Il senatore Petrocelli potrebbe essere espulso dal M5s per le sue posizioni filo-russe. Patuanelli: «Presto sanzioni disciplinari»
Da quando il senatore pentastellato Vito Petrocelli ha votato no alla fiducia sul dl Ucraina, la scorsa settimana, l’area giallorossa ha definitivamente fatto fronte compatto contro di lui. Le indiscrezioni trapelate nelle ultime ore sostengono l’imminente espulsione dal Movimento 5 Stelle del presidente della Commissione Esteri a Palazzo Madama, sollecitata dal pressing di Italia Viva. Il partito, infatti, « chiede da settimane che Petrocelli lasci la presidenza della commissione Esteri del Senato. Se non sarà lui a fare il passo indietro, lo faremo tutti», avrebbe minacciato in una nota la vicepresidente dei senatori renziani e della commissione Esteri, Laura Garavini. La tensione sarebbe stata acuita da «l’escalation di orrori a Bucha», prosegue la nota, a causa della quale «non si può continuare così un minuto di più». Sul caso si è espresso anche Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole nonché compagno di partito di Petrocelli, che lo ha accusato di non aver votato «la fiducia consapevolmente a questo Governo». Dunque, prosegue nell’intervista rilasciata a TgCom24, «avrà le sanzioni disciplinari conseguenti nel Movimento. Dopodiché il ruolo di presidente è nelle sue possibilità e nessuno lo può far decadere se non per sua scelta personale di dimissioni, cosa che nel momento in cui avrà le sanzioni anche il Movimento chiederà». Petrocelli, dal canto suo, fino ad ora non ha manifestato la minima intenzione di lasciare la poltrona, affermando che il disaccordo che nutre rispetto alla posizione della maggioranza sul conflitto a Kiev è utile a garantire «terzietà». Ma Patuanelli ha ricordato: «nella storia recente del Movimento chi non ha votato la fiducia in modo consapevole è stato espulso e questo penso sia la strada».
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