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Ancora flop per il Concorso per il Sud, si presentano in pochi e solo il 36% risulta idoneo. Il governo corre ai ripari

13 Aprile 2022 - 16:39 Fabio Giuffrida
Oggi 13 aprile, nel decreto fisco-lavoro, prevista una norma ad hoc per trovare una soluzione immediata: contratti di lavoro autonomo per professionisti senza passare dai concorsi pubblici

Non c’è pace per i concorsi per il Sud. Dopo il primo fallimento – un bando per 2.800 funzionari ma con appena 821 assunti per l’attuazione del Pnrr nelle regioni meridionali – eccone un altro. Stavolta è toccato al Concorso Coesione 2022 che aveva messo a bando 2.022 posti «con ruolo di coordinamento nazionale nell’ambito degli interventi previsti dalla politica di coesione dell’Unione europea e nazionale per i cicli di programmazione 2014-2020 e 2021-2027, nelle autorità di gestione, negli organismi intermedi e nei soggetti beneficiari delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia». Erano attesi solo 26.700 candidati. Tra quelli che hanno effettivamente partecipato al concorso, gli idonei alla prova scritta – come si vede dagli esiti pubblicati sul sito del Formez – sono stati appena 728, ovvero il 36 per cento del totale. Un altro flop. Ma come è possibile? A scoraggiare i candidati potrebbe essere stato il «contratto di lavoro a tempo determinato con una durata non superiore a 36 mesi» e uno stipendio non del tutto adeguato per giovani professionisti (si parla di circa 1.500 euro al mese).

I numeri del flop

Tre le classi di concorso: funzionario esperto tecnico; funzionario esperto in gestione, rendicontazione e controllo; funzionario esperto analista informatico. Il caso più eclatante è quello dei funzionari esperti tecnici per i quali erano stati messi a concorso 1.270 posti: gli idonei, invece, sono appena 124, cioè il 9 per cento dei posti disponibili. Per i funzionari esperti in gestione, invece, gli idonei sono 553 su 733 posti messi a bando, ovvero il 75 per cento. Solo 19, invece, erano i posti disponibili come funzionario esperto analista informatico: in questo caso gli idonei sono stati 51. Questo è l’unico caso in cui i candidati dovranno “contendersi” l’assunzione. Il Concorso Coesione 2022 era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale nell’ottobre 2021 e prevedeva una sola prova scritta: un quiz a crocette di 40 domande da svolgere, in diverse sedi in tutta Italia, in 60 minuti, lo scorso 30 e 31 marzo.

Perché i concorsi pubblici sono andati deserti

Gli idonei, come ci confermano fonti ministeriali, sono tecnicamente «tutti assunti». Il problema si pone, invece, in un secondo momento quando molti di loro, come già accaduto in passato, potrebbero non accettare l’incarico (e, dunque, gli assunti potrebbero calare sotto le 700 unità su 2.022 posti disponibili). Fonti della Funzione pubblica e della Coesione confermano a Open che il problema principale di questi bandi, andati deserti, è ancora una volta il tipo di contratto proposto – appena 36 mesi – e una retribuzione bassa per i profili richiesti. Un impianto su cui non si è potuto intervenire poiché legato a fondi europei già disposti dal governo Conte II.

Nel decreto di oggi le nuove assunzioni per il Sud

Più in generale, il numero bassissimo di idonei dei concorsi pubblici è un tema sempre più caldo sul tavolo del governo. Sulle ragioni ci si divide ancora: c’è chi dà la colpa agli esaminandi, non adeguatamente preparati; chi alle modalità delle prove scritte dei concorsi che non vanno più bene (il ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta spinge, infatti, verso una valutazione delle competenze superando ad esempio i test a crocette). Diversi, intanto, sono i fondi europei ancora disponibili, non spesi a causa dei bandi andati deserti: sia il Concorsone per il Sud, sia l’ultimo, quello della Coesione. Da qui l’idea del ministero guidato da Mara Carfagna di trovare una soluzione. Non c’è più tempo da perdere. Il Pnrr va attuato e servono figure che possano portare avanti celermente e con professionalità questi progetti.

«Cerchiamo 1.300 persone»

Oggi 13 aprile, come risulta a Open, nel decreto Pnrr (contestato dal centrodestra per alcuni passaggi su tasse e fisco) dovrebbe confluire anche una norma ad hoc: il ministero del Sud e della Coesione territoriale, infatti, è alla ricerca di «1.300 figure» da assumere il prima possibile. L’idea, visto il risultato fallimentare dei primi due concorsi pubblici per il Sud, è quella di utilizzare «un altro metodo senza bandire, di fatto, un altro concorso pubblico». Si vuole consentire «ai comuni di stipulare contratti di lavoro autonomo» con professionisti, sempre per 36 mesi. Comuni che – come confermano fonti della Funzione pubblica – hanno avuto «sempre più margini per le assunzioni», anche nell’ambito del Pnrr. Sempre nel decreto di oggi dovrebbe essere previsto un pacchetto voluto dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta che prevede il rafforzamento del portale InPa, ovvero il Linkedin dei concorsi pubblici italiani. Le amministrazioni centrali dovranno pubblicare i loro bandi di concorso sul sito creato ad hoc così da agevolare la ricerca di lavoro dei candidati (mettendo uno stop alla giungla degli annunci).

Foto in copertina di repertorio

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