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Galli mette in guardia: «L’addio al Green pass dà ragione ai No vax. Pandemia finita? Ci illudiamo perché in tv ora si parla di guerra»

25 Marzo 2022 - 14:57 Redazione
L'infettivologo ora in pensione avverte sui rischi legati all'aumento dei casi in corso in tutta Europa. Contagi che in realtà sarebbero più alti di quelli conosciuti

É ancora presto per ritenersi al sicuro dal Covid-19: questo è il messaggio che emerge dall’intervista che Massimo Galli, ordinario fuori ruolo di malattie infettive all’Università Statale di Milano, ha rilasciato all’ANSA. «Non solo aumentano i casi di Covid-19 in Italia ma sono molti più di quanto ufficialmente traspare», sostiene Galli, che ha spiegato come ci sia una netta differenza tra i casi registrati e quelli reali, dove i secondi sarebbero nettamente superiori ai primi. L’infettivologo ha poi ricordato come le varianti Omicron 1 e 2 siano più contagiose, anche per chi è guarito da altre varianti, e che pertanto faremmo meglio a «tenerci ben stretto il Green pass». A sostegno di questa tesi, il medico e docente italiano cita il caso tedesco: nelle ultime quattro settimane, infatti, l’Italia ha registrato 1.5 milioni di casi, 3.5 milioni in meno rispetto a quelli in Germania. Eppure, noi abbiamo registrato solo 500 decessi in meno dei tedeschi, che ha calcolato 5mila morti: «questo significa che i casi reali nel nostro Paese sono molti di più dei dichiarati. E ciò avviene perché ci sono molti che fanno il test a casa o che non si testano proprio, non registrando la propria positività», conclude Galli.

Pertanto, anche se la crescita dei casi in reparti di area medica o rianimazione appare più contenuta di quella che si era verificata nel corso delle precedenti ondate, è presto per tirare un sospiro di sollievo: permane infatti «qualche segnale di crescita. E resta il fatto che, se i casi continuano a aumentare il denominatore si amplia, quindi anche i ricoverati». Non bisogna dunque togliere improvvisamente il tema dai media, anche se la guerra in Ucraina ha distolto l’attenzione del pubblico dalla questione pandemica: «La guerra in Ucraina ha tolto il tema pandemia dai media e i segnali dati, un po’ da tutti i governi, è stato quello di voltare pagina. Ma se si guardano i numeri di tutta Europa, questa comunicazione non è corretta». Riguardo l’abolizione del Green pass, l’infettivologo ha dichiarato chiaramente di non essere d’accordo: «Non la trovo accettabile. Così si dà ragione a quelli che non si sono vaccinati».

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