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Le parole chiave della guerra, dalla A alla Z

06 Aprile 2022 - 17:22 Elia Morelli

Odessa

Il 2 maggio 2014 un incendio appiccato da ultranazionalisti ucraini alla Casa dei sindacati di Odessa uccise 48 persone. Il ricordo della strage è ben vivo nella memoria dei russi. “Perla del Mar Nero”, porta di accesso all’Oriente, la città ha una eccezionale valenza strategica per posizionamento geografico, cifra antropologica e traffico mercantile. Il 75% delle esportazioni ucraine di cereali (grano, mais, semi di girasole) passano dai porti dell’oblast’ di Odessa per raggiungere circa 400 milioni di persone nel mondo. Gli Stati del Nord Africa e del Medio Oriente vengono letteralmente sfamati dalla produzione cerealicola ucraina. Una crisi nei rifornimenti agricoli metterebbe in crisi l’intera catena alimentare, producendo carestie e rivolte sociali. Per la Russia dominare la città significherebbe escludere l’Ucraina dalle acque, imporre l’egemonia moscovita sul Mar Nero settentrionale, ridisegnare gli equilibri geopolitici della regione. Sogno russo, incubo turco.