«Qualche potente con pretese anacronistiche», anche Papa Francesco contro Putin (senza mai menzionarlo) – Il video
Papa Francesco – che non esclude un viaggio a Kiev – è tornato a parlare della situazione in Ucraina. E lo ha fatto oggi 2 aprile, senza mezzi termini, nel suo primo discorso a Malta: «Ora, nella notte della guerra che è calata sull’umanità, non facciamo svanire il sogno della pace. E, mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà», ha detto. Il riferimento è a Putin anche se non lo menziona mai direttamente nel suo discorso. «Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti», ha aggiunto. Oggi, infatti, il Pontefice si trova a Malta per incontrare il presidente della Repubblica, George William Vella, e il primo ministro, Robert Abela, appena rieletto alla guida del governo del Paese. Si tratta del suo trentaseiesimo viaggio apostolico.
Cosa farà oggi e cosa ha detto a Malta
Nel pomeriggio andrà al santuario mariano di Ta’ Pinu nell’isola di Gozo. Nel piazzale davanti al santuario, il Papa presiederà un incontro di preghiera con i fedeli. Papa Francesco, tra l’altro, stamattina ha anche invocato «una misura umana davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni». Poi, citando Giorgio La Pira che parlava di «infantilismo dell’umanità», ha detto: «Quell’infantilismo purtroppo non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, dei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa».
Il no di Papa Francesco alle armi
Proprio di recente Papa Francesco aveva condannato senza mezzi termini la guerra (che il nostro Paese ripudia, come da Costituzione) e soprattutto l’aumento delle spese militari (che in Italia vedono una dura resistenza da parte del M5s di Giuseppe Conte). «Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2 per cento del Pil per l’acquisto di armi come risposta a questo che sta accadendo, pazzi!», ha detto durante l’udienza al Centro femminile italiano. «La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari – ha affermato il Pontefice – ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti». Con la guerra, infatti, «si perde, tutto», aveva aggiunto, invece, nell’udienza generale il giorno prima. «Preghiamo – aveva detto – perché i governanti capiscano che comprare e fare armi non è la soluzione al problema. La soluzione è lavorare insieme per la pace e, come dice la Bibbia, fare delle armi strumenti per la pace».
Foto in copertina di repertorio: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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