte di questi incendi è circoscritta. Ci sono ancora piccole aree in cui l’incendio continua», ha detto.

7.14 – Intelligence Gb: la Russia costretta a chiamare i riservisti

Nel suo ultimo report la Difesa britannica afferma che le unità militari ucraine hanno condotto con successo la controffensiva nelle citta’ alla periferia di Kiev, e hanno probabilmente ripreso il controllo di Makariv e Moschun. A nord-est di Kiev i russi stanno affrontando significative difficoltà, e la controffensiva ucraina ha probabilmente messo a rischio la ripresa dell’avanzata verso la capitale. Vi è, infine, la realistica possibilità che gli ucraini siano in grado di circondare le unità russe a Bucha e Irpin. Per questo, aggiunge il report, Mosca sarà probabilmente obbligata a richiamare i riservisti, i militari di leva e i mercenari per rimpiazzare le migliaia di perdite sofferte nel corso dell’invasione in Ucraina. «Non è chiaro – aggiunge Londra – come questi gruppi si integreranno con le forze già presenti sul terreno e l’impatto che questo dispiegamento avrà nella battaglia».

6.40 – Spenti gli incendi a Chernobyl

Gran parte degli incendi che si erano verificati attorno alla centrale di Chernobyl in Ucraina sono stati spenti. Lo fa sapere Ruslan Silent, ministro delle Risorse Naturali e dell’Ambiente dell’Ucraina.

6.00 – Sirene a Odessa

Tornano a suonare le sirene ad Odessa. Dopo una nottata abbastanza tranquilla è scattato un lungo allarme anti-aereo. Le sirene hanno cominciato a suonare attorno alle 6.30 ora locale (le 5:30 in Italia). Il coprifuoco notturno è terminato alle 6 ma le strade di Odessa sono comunque ancora deserte.

4.00 – Rischio golpe contro Putin

Il rischio di un golpe contro il presidente Vladimir Putin da parte del servizio di sicurezza federale russo (Fsb) cresce con il perdurare della guerra in Ucraina: questo emerge da alcune lettere scritte da un anonimo agente dell’intelligence di Mosca all’attivista in esilio e fondatore del progetto gulagu.net, Vladimir Osechkin, e successivamente pubblicate online. Secondo la spia, il caos e il malcontento stanno soffocando i servizi di sicurezza. Il fatto stesso che gli agenti russi stiano parlando apertamente, ha commentato Osechkin al Times, è un segno della loro crescente rabbia nei confronti di Putin e del malcontento per l’effetto che le sanzioni hanno sugli ufficiali dell’Fsb. Questi, sottolinea infatti l’attivista, non possono più «andare in vacanza nelle loro ville in Italia e portare i loro bambini al Disneyland di Parigi». Intervistato dalla sua abitazione in Francia, dove è in esilio dal 2015, Osechkin ha detto al Times che per 20 anni Putin ha creato stabilità in Russia: «Ufficiali dell’Fsb, poliziotti, pubblici ministeri e le persone all’interno del sistema hanno potuto vivere una bella vita. Ma ora è tutto finito – ha proseguito -. Riconoscono che questa guerra è una catastrofe per l’economia, per l’umanità. Non vogliono tornare ai tempi dell’Unione Sovietica. Ogni settimana e ogni mese in cui questa guerra continua, aumenta la possibilità di una ribellione da parte dei servizi di sicurezza».

3.40 – Fbi arruola spie sui social

L’Fbi arruola sui social network aspiranti spie che parlano russo e sono deluse dall’invasione dell’Ucraina. Per far breccia nella platea di potenziali spie gli agenti federali si affidano alla pubblicità sui social mirata a coloro che passano vicino all’ambasciata russa a Washington. Gli spot su social puntano sull’insoddisfazione o sulla rabbia fra i diplomatici pubblici e i servizi di spionaggio – o su quella degli immigrati russi negli Statti Uniti – in merito all’invasione dell’Ucraina, un evento che secondo gli esperti è una opportunità per l’intelligence americana per reclutare nuove risorse.

3.10 – Il generale russo agli Usa: in Ucraina situazione tragica

La situazione in Ucraina è «tragica» e «io sono molto depresso al riguardo»: questo ha detto il generale russo Yevgen Ilyin a due funzionari della difesa Usa nel corso di un incontro avvenuto la scorsa settimana al ministero delle Difesa russo di Mosca. Gli americani hanno riferito di non aver mai attestato un tale sfogo da parte delle controparti russe in una riunione ufficiale. La storia la racconta la Cnn, secondo cui Ilyin ha rotto la consuetudine e invece di far riferimento al suo discorso scritto ha parlato a braccio. La Cnn riferisce che gli uomini della Difesa Usa hanno fatto una domanda a Ilyin sulle origini della sua famiglia in Ucraina e il generale ha mostrato segni di agitazione prima di sfogarsi e lasciare la stanza senza neanche una stretta di mano.

2.16 – I militari russi non rispondono agli americani

Gli innumerevoli tentativi americani di contattare i leader militari russi sono caduti nel vuoto. Mosca li ha respinti tutti. Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, e il capo dello stato maggiore congiunto Usa, Mark Milley, hanno tentato più volte di mettersi in contatto con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il generale Valery Gerasimov da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina ma senza successo.

1.10 – Tiger Team: la squadra di Biden contro le armi della Russia

L’amministrazione Biden ha preparato un piano di emergenza sul rischio di uso di armi chimiche, biologiche o nucleari in Russia. Il New York Times scrive che la la squadra creata dal presidente è chiamata Tiger Team e si riunisce tre volte alla settimana. Fra i vari scenari all’esame c’è come rispondere nel caso in cui la Russia dovesse raggiungere i Paesi Nato o se Putin dovesse ampliare la guerra a Paesi vicini. Questi piani di emergenza dovrebbero essere centrali nell’ambito degli incontri di Joe Biden con gli alleati a Bruxelles. Il Tiger Team è stato creato il 28 febbraio, quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione. Intanto arriveranno in un giorno o due in Ucraina le prime consegne di armi approvate nell’ambito del pacchetto da 800 milioni di dollari a cui gli Stati Uniti hanno dato il via libera. Non è chiaro di quali armi si tratti, ma secondo alcune fonti dell’amministrazione citate dai media Usa la priorità è data alle armi da difesa già usate dagli ucraini.

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