Il governo pone la fiducia sul decreto Ucraina. Domani alle 11 il voto al Senato
Il governo ha posto al Senato la questione di fiducia al Decreto Ucraina sul testo approvato dalla Camera. Il voto al Senato è fissato per domani mattina alle 11 a Palazzo Madama. Oggi è arrivata l’apertura dal M5s al termine della riunione di Giuseppe Conte con i senatori. «Se il governo metterà la fiducia sul decreto Ucraina, che prevede aiuti militari insieme a quelli umanitari, i 5Stelle voteranno sì, esattamente com’è successo alla Camera», ha detto l’ex premier. Successivamente il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini si è fatto mediatore tra le richieste dei pentastellati e la linea del governo, calibrando progressivamente l’aumento delle spese militari concordato nel 2014 con la Nato al 2 per cento del Pil dal 2024 al 2028. Nessuna crisi di governo, dunque, con toni più distesi rispetto a ieri quando la differenza di vedute sull’aumento delle spese militari tra il premier Draghi e il presidente del M5s sembrava insanabile. Il M5s si è detto contrario all’aumento entro il 2024, richiedendo il rinvio al 2030.
Di fatto, il problema per i pentastellati non era il decreto in sé, quanto l’ordine del giorno già approvato alla Camera con il voto di tutta la maggioranza, e anche di Fratelli d’Italia, con il quale si impegna il governo ad aumentare le spese militari fino al 2 per cento del Pil entro il 2024, come previsto dal 2014 in accordo con la Nato. A Palazzo Madama FdI ha riproposto lo stesso Odg, decaduto però perché i pareri della commissione Bilancio non sono arrivati in tempo e il provvedimento arriverà dunque in Aula senza relatore. Il testo che verrà votato al Senato sarà quindi lo stesso della Camera, e include anche l’Odg approvato da Montecitorio e che prevede l’impegno del governo ad aumentare le spese per la Difesa. Non decade infatti l’obiettivo di aumentare le spese militari sulla base degli accordi con la Nato, ma semplicemente i termini slittano dal 2024 al 2028. Le tempistiche per raggiungerlo dovranno dunque essere definite e calendarizzate in un secondo momento. Questo perché, come ribadito nelle scorse ore dal premier Draghi, «restano gli impegni assunti dall’Italia con i partner della Nato e il governo dovrà rispettarli, non ci possiamo sottrarre».
Leggi anche:
- Ucraina, M5s contro il governo Draghi: «Dica quanto ci costeranno le armi nei prossimi anni». Ma c’è già una ipotesi di mediazione
- Spese militari, Guerini tiene il punto: «Spenderemo il 2% del Pil entro il 2028, non il 2024»
- Arrivano gli aiuti per i profughi ucraini (ma non per chi li ospita): 300 euro a persona per tre mesi
- Draghi a Conte sulle spese militari: i tuoi governi le hanno aumentate, rispetteremo gli impegni Nato
- Palazzo Chigi dopo l’incontro Draghi-Conte: «Così viene meno il patto di maggioranza». La replica: «Non voglio la crisi di governo»