Di Maio: «I massacri di Bucha indecenti e vigliacchi. La pace in Ucraina? Chiudiamo i rubinetti russi»
La convinzione sempre più consolidata con il passare dei giorni è che la fine della guerra in Ucraina sia sempre più lontana. Lo spiega il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che in un intervista a Il Foglio di Simone Canettieri nell’edizione dell’8 aprile ammette di temere un conflitto: «lungo e logorante» che rischia di degenerare in modo ancora più «aggressivo e violento» nel Sud-Est del Paese. Un percorso che pare inevitabile a Di Maio visto che: «Putin ha la necessità di mostrare al suo popolo di essere vincitore: dobbiamo aspettarci che la sua guerra andrà ancora avanti». Proprio alla luce di tutto questo, il ministro degli Esteri italiano è ancora più certo che l’unica strada possibile sia quella della diplomazia, seguendo tre direzioni: «Fermare il finanziamento all’esercito russo, raggiungere la pace, tutelare la sicurezza in Italia».
Certo non mancano gli ostacoli interni anche in Italia perché l’azione del governo non perda appoggi, dalla Lega che protesta per le espulsioni dei diplomatici russi al M5s che punta i piedi sull’aumento della spesa militare su indicazione Nato: «Non ci sono veti italiani a un blocco dell’import di gas russo – assicura Di Maio – Il nostro ragionamento si proietta sul sostegno a cittadini e imprese: adesso, da parte dell’Ue, è essenziale introdurre il tetto massimo al prezzo del gas, oltre che un fondo compensativo, un vero e proprio fondo di emergenza Ue, per andare incontro alle esigenze degli stati membri».
A proposito delle atrocità di Bucha, Di Maio assicura che l’Italia darà tutto l’appoggio possibile alla Corte penale internazionale: «per l’accertamento di questi crimini e dei loro responsabili» su massacri che considera: «indecenti e vigliacchi». Alle provocazioni del Cremlino che ha da subito parlato di una messa in scena nella cittadina vicino Kiev, Di Maio risponde: «A Bucha non ci sono finzioni o effetti speciali, ci sono cadaveri di civili ucraini massacrati e trucidati per strada, è una vergogna mondiale. È stata superata la linea rossa». Il timore in questo caso è che Bucha possa non restare un caso isolato, come già sta emergendo in altre città fino a pochi giorni fa occupate dai russi: «Le sconfitte per l’esercito russo potrebbero trasformarsi in una reazione incontrollata, proprio per questo bisogna accelerare con i negoziati, arrivare a una tregua umanitaria e quindi alla pace».
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