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I punti di Kiev nel negoziato: «Neutralità rafforzata come Israele. Italia tra i garanti? Gliene saremmo grati»

Il ruolo dei Paesi garanti secondo Kiev è quello di intervenire entro 72 ore in caso di qualsiasi forma di aggressione

Una delle principali proposte che Kiev ha messo sul tavolo nei negoziati di Istanbul è quella di istituire una «neutralità rafforzata», ha spiegato il capo della delegazione negoziale ucraina, David Arakhamia, in un’intervista a Rbc. Lo status prevede il diritto dell’Ucraina di fare affidamento sul proprio esercito e sulle garanzie di sicurezza di altri Paesi. L’esempio fatto da Arakhamia è la Svizzera o Israele: «che hanno un esercito di riserva che può essere mobilitato in gran numero e dare la risposta necessaria in caso di aggressione. Come si suol dire – ha aggiunto il delegato ucraino – confida in Dio, ma su te stesso non puoi sbagliarti». A proposito del ruolo dei Paesi garanti, Arakhamia ha chiarito che devono intervenire: «in automatico in caso di un attacco in qualsiasi forma». Questi Paesi: «devono essere obbligati, dopo consultazioni il cui tetto è di 72 ore, a fornire l’assistenza necessaria, sotto forma di armi e di i intervento delle forze armate o altro». Regole che dovranno essere stabilite con un «vincolo giuridico», quindi con una ratifica da parte dei rispettivi Parlamenti. Chi dovrà diventare un Paese garante dell’Ucraina è questione ancora aperta, ha detto il consigliere di Volodymyr Zelensky, Mikhailo Podolyak: «Tutti possono partecipare. E l’Italia è interessata a parteciparvi. Saremmo molto grati all’Italia se lo facesse. È un trattato che potrebbe costruire una nuova architettura della sicurezza globale». Podolyak si è detto ancora ottimista a proposito di un incontro tra Zelensky e Vladimir Putin, preceduto dalla stipula di un accordo preliminare tra Mosca e Kiev.

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