Israele, falso allarme spionaggio: nessuna microspia nei regali di Pasqua dell’ambasciata cinese
Falso allarme in Israele sul tentativo di spionaggio della Cina nei confronti degli uffici governativi israeliani. Lo annuncia lo Shin Bet, il Servizio di sicurezza interno di Israele, allertato questa mattina 12 aprile dalla Radio militare del Paese, che denunciava di aver rinvenuto diverse microspie in alcune tazze da viaggio parte di un kit donato in occasione della Pasqua dall’ambasciata cinese al ministro della Scienza e della Tecnologia Orit Farkash Hacohen. Gli «esperti tecnologici» dell’agenzia, dopo un esame approfondito delle tazze, le avrebbero giudicate «innocue». La stessa diplomazia cinese a Tel Aviv aveva pubblicato in mattinata una secca smentita, liquidando la questione come un «gossip infondato» diffuso allo «scopo di seminare discordia fra Israele e Cina, di offuscare l’immagine della Cina e di confondere il pubblico in modo serio». L’ambasciata aveva poi chiesto ai media che hanno diffuso la notizia «di rimuoverla immediatamente» e di cessare la diffusione di fake news nei suoi confronti.
Haaretz, il Jerusalem Post e altri media locali riportavano come la scoperta dei dispositivi d’ascolto, avvenuta durante i controlli di sicurezza di routine a cui sono sottoposti gli oggetti in entrata nei ministeri, avesse destato il sospetto di ulteriori «cimici» in altri doni agli uffici governativi israeliani. L’ipotesi aveva generato una risposta tempestiva da parte dell’agenzia di sicurezza, che aveva avvisato tutti gli uffici di prestare ancora più attenzione ai doni ricevuti dalle potenze straniere, in particolare dalla Cina, dal momento che avrebbero potuto «contenere strumenti di ascolto o microcamere». Già altri ministeri, infatti, tra cui quello dei Trasporti e quello della Cultura, avevano comunicato di aver ricevuto o essere in procinto di ricevere regali pasquali dall’ambasciata cinese, anch’essi sottoposti all’esame degli esperti e giudicati innocui.
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