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Sabrina Quaresima, parla l’ex vicepreside del Montale: «Le chat con lo studente? Mai viste. Chi dirige sia pulito»

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Luigi Botticelli, professore di educazione fisica, minimizza gli scontri con la preside e il video in cui litigano per un parcheggio

Fino a pochi giorni fa Luigi Botticelli, professore di educazione fisica, era il vicepreside del Liceo Montale di Roma. Dopo uno scontro con la preside Sabrina Quaresima è stato sollevato dall’incarico insieme ad un altro responsabile. E Quaresima in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dopo la scoperta dell’esposto all’Ufficio Regionale del ministero della Pubblica Istruzione sulla presunta relazione tra lei e uno studente 19enne, aveva detto che le sue decisioni avevano suscitato problemi e voglie di rivalsa nel personale. Oggi, mentre alcuni studenti pubblicano un appello per difenderla e il suo avvocato dice a Open che «qualcuno voleva fargliela pagare», Botticelli si difende dalle accuse in un’altra intervista rilasciata al Corriere.

La versione di Botticelli

Dove tra l’altro dice anche di non aver mai visto chat e screenshot dei dialoghi tra i due. E minimizza gli scontri con la preside, come quello che si vede nel video in cui i due litigano per il parcheggio di una moto. «Sono stato defenestrato dopo 37 anni di insegnamento di educazione fisica e 10 anni da vicepreside, da lunedì potrò fare solo supplenze o ore di alternativa», esordisce lui. Sostenendo poi che con Quaresima ci siano stati solo ««dei malintesi. Ha fatto bene lei ad avocare le pratiche, ci mancherebbe. È inesperta come lo eravamo tutti all’inizio ma è giusto che provasse a gestire». Dice di non capire perché il nome completo e la foto di A.S., il ragazzo che accusa la dirigente scolastica, non siano usciti. Poi continua: «Noi avevamo un rapporto normale. Lei ha un carattere… particolare, ogni tanto faceva qualche sfuriata, come quando mi ha detto di parcheggiare bene la moto o di tenermi la mascherina sul viso. Aveva ragione. Anche se mi sono infastidito, ho 65 anni e mi sono sentito rimproverare come da mia madre. Sto pensando a difendermi legalmente».

Botticelli dice che A.S. aveva chiesto un incontro con la sua professoressa di Lettere, a cui ha assistito anche lui. Aggiunge che i genitori del ragazzo si sono poi presentati a scuola per parlare con loro mentre la preside era in malattia. E fa sapere di aver riferito le accuse a lei, anche se non chiarisce se è stato lui o no a mandare l’esposto al ministero che ha fatto scattare l’indagine. Dice anche di essere rimasto stupito della reazione di Quaresima: «Io avrei chiamato lo studente e almeno altri dieci testimoni e avrei chiarito la vicenda. Chi dirige deve essere pulito, e se è diffamato, deve subito chiarirlo». Invece la preside «era alterata, mi ha rimosso dall’incarico. Come se fosse colpa mia. Ma la segnalazione all’ufficio scolastico regionale è arrivata da parte di diverse persone, tutti ne parlavano». Ma precisa di non aver fatto circolare le chat per vendetta: «Certo che no. I ragazzi ne parlavano da mesi, ma io non le ho mai viste».

La denuncia per diffamazione

L’avvocato Alessandro Tomassetti, che assiste Quaresima nella vicenda, annuncia una denuncia per diffamazione nei confronti de la Repubblica «nella sua versione on line, per aver commesso una grave violazione del rispetto della dignità professionale e umana della mia assistita e dunque per un’aperta violazione dei limiti del diritto di cronaca». Gli studenti del liceo, trascinati mediaticamente nella vicenda, sono divisi. Se infatti qualche giorno fa il collettivo studentesco, difendendo la privacy del ragazzo, aveva chiesto le dimissioni della dirigente «perché doveva dare l’esempio», altri la pensano diversamente: «Pensiamo in molti la stessa cosa: ‘Sono maggiorenni fanno come gli pare’. Nel caso …non c’è nemmeno stata compromissione nell’andamento scolastico del ragazzo, per cui qual è il problema?», sostiene un ragazzo secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa. Ora toccherà allo studente, che affronta l’impegnativo anno della maturità, raccontare la sua versione agli ispettori attivati dall’Ufficio scolastico regionale che si sta occupando di verificare se il comportamento della dirigente «ha violato la sua funzione». Gli ispettori potrebbero sentire anche altri membri della dirigenza considerato il fatto che la preside, in un primo momento, ha fatto riferimento ad un clima non proprio cordiale nei suoi confronti. Poi l’Ufficio scolastico prenderà la sua decisione.

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