Alla Via Crucis una famiglia russa e una ucraina, all’ambasciatore di Kiev in Vaticano non piace l’idea del Papa
Solo domenica scorsa, nella Domenica delle Palme, Papa Francesco aveva lanciato un appello per una «tregua pasquale» della guerra russa in Ucraina. E dopo due anni di pandemia di Coronavirus e relative limitazioni anti-contagio, quest’anno Bergoglio tornerà a presiedere la via crucis al Colosseo. Il Pontefice nelle scorse ore ha deciso di chiamare una famiglia ucraina e una russa per portare la croce della tredicesima stazione, quella in cui viene ricordata la deposizione del Cristo dalla croce e consegnato alla Madre. Una scelta che però non è stata accolta con piena benevolenza dall’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede. L’ambasciatore ucraino in Vaticano, Andrii Yurash, ha difatti frenato l’iniziativa del Pontefice, spiegando: «L’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede capisce e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull’idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la Croce durante la Via Crucis di venerdì al Colosseo», spiegando che «stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze».
April 12, 2022
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