Draghi: «Putin mi ha detto che i tempi non sono maturi per il cessate il fuoco. Le forniture di gas non sono a rischio»
Le prime parole di Mario Draghi sono per Franco Venturini, firma del Corriere della Sera morto nelle ultime ore. Ma alla conferenza stampa con i giornalisti della stampa estera, il presidente del consiglio ha affrontato tutti i temi dell’attualità internazionale. A cominciare dal contenuto della telefonata avuta con Vladimir Putin: «Ho chiesto a Putin di parlare di pace e ho chiesto se è previsto un cessate il fuoco. Ora la cosa più importante è dimostrare se questo desiderio di pace esiste, con un cessate il fuoco. È poi ho detto che per arrivare alle condizioni di pace bisogna che ci sia un incontro tra lui e Zelensky ma ha detto che i tempi non sono ancora maturi né per il cessate il fuoco né per un incontro. Putin mi ha detto che l’impressione è che ci siano dei piccoli passi avanti nei negoziati. Le sanzioni funzionano, alla pace si arriva se l’Ucraina si difende, altrimenti non si arriva alla pace». Draghi ha detto anche che la telefonata è servita a chiarire la questione dei pagamenti in rubli del gas russo: «Le aziende europee continueranno a pagare in euro o in dollari. La spiegazione del come si fa a conciliare le due posizioni, mantenere il pagamento in euro o dollari per le aziende e soddisfare la richiesta del pagamento in rubli, è stata una spiegazione molto lunga che ha fatto Putin. Io ho ascoltato ma da quello che ho capito si tratta di una questione interna alla Russia. Le aziende per ora continueranno a pagare in questo modo. Non è semplice cambiare la valuta di pagamento senza violare i contratti». Il premier ha anche chiarito che l’Italia potrebbe avere un ruolo cruciale in questi negoziati: «L’Italia è richiesta come garante sia dalla Russia che dall’Ucraina».
La diretta della conferenza
«Il tono di Putin è cambiato»
Draghi ha dato anche un giudizio sul cambiamento di tono di Vladmir Putin: «La risposta è complessa. Credo di aver notato un cambiamento. Nello stesso tempo sono molto cauto nell’interpretare questi segni perché è una situazione in evoluzione. Credo di aver notato un cambiamento nel tono. Dato l’andamento della guerra in Ucraina si pensa non ci sia stata una buona preparazione informativa. Questo è anche quello che dicono i giornali».
L’Italia come garante dei negoziati
Le strategie per il gas in Euorpa
Draghi ha spiegato anche le strategie a cui i governi europei stanno pensando per ridurre la dipendenza dal gas russo: «A seguito di questa crisi i Paesi del meditterraneo stanno realizzando che possono essere un hub importantissimo di gas oggi e idrogeno domani. Si tratta di un hub che può funzionare molto bene e destinare le risorse della sponda sud del Mediterraneo verso il Nord. Nei Paesi del Sud un’ipotesi è quella del gasdotto Italia-Spagna, sono tutte ipotesi che devono essere studiate. Bisogna che ci sia uno studio preventivo. Questi investimenti però non servono per risolvere la situazione oggi. Sono investimenti che dureranno anni». Per l’Italia invece Draghi ha suggerito l’idea di pensare a un tetto per i prezzi del gas: «Il governo si è mosso su vari piani per risolvere la crisi energetica. Diersificazione in due sensi: verso i fornitori e verso le rinnovabili. I prezzi dell’energia poi sono più alti del resto del mondo. Su questo sosteniamo la necessità di un tetto sul prezzo del gas».
Draghi ha spiegato anche che mettere un tetto al prezzo del gas è necessario per smettere di finanziare la guerra in Russia: «Germania e Italia stanno finanziando, insieme a tutti i paesi inmportatori di gas, di grano, la guerra russa. Non c’è dubbio. Per questo nel Consiglio europeo abbiamo spinto per un price cap sul gas. Non c’è nessun motivo perchè il gas sia così caro per gli europei. Ma non è semplice. La Russia non può venderlo a nessun altro: c’è lo spazio per fissare un tetto. Poi se la risposta russa è niente gas? Stiamo discutendo. Serve evitare i timori di una risposta russa. Per ridurre i finaziamenti alla Russia dobbiamo abbassare prezzo del gas». Al momento però Draghi ha detto che le forniture del gas russo «non sono in pericolo».
I pagamenti del gas russo
Le spese militari e la Nato
Il primo ministro ha confermato gli impegni sulle spese militari: «Il vincolo de 2024 è stato preso più come un’indicazione che come un obiettivo. Molti governi europei lo hanno disatteso. All’obiettivo del 2 per cento bisogna tendere con continuità e realismo. Sul Def non è prevista alcuna indicazione specifica di spese militari. La costruzione della difesa europea è il passo più importante perché comporta accettare di avere una politica estera comune. Significa che tutti noi saremo alleati per sempre in futuro e questo sarebbe l’obiettivo più grande mai raggiunto».
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