Putin dopo l’incontro con Lukashenko: «I negoziati con Kiev sono a un vicolo cieco»
Nessun timore da parte di Vladimir Putin che le sanzioni occidentali possano in qualche modo mettere in difficoltà la Russia. Alla fine della cerimonia allo spazioporto di Vostochny, nella regione dell’Amur, assieme al presidente bielorusso Alexander Lukashenko, Putin si è lanciato in una serie di accuse e ironie contro i Paesi Ue e gli Stati Uniti, alle prese con gli effetti delle sanzioni contro Mosca: «Quando le presone si scontreranno sui prezzi della benzina e su un’inflazione senza precedenti, questo si tradurrà per loro in problemi di politica interna, mentre volevano che si traducesse in problemi di politica interna per la Russia». In uno scenario sempre più complicato dal punto di vista economico, Putin è certo di non dover temere ripercussioni: «Nelle condizioni difficili la Russia se la cava sempre, mentre da loro i problemi sono inevitabili. Non sarà facile, ma ce la caveremo». Putin ha bollato come «un fake» le notizie sui massacri di Bucha, in Ucraina, paragonandole alle immagini – anche quelle definite fake – di Siria e Afghanistan diffuse negli anni precedenti. Il presidente russo ha anche detto che gli ucraini «hanno spinto i negoziati in un vicolo cieco», assicurando che l’operazione militare procede secondo i piani e che «andrà avanti finché non ci saranno condizioni accettabili». Il presidente russo ha poi criticato l’Europa che, piuttosto che guardare a Est, ha preferito farsi «dominare» dagli Usa: «Si vergognano a dire che sono sotto lo schiaffo degli Usa. Si uniscono comodamente attorno al concetto di aggressione russa e servono così gli Stati Uniti».
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