Il grande ritorno di Dell’Utri: «Non faccio politica, do consigli. Silvio? Può costruire la pace in Ucraina»
Marcello Dell’Utri, 81anni di cui quattro passati in carcere dopo una condanna definitiva per mafia, oggi è rivestito di modestia: «Non faccio politica, do solo consigli», dice a Emanuele Lauria. Ma nell’intervista che rilascia a Repubblica l’ex dirigente di Publitalia e senatore vicinissimo a Silvio Berlusconi parla dei suoi tanti incontri di questi mesi con esponenti politici: «Ormai posso farlo liberamente, sono come il nonno di casa che può andare in giro in mutande e nessuno ci fa caso». E così, “Nonno Marcello” dice la sua sulla candidatura di Berlusconi al Quirinale: «Aveva un senso, e diversi deputati e senatori del centrosinistra l’avrebbero votato. Ma i leader dei partiti di quella parte politica hanno impedito loro di farlo, imponendo a tutti i rappresentanti di non entrare in aula. Quando si è capito quello, si è compreso pure che la candidatura di Berlusconi non avrebbe avuto fortuna». Fa sapere di aver incontrato anche Matteo Renzi «alcuni mesi prima in realtà. Ma anche lì, abbiamo fatto chiacchiere da bar. Renzi è una persona gradevole. Nei confronti della candidatura di Berlusconi mi è sembrato di cogliere da parte sua simpatia e disponibilità. Non so poi cosa sia successo».
Sulla vicinanza tra il Cavaliere e Putin invece Dell’Utri rassicura tutti: «Lui ha portato verso l’Occidente il presidente russo che poi si è rivelata una persona diversa. Berlusconi è sorpreso e dispiaciuto. Non riconosce più l’amico Vladimir Putin. Però Silvio sarebbe la persona ideale a svolgere un ruolo di mediatore internazionale per risolvere il conflitto in Ucraina. So che il Ppe l’avrebbe proposto, assieme ad Angela Merkel, per quell’incarico». Infine, una battuta sulla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa: «Penso che la vita ti possa presentare il conto anche per cose che non hai fatto. Io sarei il tramite fra la mafia e Forza Italia? Non esiste al mondo, ci sono stati momenti di forte contrapposizione politico-giudiziaria e sono entrato nell’occhio del ciclone sin da quando è nata Forza Italia, nel ’94. Sono stato vittima di calunnie ma adesso, mi creda, ho metabolizzato tutto. Rifarei tutto quello che ho fatto. Mi dispiace soltanto per come la mia vicenda, soprattutto per effetto del risalto mediatico, abbia fatto soffrire la mia famiglia».
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