Gas russo in rubli, Mosca avverte ancora l’Ue: «Possibile stop alle forniture solo entro fine aprile»
Il Cremlino conferma l’intenzione di imporre il pagamento in rubli per il gas fornito ai Paesi europei, considerandola: «l’opzione più affidabile per la Russia, ma che potrà essere annullata in futuro». Lo spiega il governo russo in una nota rilanciata dall’agenzia Tass seguita dalla conferma da parte di Dmitry Peskov sul fatto che le forniture non saranno interrotte oggi, nonostante il decreto firmato da Vladimir Putin che fissava nel 31 marzo l’ultimo giorno utile perché i Paesi destinatari del gas russo potessero mettersi in regola. «La situazione è la seguente – ha detto il portavoce di Putin – ieri mi è strato chiesto da molti se la mancanza di conferma in rubli significa che le forniture di gas saranno interrotte a partire dal 1° aprile. No, non è così. E il decreto che è stato firmato e pubblicato ieri non lo stabilisce. Il pagamento delle forniture attuali non si fa oggi, si fa alla fine della seconda metà del mese, ad aprile o anche all’inizio di maggio».
Nel colloquio di due giorni fa con il premier italiano Mario Draghi, il presidente russo aveva assicurato che i contratti in corso sarebbero rimasti in vigore, senza quindi modifiche come invece previsto dal suo decreto. È però di ieri 31 marzo l’ultimo strappo di Mosca, che ha previsto di imporre il pagamento in rubli per il gas solo per quei Paesi considerati ostili. Questa mattina 1° aprile era scattato un allarme sul gasdotto Yamal-Europe che porta il gas russo attraverso l’Ucraina alla Germania, dopo che il flusso aveva registrato una riduzione dando l’impressione che la fornitura stava per interrompersi. Scenario smentito a distanza di un’ora dall’operatore di rete Gascade, che ha parlato invece di un’inversione del flusso di gas verso la Polonia, come già avvenuto in passato per questioni meramente tecniche.
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