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«I russi hanno colpito l’ospedale pediatrico di Mykolaiv con bombe a grappolo» – Il video

05 Aprile 2022 - 07:17 Redazione
Il capo dell'amministrazione militare Vitaly Kim ha detto che nei bombardamenti sono morte dieci persone, di cui due all'ospedale tra cui un bambino

L’ospedale pediatrico di Mykolaiv, che si trova nel sud dell’Ucraina, è stato colpito dai russi con armi non convenzionali, ovvero vietate dalla Convenzione di Ginevra, come per esempio bombe a grappolo. Lo rende noto lo Stato Maggiore di Kiev nel suo bollettino quotidiano, che parla di colpi a «infrastrutture civili e mediche, tra cui un ospedale pediatrico, è stato colpito dal fuoco nemico. Ci sono morti e feriti, tra cui bambini». Lo stato maggiore ucraino nel rapporto operativo pubblicato stamane ha affermato che i russi «stanno raggruppando le truppe e concentrando gli sforzi sulla preparazione di un’operazione aggressiva nell’est. Reintegrando scorte di cibo, carburante, materiali lubrificanti e munizioni. Per stabilire il pieno controllo sul territorio delle regioni di Donetsk e Lugansk».

Il giornalista di Bellingcat Jake Godin su Twitter ha mostrato un video dell’ospedale colpito nel distretto meridionale di Korabel’nyi di Mykolaiv, sostenendo che 49 persone sono rimaste ferite nell’attacco. Il capo dell’amministrazione militare regionale Vitaly Kim ha detto che nei bombardamenti sono morte dieci persone, di cui due all’ospedale tra cui un bambino. Le forze russe continuano anche a bloccare la città di Kharkiv e cercano stabilire il pieno controllo su Mariupol, con continui bombardamenti di artiglieria che distruggono quartieri residenziali e infrastrutture cittadine, aggiunge il rapporto. In cui si denuncia che «le truppe russe hanno effettuato attacchi a Mykolaiv con le munizioni a grappolo vietate dalla convenzione di Ginevra. Gli alloggi civili e le strutture mediche, incluso un ospedale pediatrico, sono stati colpiti. E ci sono stati morti e feriti, compresi bambini». Nel frattempo, in gran parte del Paese, hanno ripreso a suonare le sirene in vista della ripresa dei bombardamenti.

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