Il cancelliere austriaco dopo il faccia a faccia con Putin: «Non è stato un colloquio amichevole: sui crimini di guerra sono stato chiaro»
È durato 90 minuti il colloquio tra il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il presidente russo Vladimir Putin nella tenuta presidenziale di Novo-Ogaryovo. L’incontro si è tenuto rispettando restrizioni mediatiche severissime, senza foto o video e conferenza stampa, come aveva annunciato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Non è stato un incontro amichevole – ha commentato la cancelleria austriaca citata dai media di Vienna – il colloquio con Putin è stato molto duro e franco». Al presidente russo, il cancelliere austriaco ha detto di aver chiesto: «che la guerra deve cessare, perché in guerra ci sono solo sconfitti da entrambe le parti». A Putin è stato ribadito che: «le sanzioni resteranno in vigore e saranno eventualmente inasprite finché in Ucraina le persone continueranno a morire». A proposito poi delle stragi che da Bucha in poi stanno emergendo dai territori occupati dall’esercito russo a marzo, Nehammer ha assicurato di aver usato: «parole chiare» con il presidente russo», sottolineando la: «necessità di un’inchiesta internazionale».
Dal colloquio è poi emerso quanto il presidente russo: «ha ancora fiducia nel processo di Istanbul – ha aggiunto Nehammer – negli sforzi diplomatici e nei colloqui in Turchia», unico formato considerato possibile per un dialogo tra Ucraina e Russia. Di contro Putin non si fiderebbe della comunità internazionale e del diritto internazionale. A Nehammer ha poi ribadito di essere convinto della responsabilità ucraina sulla strage di Bucha. Una dichiarazione a cui: «È seguita una seria discussione» ha detto il cancelliere in conferenza stampa. Sull’immediato futuro Nehammer si è detto pessimista, soprattutto a proposito dell’imminente assalto russo al Donbass, dove si sta preparando: «un attacco brutale e massiccio».
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