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Guerra in Ucraina, non solo Shoigu: ecco tutti i funzionari della sicurezza russi “scomparsi”

26 Marzo 2022 - 10:47 Redazione
Non si hanno notizie nemmeno di Viktor Zolotov, Igor Kostyukov, Valery Gerasimov e Alexander Bortnikov. Ecco chi sono e cosa non torna

La guerra in Ucraina non è andata esattamente come sperava il presidente russo Vladimir Putin. Qualcosa deve essere andato storto e la resistenza degli ucraini ha giocato un ruolo fondamentale. Per questo motivo – come riporta il Moscow Times – sta succedendo qualcosa di strano, con funzionari della sicurezza che appaiono e poi improvvisamente scompaiono. Il ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu, una delle tre persone che hanno in mano i codici nucleari di Mosca, ad esempio, è scomparso per 13 giorni: ora si apprende che avrebbe avuto un infarto. Ma a dirlo è il viceministro dell’Interno ucraino, affermazione che non può essere verificata in maniera indipendente. E che, quindi, lascia spazio a diverse letture. Inizialmente si era pensato addirittura a una punizione per la campagna militare fallimentare in Ucraina. Qualcuno ipotizzava che fosse addirittura morto. Shoigu giovedì 24 marzo è apparso sullo schermo di una videoconferenza con il presidente russo (ma anche su questo occorre una verifica indipendente visto che le immagini dell’incontro, secondo lo stesso sito, sarebbero simili a quelle dell’11 marzo). Tra gli scomparsi, aggiunge il Moscow Times, ci sarebbero anche Viktor Zolotov, Igor Kostyukov, Valery Gerasimov e Alexander Bortnikov.

Chi sono i funzionari “scomparsi” e cosa non torna

Il direttore del Servizio federale delle truppe della Guardia nazionale russa, Viktor Zolotov, è scomparso dai media il 13 marzo, dopo aver ammesso, durante una funzione religiosa e in presenza del patriarca ortodosso di Mosca, che l’«operazione militare speciale» in Ucraina – così come viene chiamata dai russi – in effetti «non stava andando alla velocità prevista». L’11 marzo lo stesso Zolotov aveva consegnato premi ai russi che si erano distinti nella guerra. Il 17 si è appreso che Zolotov avrebbe licenziato il suo vice Roman Gavrilov, il numero due della Guardia nazionale russa, un suo caro amico tra l’altro. L’accusa a Gavrilov è di appropriazione indebita di fondi della Guardia nazionale destinati ai combattenti in Ucraina. Si parla soprattutto di «sperpero di carburante».

Sembra essere sparito anche Valery Gerasimov, capo di Stato maggiore generale delle Forze armate russe. Il 12 marzo ha avuto una conversazione con un collega turco, il 4 marzo ha discusso della situazione in Ucraina con il capo di Stato maggiore delle Forze armate francesi. Poi è sparito. Anche di lui non ci sono più messaggi né foto o video. Il 24 marzo il Pentagono ha detto che Shoigu e Gerasimov si sarebbero rifiutati di parlare con loro al telefono. L’ultimo contatto risale al 18 febbraio. Igor Kostyukov, vice capo di Stato maggiore delle Forze armate, invece non godrebbe di buona salute. Di lui si sa pochissimo: solo l’ex ministro degli Affari interni dell’Ucraina Arsen Avakov ne ha parlato sostenendo che avrebbe problemi al cuore. Infine c’è Alexander Bortnikov, capo del Servizio federale per la sicurezza, apparso alle riunioni del Consiglio di sicurezza di Putin l’11 e il 24 marzo. Bortnikov, però, appare sempre con gli stessi vestiti, stesso sfondo dietro, e sempre per pochi secondi, senza pronunciare alcuna parola. Su di lui non ci sono ulteriori notizie.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/EPA/ALEKSEY NIKOLSKYI

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