Conte: «Basta accusarci di volere crisi di governo. Il Paese è in difficoltà, non ci dormo la notte»
Giuseppe Conte torna sul caso dell’aumento delle spese militari, che nei giorni scorsi è stato al centro delle tensioni con il premier Mario Draghi e con il resto della maggioranza. Il leader del M5s, parlando della soglia del 2% del Pil da dedicare alle spese militari, ha detto: «La nostra posizione è stata che questi impegni finanziari così ingenti non possono essere rispettati» entro il 2024. «Nel mese di febbraio il 15% delle famiglie e delle piccole medie imprese non ha pagato le bollette di luce e gas», ha continuato Conte durante una diretta Instagram. «In questo momento c’è una grandissima difficoltà delle filiere produttive, c’è scarsità di materie prime. Manca la ghisa, manca l’acciaio, manca il nichel. Ci stiamo confrontando con sconvolgimenti che non mi fanno dormire la notte». Commentando il braccio di ferro sul decreto Ucraina, Conte ha spiegato: «Abbiamo detto: questo obiettivo del 2024 non si può rispettare. Due terzi dei Paesi Nato non lo rispettano, perché dovremmo rispettarlo noi?». Il leader M5s ha poi attaccato: «Quando poniamo una questione politica, ci dicono: “Volete la crisi di governo”. Non lo accetto più. Le forze politiche devono smetterla di accusarci di volere una crisi di governo».
Stando al testo su cui oggi il governo ha incassato la fiducia al Senato, l’obiettivo del 2% del Pil in spese militari dovrà essere raggiunto entro il 2028: «Il governo ci spieghi dove trova le risorse per le armi e perché questa soglia del 2028 è compatibile, visto che ci ha detto che non può fare lo scostamento di bilancio». «Aspettiamo il Def e lì cercheremo di capire quale programma economico e finanziario il governo presenta per ovviare a queste gravi difficoltà economiche e sociali», ha aggiunto l’ex premier. «E poi controlleremo il rapporto tra le risorse per i cittadini e gli investimenti militari». E sulle accuse ai pentastellati di essere filo Putin, Conte ha replicato: «Si cerca di giocare sporco nel mondo politico, non si rispetta l’avversario per le posizioni che assume».
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