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Uno scienziato Usa avrebbe collaborato nella ricerca CRISPR sui bambini geneticamente modificati in Cina

01 Aprile 2022 - 11:43 Juanne Pili
Il genetista cinese che avrebbe modificato geneticamente due bambine in Cina per renderle immuni all'Aids potrebbe avere avuto un complice negli Stati Uniti

Un articolo della divulgatrice scientifica Megan Molteni apparso su Stat News riaccende i riflettori sul caso dello scienziato cinese He Jiankui, il quale aveva annunciato nel novembre 2018 di aver fatto nascere due gemelle geneticamente modificate in modo da risultare immuni all’Aids, con la tecnica Crispr-Cas9. A queste sarebbe seguito anche un terzo bambino l’anno successivo. Continuano a mancare conferme sulla reale riuscita di questa operazione, che avrebbe messo a repentaglio la vita di almeno tre bimbi. La novità riguarderebbe il presunto coinvolgimento dello scienziato americano Michael Deem.

Cos’è la Crispr e quando è pericolosa

La Crispr-Cas9 permette di andare a tagliare precise porzioni di codice genetico, inserendo quelle volute. Le potenzialità sono infinite, quanto i rischi purtroppo. Parliamo infatti di una tecnica ancora pionieristica, specialmente se si tratta di modificare degli esseri umani geneticamente. Vengono usati due componenti: un frammento di Rna che cerca la sequenza di Dna desiderata; un enzima (Cas9), che lavora in quel preciso frammento.

He Jiankui inaugurò quello che venne presto chiamato «fallout genetico». Un conto infatti è studiare la tecnica del Crispr su degli embrioni, un’altra è farli sviluppare e nascere. Lo scienziato cinese voleva modificare il gene CCR5 responsabile dell’ingresso di Hiv nelle cellule. E lo fece reclutando dei volontari sieropositivi.

Secondo una analisi sistematica apparsa su Nature Biotechnology nel luglio 2018, questa tecnica di taglia e cuci genetico non è così precisa e sono sempre possibili «modifiche fuori bersaglio» o «arrangiamenti» del Dna praticamente imprevedibili. Questo significa condannare quasi certamente i bambini concepiti in questo modo a vivere con gravi patologie. Insomma, parliamo di un rischio troppo grande rispetto al beneficio ricercato.

I sospetti sullo scienziato americano

Deem avrebbe abbandonato nel 2020 l’Istituto per cui lavorava, la Rice University, a seguito di una indagine interna riguardante il suo presunto coinvolgimento nello scandalo dei bambini CRISPR. Secondo quanto riporta Stat News, lo scienziato avrebbe avuto regolarmente accesso ai dati sulla sperimentazione clinica tra il 2017 e il 2018. Deem ha fatto sapere tramite i suoi avvocati che «non ha progettato, condotto o eseguito studi o esperimenti relativi all’editing genetico CRISPR-Cas9».

Eppure dai documenti raccolti da Stat News sembrerebbe che la stessa Rice avrebbe compiuto notevoli sforzi per tenere nascosta la collaborazione di Deem con He Jiankui. Ma l’articolo di Molteni non farebbe altro che confermare i sospetti già avanzati da David Cyranoski in un articolo apparso su Nature nel febbraio 2019, dove si accenna anche all’eventuale complicità di altri scienziati americani.

Deem era un tempo consigliere di He ed è membro del comitato scientifico di una società di sequenziamento del genoma con sede a Shenzhen da lui fondata. Secondo quanto riferito – continua Cyranoski -, Deem era anche un autore senior di un documento, che rimane inedito, che descriveva gli esperimenti di He e si dice che fosse presente durante il reclutamento dei partecipanti. Non è chiaro quale ruolo avesse.

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