Economia circolare: l’Italia è la migliore in Ue per il riciclo, ma è rimandata nel consumo di suolo
L’Italia è il paese che fa meglio nell’economia circolare a pari merito con la Francia. É questo quanto emerge dall’ultimo rapporto del Circular Economy Network (CEN). Un risultato buono, ma che nasconde delle criticità. Tra tutte, il numero di paesi considerati dall’istituto, che sono solo cinque: Italia, Francia, Spagna, Polonia e Germania.
Dove l’Italia fa bene: riciclo, consumo di materiali e impiego circolare
Il rapporto puntualizza che i risultati ottenuti non sono eccezionali in senso assoluto, ma il nostro paese si distingue nel contesto europeo per alcuni aspetti. Tra tutti, il consumo assoluto di materiali. In Italia, nel 2020 (ultimi dati disponibili), sono state consumate 7,4 tonnellate di materiali per abitante, a fronte di una media europea di 13 tonnellate pro capite. La Germania fa segnare 13,4 tonnellate, la Francia 10,3, la Spagna 8,1 e la Polonia 17,6. Nel nostro paese, la riduzione del consumo durante il lockdown è stata la maggiore, con i dati del 2020 che sono del 36% più bassi rispetti a quelli prepandemici. Inoltre, la produttività delle risorse in Italia negli ultimi dieci anni è aumentata del 42%, a fronte di una media europea del 17%. Ad ulteriore conferma di ciò arriva il tasso di impiego circolare delle risorse, che in Italia è del 21,6%, ben maggiore della media UE (12,8%), e quarto dietro solo a Paesi Bassi (30,9%), Belgio (23%), e Francia (22,2%). Dove l’Italia eccelle è il tasso di riciclo dei rifiuti, che raggiunge il 68%, contro una media UE del 35%. Questa percentuale nasconde però una nota negativa: nel nostro paese, il 20% dei rifiuti finisce ancora in discarica, dato di poco inferiore alla media europea, ma altissimo se confrontato con Germania (0,7%), Paesi Bassi (1,4%) e Belgio (1,1%).
Dove si deve migliorare: consumo di suolo, ecoinnovazione e riparazione di beni
D’altro canto, dove il nostro Paese fa segnare un dato particolarmente negativo è nel consumo di suolo. In Italia, il 7,1% dell’intero territorio è cementificato, cifra seconda solo a quella della Germania (7,6%) e di gran lunga superiore a Spagna (3,7%), Polonia (3,6%) e Francia (5,6%). Discorso simile per l’investimenti in ecoinnovazione: l’Italia è dietro a tutti i Paesi di riferimento con un indice di 79, quasi la metà della Germania, leader in quest’ambito, con un indice di 154. Infine, un altro settore dove l’Italia si mostra più debole degli altri Stati europei è la riparazione dei beni. Nel nostro paese ci sono 23 mila aziende dedite alla riparazione di beni elettronici, vestiario, calzature, orologi, gioielli e mobilio. La cifra è nettamente inferiore rispetto a quella di Francia (34 mila imprese) e Spagna (28 mila).
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